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Californication - stagione 3

Creato il 29 aprile 2014 da Jeanjacques
Californication - stagione 3
Ed eccoci qui, dopo una seconda stagione molto divertente ma a conti fatti davvero povera di contenuti, a seguire le bighellonate dell'amichevole Hank Moody di quartiere. Ah no, quello era l'Uomo Ragno, è vero. Comunque sia, ci si ricasca di nuovo. Lo scrittore attempato e scopereccio dinanzi al quale persino Bukowski è un pivello fa di nuovo il suo ingresso sul piccolo schermo di casa Jean Jaques. Che tornando a Bukowski, poi, mi duole ammettere che non ho ancora letto nulla di suo, ma ultimamente sono sempre sobbarcato di impegni e ho troppe letture 'vecchie' [nel senso che le avevo programmate da secoli] da recuperare. Non posso, mentalmente e fisicamente, buttarmi sopra altro, altrimenti credo finirò per esplodere. Resta però il dorato mondo delle serie tv che mi vede protagonista da un annetto, ormai, quindi quelle sono il piacere che nessuno può più proibirsi. Un po' come Californication, infatti, e mentre scrivo stanno andando in onda in America le prime puntare della settima e - si vocifera - ultima stagione, segno che anche queste serate di bevute col vecchio Hank presto avranno fine.Hank si gode la vita insieme alla figlioletta Becca, mentre il suo agente Charlie inizia un'infinita lite con Marcy. Per una serie di assurdi eventi, finirà a fare l'insegnate di scrittura creativa in una scuola molto prestigiosa. Riuscirà finalmente a esercitare un comportamento responsabile [leggasi: tenere l'uccello nei pantaloni] ora che è un insegnate? Parrebbe di no, specie se ci si mette il ritorno di Mia, reduce dal successo editoriale di Scopate e cazzotti, il romanzo che gli aveva sottratto...I problemi di una serie come Californication sono nel format adottato, a partire dai personaggi e dalle situazioni prese in esame. Hank Moody è un personaggio che di nuovo ha davvero poco o nulla da offrire, ma possiede tutte quelle caratteristiche in grado di poter appassionare chi ha dei determinati gusti - o coloro che possono, ingenuamente o a ragione, sentirsi rappresentati da lui. La creatura di Tom Kapinos [o di David Duchovny, totalmente immedesimato nel ruolo che sembra avergli dato nuova linfa dopo l'eterno spettro di Fox Mulder in X-files] ha quindi dalla sua un numero di pregi non indifferente, ma anche un ammontare di difetti che limitano di non poco quella che potrebbe essere una serie esplosiva al cento per cento. Il sua carattere alla lunga diventa prevedibile, si sa già che se una situazione va bene lui farà di tutto per rovinarla col suo atteggiamento impulsivo e immaturo, tanto che alla lunga l'unico dubbio che rimane è se si farà prima la mora o la bionda. Che, per quanto comporti sempre un bellissimo vedere, se una cosa simile mi porta via un discreto quantitativo di tempo preferirei che verta su dilemmi decisamente più alti. Infatti si cerca di essere politicamente scorretti in ogni maniera, arretrando però all'ultimo a favore della trovata più facilona e buonista, divenendo così anche parecchio contraddittori. Perché mettere insieme le scene più sgradevoli e comicamente dissacranti, se poi alla fine il finale si riassume in un banale volemosse bene fratelli che smorza tutta la carica goliardica di partenza? Sembra quello che Kapinos deve aver pensato, perché a questo giro le cose sembrano cambiate. Poco, e tutte verso un unico momento, ma sono cambiate. Va detto quindi che si ride come sempre, le battute sono prevedibilmente piuttosto volgarotte ma, ammettiamolo, un sorriso lo fanno spuntare comunque, perché sotto sotto siamo tutti dei gran sporcaccioni. Purtroppo però non si usa come dovuto il sistema scolastico, anche perché mi sarei aspettato delle belle stoccate al sistema dell'insegnamento americano - uno dei peggiori che esistono, ho avuto modo di vedere coi miei occhi - oltre che a tutta la legislatura che grava intorno ad esso, specie perché il Nostro si ritrova a insegnare in una scuola privata per pseudo ricconi, e questo fa decisamente perdere molto potenziale a questa stagione. Ma quello che ci viene offerto per certi versi è un Hank che, nonostante il suo cazzeggiare compulsivo [e la parola cazzo non è usata in maniera casuale] sta lentamente apprendendo quali sono davvero i suoi doveri. Perché tutto sommato lui è una brava persona, tutto il male che si ritrova a fare lo compie in maniera davvero non voluta... ma è la sua natura. E prima o poi deve farci i conti. Perché le persone non sono mai in balia degli eventi, se fanno qualcosa, è perché hanno fatto in modo che ciò accada. Questo sembra volerci dire la serie, e lo fa con un finale davvero stupendo che compensa tutti gli inutili siparietti comici che  vari episodi hanno trascinato in maniera abbastanza monotona. Ma basterò vedere quel personaggio così contraddittorio e affascinante fare la cosa giusta sotto le note di Rocket man per capire che, nonostante tutto, uno così lo seguiremo ovunque. Perché forse un uomo non si giudica [premettendo che non si dovrebbe giudicare mai, assolutamente] dai propri errori, ma da come reagisce ad essi. Ed Hank, nonostante tutto, lo fa nella maniera giusta.Un finale che ancora mi fa provare uno strano senso di vuoto, come quando da piccolo avevo finito di leggere Harry Potter e il calice di fuoco. Qualcosa era cambiato, in quel mio piccolo, nuovo mondo, e niente sarebbe stato più lo stesso.Voto: Californication - stagione 3Californication - stagione 3Californication - stagione 3Californication - stagione 3Californication - stagione 3Californication - stagione 3

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