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Camorra, le mani del clan dei Casalesi sull’Ospedale “S.Anna e S.Sebastiano” di Caserta. Cosentino referente politico

Creato il 22 gennaio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

L’inchiesta riguarda una serie di appalti truccati indetti dall’azienda sanitaria “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta e aggiudicati ad imprese del clan dei Casalesi, con l’appoggio di politici ed amministratori pubblici. Principale “referente politico del sistema criminale” era l’ex sottosegretario all’Economia e coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, nel periodo che va dal 2008 fino al suo arresto del 2013. Ieri sono finiti agli arresti ventiquattro persone, tra Caserta, Napoli e Verona, numerosi sequestri di società e di beni. E’ il bilancio dell’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, gli agenti della Dia di Napoli.

L'Ospedale

L’Ospedale “S. Anna e S.Sebastiano” di Caserta (ospedale.caserta.it)

Le mani del clan camorristico Zagaria sull’ospedale “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta. Dalle indagini è emerso che il clan camorristico Zagaria, fazione del clan dei Casalesi operante nel comune di Casapesenna, era “pienamente operativo” all’interno dell’azienda ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta ed era in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici ”in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa”. L’indagine, durata più di due anni, è stata supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali audio-video eseguite anche all’interno dell’ospedale casertano. Così sono state arrestate 24 persone tra Caserta, Napoli e Verona, e sono stati effettuati diversi sequestri di società e di beni. Tra gli appalti nel mirino dei magistrati, quello della tinteggiatura per 450mila euro; quello per la manutenzione da 150mila euro; quella per la gestione degli ascensori per oltre 1 milione di euro; affidamenti di lavori per oltre 3 milioni di euro; e la gestione del bar e macchinette distributrici di bevande e alimenti. Le perquisizioni hanno interessato 11 indagati e hanno portato sequestro beni per oltre 12 milioni di euro, tra cui 12 immobili, 11 terreni, un box auto, tre vetture e diverse quote societarie.

La rete di connivenze e collusioni con a capo i boss della camorra casertana. Secondo l’impostazione accusatoria condivisa dal gip, dalle attività investigative è emersa “una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria”. E’ ritenuto centrale il ruolo svolto da Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex primula rossa casalese Michele. A quest’ultima, a seguito dell’arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan.

Nell’ordinanza presenti anche Caldoro ed Alemanno ma non risultano essere indagati. Nella lunga ordinanza compaiono anche i nomi del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ma nessuno dei due risulta indagato ed entrambi sono totalmente estranei alle accuse mosse dai pm. Il fatto, sottolineano il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo e il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, non ha rilevanza penale ma è “solo argomento di interesse giornalistico”.

Il connubio tra camorra e politica: il ruolo del capo dei clan dei Casalesi, Michele Zagaria. Il sodalizio criminale oggi disarticolato, così ricostruiscono la vicenda i pm partenopei, nasce nel 2006, quando Francesco Zagaria, cognato dell’allora latitante e in quel momento uno dei capi del clan dei Casalesi Michele Zagaria, “supportato politicamente dal segretario politico dell’Udeur regionale dell’epoca, riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia quale dirigente generale del ‘S. Anna e S. Sebastiano’, Luigi Annunziata, recentemente scomparso”. Da quel momento, secondo l’ordinanza cautelare, Francesco Zagaria assunse il controllo delle assegnazione dei lavori pubblici nell’ospedale casertano, dando vita ad un cartello di imprese mafiose ancora oggi operante. Secondo la ricostruzione condivisa dal gip, nel 2006 vi fu “un duplice avvicendamento politico-mafioso” all’interno dell’ospedale di Caserta determinato “dall’implosione dell’Udeur e conseguentemente alla caduta del Governo Prodi”: nel 2008 gli Zagaria “cercarono e trovarono la necessaria la necessaria copertura politica nel Pdl campano e, più in particolare, nel suo (allora) capo indiscusso, Nicola Cosentino, rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013″. (ADNKRONOS)


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