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Candyman - Terrore dietro lo specchio

Creato il 28 luglio 2015 da Misterjamesford
Candyman - Terrore dietro lo specchioRegia: Bernard Rose
Origine: USA
Anno: 1992
Durata: 99'

La trama (con parole mie): Helen Lyle, laureanda sposata al professore ed esperto di leggende metropolitane Trevor Lyle, incappa nel racconto di uno degli spauracchi del ghetto di Chicago, Candyman, anima tormentata pronta a rivendicare il sangue che versò in nome di un amore finito male ai tempi della Guerra Civile dilaniando le vittime con un uncino messo al posto della mano destra una volta evocato citando il suo nome per cinque volte di fronte ad uno specchio.Curiosa e dubbiosa ad un tempo, la giovane ricercatrice pronuncia l'incantesimo che dovrebbe far comparire Candyman, e quando lo stesso giunge per perseguitarla proprio a causa del suo scetticismo, per la ragazza iniziano i guai: presente sui luoghi degli omicidi compiuti dall'assassino e considerata pericolosa, Helen dovrà tentare di scagionarsi ed affrontare il temibile nemico ad un tempo.Quale destino attenderà la ricercatrice?
 Questo post partecipa orgogliosamente alla rassegna 2015 di Notte Horror.
Candyman - Terrore dietro lo specchio
E come se fossimo tornati ai tempi d'oro delle notti su Italia Uno, non perdetevi nessuna di queste horrorifiche recensioni.
Candyman - Terrore dietro lo specchio
Per un vecchio fan del Cinema di paura come il sottoscritto, l'occasione di una seconda tornata dell'iniziativa di noi bloggers cinefili legata al ricordo di Notte Horror risultava assolutamente irresistibile, ennesima dimostrazione degli stimoli che, spesso e volentieri, il confronto con altri perenni innamorati della settima arte alimentano.L'occasione mi ha permesso di recuperare uno dei cult sotterranei del genere degli anni novanta, Candyman, che non mi era mai capitato, sorprendentemente, di vedere: il risultato dell'incontro con la pellicola di Bernard Rose è stato senza dubbio un ibrido in grado di mescolare la parziale delusione per quello che è considerato da molti un cult che non mi è parso all'altezza delle aspettative e la soddisfazione, comunque, di aver assistito ad uno spettacolo senza dubbio insolito - soprattutto per l'horror moderno -, ricco di spunti e riflessioni e per nulla banale, legato a questioni sociali come fu per Il serpente e l'arcobaleno e La casa nera di Craven, forse i due capisaldi di questo tipo di incursioni del terrore nell'ambito reale.La delusione nasce principalmente dal fatto che, indiscutibilmente, Candyman non faccia paura: neppure quando viene chiamata in causa la leggenda dello specchio e del nome ripetuto cinque volte, o il fatto che lo stesso spirito vendicativo compaia soltanto a tre quarti della pellicola.Senza contare un ritmo che pare più quello di una pellicola d'introspezione ed indagine interiore ed una cornice davvero molto, troppo legata al decennio cui appartiene, in grado di perdere nettamente il confronto con predecessori illustri come Nightmare o Hellraiser - per citare Clive Barker, produttore della pellicola e senza dubbio eminenza grigia della realizzazione della stessa -.D'altro canto, però, il fascino di un "mostro" che agisce di fatto per vendetta di un sopruso mai dimenticato - e che ricorda cose più profonde ed importanti come 12 anni schiavo - ed una dimensione sociale assunta dalla pellicola rendono Candyman uno dei pochi esempi di horror "reale", in grado di investigare a proposito delle ansie e delle tensioni che, seppur in misura e modalità differenti, continuano a colpire la società a stelle e strisce ancora oggi.L'indagine sul ghetto dal degrado enorme con la Sears Tower sullo sfondo di Helen rappresenta uno spaccato in grado di colpire anche a distanza di più di vent'anni il pubblico, forte delle esplorazioni nelle case popolari alla ricerca di quello che potrebbe essere ben più di uno spauracchio da leggenda metropolitana, e finisce per essere l'aspetto che più colpisce di una pellicola datata ma ugualmente efficace, forse non clamorosa come i suoi fan hardcore vorrebbero, ma meritevole di una visione non fosse altro che per un interesse sociale.Del resto, il carattere urbano della pellicola ed un finale per nulla consolatorio rendono Candyman interessante quasi più a livello sociologico che non in quanto film horror - di fatto, la sceneggiatura non è propriamente il suo punto forte, sia in termine di scrittura che di spaventi, e non è molto diverso il discorso per quanto riguarda la regia -, e forse proprio per questo in grado di guadagnarsi una possibilità anche rispetto alla fetta di pubblico che con questo tipo di pellicole, di norma, non ha alcun legame.Se non volete, dunque, rischiare di pronunciare cinque volte il suo nome di fronte ad uno specchio, quantomeno potrete considerare di indagare a proposito delle spaccature sociali che ancora affliggono una società moderna come la nostra.
MrFord
"I met him out for dinner on a Friday night
he really had me working up an appetite
he had tattoos up and down his arm
there's nothing more dangerous than a boy with charm
he's a one stop shop, makes the panties drop
he's a sweet-talkin', sugar coated candymana sweet-talkin', sugar coated candyman."Christina Aguilera - "Candyman" - 

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