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Cancellieri ed il caso Ligresti

Creato il 05 novembre 2013 da Marco Oriolesi @Ideea5Stelle
Ministro Cancellieri dichiarazioni sul caso LigrestiIl ministro Cancellieri dice di aver agito per ragioni umanitarie: Noi pensiamo che dica la verità. Deve comunque dimettersi? Certo che si.
Questi i fatti:
Il Ministro Anna Maria Cancellieri si è interessata delle condizioni di salute, di Giulia Ligresti, figlia del costruttore-finanziere Salvatore (per lui gli arresti domiciliari), finita in carcere per la vicenda Fonsai insieme alla sorella Jonella. Il ministro avrebbe “sensibilizzato” il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Per la donna, che rifiutava di mangiare, è stato poi effettivamente disposto il trasferimento ai domiciliari per motivi di salute. I Cancellieri ed i Ligresti sono amici di vecchia data, vengono dallo stesso paese siciliano e il figlio del ministro, Piergiorgio Peluso, è stato direttore della Fondiaria Sai dei Ligresti, da cui si è congedato con una buonuscita di 3,6 milioni di euro dopo solo un anno di lavoro.
Oltre le pur valide ed ovvie argomentazioni che:
  • tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma se la tua famiglia è amica di un ministro lo sei un pò di più.
  • Da oggi le istanze di scarcerazione conviene presentarle personalmente, per via telefonica, al ministro di giustizia, invece che al giudice per le indagini preliminari. Propongo apposita modifica al codice di procedura penale.
  • La nostra classe politica pensa che siamo un popolo di "diversamente intelligenti", cui poter propinare qualsiasi cosa, tanto qualcuno che se la beve c'è sempre.
Vi è una questione che questo paese dovrà affrontare seriamente, oppure rassegnarsi al continuo ripetersi di questo ed altri episodi ancor più disdicevoli.
Oggi il conflitto di classe, nel mondo del lavoro, teorizzato da Marx (proletari vs. capitalisti); si sta, invece, pienamente compiendo in riferimento all'inserimento in determinate cerchie familiari collegate tra di loro da vincoli di amicizia e di appartenenza: chi è inserito in certi ambienti vs. chi non lo è.
Professori universitari, dirigenti, primari, manager, direttori, politici e burocrati hanno tutti figli bravissimi che meritano i migliori posti di lavoro e lauti stipendi.
"Professionalità di mio figlio, che nel suo lavoro è bravissimo" dice il ministro Cancellieri; bravissimo è Michel Martone, giurista, professore ordinario a soli 29 anni (carriera fulminea, in 6 anni laurea, dottorato, posto fisso da ricercatore, promozione ad associato e poi ad ordinario), nominato vice ministro nel governo Monti, figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ex presidente dell'authority sugli scioperi, partecipante ad una cena della P3 a casa di Verdini.
Bravissima la figlia della Fornero ed il figlio di Mastella.
Insomma tutti figli che si meritano appieno i loro successi professionali. Normale che chi deve decidere cerca di far valere e dare spazio a "bravissimi". Il problema è che nessuno si accorge di giovani ugualmente brillanti, che non appartengono alla famiglia giusta e si devono accontentare di posti di ripiego che poi non gli permettono neanche di sviluppare un curriculum adeguato a tenere il passo dei loro coetanei "figli di".
Anche il PD quando nel 2008 "coraggiosamente" decise di portare, come capolista, in parlamento un'esponente della gioventù, scelse Marianna Madia. Veltroni era amico del padre: attore prestato alla politica (consigliere comunale a Roma), esperienze lavorative in famosi film, ma anche a Porta a Porta e Mixer. Famiglia di celebri avvocati; lo zio lo è di Mastella. Il nonno materno era amico del presidente Cossiga. Enrico Letta la fece entrare, che non era ancora neanche laureata, all'Arel (l’Agenzia di Ricerche e Legislazione) fondata da Nino Andreatta. Lei è stata fidanzata con il figlio del presidente Napolitano, con tanto di cena al colle. Insomma la storia familiare di un qualunque giovane italiano.
Tutti i dati statistici ci dicono che in Italia oramai vivono due realtà diverse: ricchi sempre più ricchi ed un ceto medio che gradualmente scivola verso la povertà. La mobilità sociale è negativa, e grande importanza sui destini sociali delle persone ricoprono le "provenienze familiari" (Istat 2012). Insomma le possibilità per chi appartiene al ceto medio e basso di elevarsi, anche quando meritevole, sono tra le più basse al mondo; ed i figli dei ricchi sono condannati ad essere ricchi, anche quando meno capaci di altri.
Al di là di coloro, numerosissimi, che per nepotismo, pretendono per il loro pargoli posti, voti agli esami ed incarichi che in realtà non meritano.
Vi è chi vive nella classe sociale "giusta" ed agisce si, per ragioni umanitarie e  premiando il merito, ma lo fa solo accorgendosi di coloro che vivono nella sua stessa cerchia; gli altri sono invisibili. In maniera completamente autoreferenziale le classi sociali che detengono potere e ricchezza si accorgono e lo distribuiscono solo a coloro che fanno parte del loro ambiente.
Così anche chi ricopre ruoli istituzionali e pubblici, nel decidere e fare delle scelte, riesce solo a guardare al mondo delle sue frequentazioni, senza saper considerare questo paese ed i suoi cittadini nella loro interezza. Questo dovrebbe essere inammissibile, soprattutto per un Ministro della Repubblica Italiana.
I politici farebbero un gran servizio a questo paese se prendessero piena coscienza del problema e lo affrontassero con la dovuta onestà intellettuale. Assistiamo invece allo spettacolo di un PD che tenta di arrampicarsi sugli specchi pur di difendere il governo Letta, che potrebbe indebolirsi in caso di dimissioni del ministro; e di un PDL che invita tutti al garantismo, proponendo acrobatici paragoni con la telefonata di Berlusconi in questura per il caso Ruby.

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