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Cannes 2015: IL PICCOLO PRINCIPE di Mark Osborne

Creato il 22 maggio 2015 da Ifilms
Dettagli Scritto da Simone Soranna Categoria principale: Festival Categoria: Festival di Cannes 2015 Pubblicato: 22 Maggio 2015 Mark Osborne     Mentre il concorso arranca notevolmente, il fuori concorso del festival sembra vivere di ottima forma. Mad Max e Irrational Man sono state visioni piacevoli, mentre Inside Out è ad oggi il miglior film passato in rassegna. Questa mattina è stato presentato anche Il piccolo principe, altro lavoro animato diretto da Mark Osborne. Sicuramente non all’altezza del lungometraggio Pixar, tuttavia il film convince per il suo coraggio e la voglia di rischiare. È bene dichiararlo sin dal principio, non si tratta di una trasposizione del celebre romanzo per ragazzi. Il progetto infatti solo in parte si ripropone di mettere in scena le avventure del mitico principino; il suo vero scopo è immaginare e raccontare una storia nuova che racchiuda al suo interno i racconti del simpatico aviatore conosciute ai più. Sin da questo primo fatto è possibile intuire come il rischio sia notevole. Non solo infatti il romanzo è amato e conosciuto in tutto il mondo (e dunque una sua trasposizione sarebbe sicuramente vicina alle ire feroci dei fan) ma ricamarci sopra altri episodi è davvero pericoloso. Eppure il film riesce a vincere la sfida gestendo al meglio la materia con trovate stilistiche indovinate (ottima la scelta di usare due tecniche d’animazione diverse per indicare il distacco tra il “nuovo” e il libro di partenza) e una sapienza cinematografica degna di nota (soprattutto nella parte iniziale, davvero ben strutturata e incalzante). Il problema principale del lavoro tuttavia è la sua lunghezza ingiustificata che affatica la visione annoiando il pubblico con il correre dei minuti (soprattutto se pensiamo che il target di riferimento saranno i bambini più piccoli). Osborne mette molta carne al fuoco senza riuscire a chiudere tutte le parentesi e a conti fatti il messaggio di cui si fa portavoce perde un po’ il mordente andando a parare su altri lidi (non dimentichiamoci che lo spunto primario del tutto è la stressante e vacua premura di organizzare la vita in ogni minimo dettaglio) e restituendo una cornice meno omogenea e coerente rispetto al suo inizio. Questo è probabilmente dovuto al fatto che il romanzo di partenza e il resto del film vertono su due principi differenti. Effettivamente, sarebbe stato meglio amalgamarli meglio, ma di certo non si tratta di un’operazione semplice. Infine, è giusto far notare e lodare la buona colonna sonora di Hans Zimmer. Voto: 2,5/4

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