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Calo delle giocate al superenalotto: occasione di riflessione

Creato il 30 ottobre 2010 da Laperonza

superenalotto-ticket.jpgIl calo verticale delle giocate al Superenalotto nonostante l’incremento ormai inesorabile del jackpot a dimostrare quanto questo gioco sia immorale e truffaldino dà modo di riflettere sul gioco stesso e sull’opportunità di mantenerlo così com’è. Personalmente trovo inaccettabile che lo Stato vada a lucrare sul gioco d’azzardo – perché di questo si tratta – per di più facendo leva sulle debolezze dei ceti più deboli economicamente.

Questo decremento delle giocate prova il fatto che a giocare siano le classi meno abbienti che, dopo mesi di giocate convulse spinte dal miraggio del monte premi sempre più allettante, ora devono cedere alla difficoltà di sostenere la spesa. Ma lo Stato, intanto, incassa. E utilizza i mezzi di persuasione più subdoli, come i servizi mirati e martellanti dei telegiornali che, quotidianamente, bombardano i telespettatori di spot pubblicitari mascherati da informazione.

Il gioco è concepito per avere una probabilità di vittoria talmente bassa che risulta quasi impossibile vincere. Nel contempo si è creata una rete di promozione talmente potente da indurre chiunque nella tentazione di giocare. Il meccanismo delle vincite alletta ma non premia. E anziché quantomeno assegnare il monte premi in una sorta di redistribuzione del reddito si predilige il più invitante innalzarsi del jackpot fino a cifre stratosferiche, difficilissime da vincere.

Il registrarsi di questo netto calo delle giocate dovrebbe indurre chi gestisce e amministra questo gioco immorale a ripensarne i meccanismi prediligendo finalmente una maggiore equità dello stesso, ad esempio creando un numero maggiore di premi minori e una distribuzione del jackpot in maniera più ampia. Uno Stato non dovrebbe lucrare sulle debolezze dei cittadini, e se lo fa che almeno limiti i danni.


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