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Canone Inverso: l’Altro Volto della Musica

Creato il 14 marzo 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Francesca Barnabà Canone Inverso: l’Altro Volto della Musica

Quando si pensa alla musica, si usano molto spesso delle espressioni che ci riconducono alla sfera delle emozioni e dei sentimenti, quali l’estasi, la gioia, l’eccitazione, l’adrenalina; in alcuni casi (quelli più fortunati) si arriva addirittura a vagheggiare sogni di gloria, successo e fama imperitura. Ma sono davvero pochi (esclusi gli “addetti ai lavori” naturalmente) che conoscono, o hanno idea delle dure battaglie che ogni giorno un musicista deve affrontare: sono battaglie apparentemente “innocenti”, ma tese a trasformare il corpo e la mente nel tentativo di “servire” la musica con il proprio strumento: sì, proprio servire, perché ogni musicista sa, nel profondo del suo animo, che non potrà avanzare nessuna pretesa su di lei: sarà uno dei suoi molteplici servitori. Probabilmente, l’unico diritto che potrà arrogarsi sarà soltanto quello di credersi il migliore tra tutti. In Canone inverso di Paolo Maurensig, pubblicato da Mondadori nel 1996, si affronta questa “guerra senza feriti”: la lotta che un ragazzo, Jenö Varga, combatte con se stesso, prima inconsciamente, poi con assoluta determinazione, nell’assumere una piena consapevolezza di sé attraverso la musica. Sarà la sensualità di un violino ad aprire le porte del suo cuore verso l’amore, verso la vita, ma sarà proprio quel violino a condurlo sull’onda della schizofrenia. Ambientato, durante gli anni terribili del regime nazista, a Vienna, città della musica per antonomasia, questo romanzo, attraverso il cambio di focalizzazione e la tecnica musicale del canone inverso (è una composizione che unisce ad una melodia una o più imitazioni: la melodia secondaria si muoverà per moto contrario rispetto alla melodia principale: in altre parole, due melodie che si rincorrono, intrecciandosi tra di loro), permette di seguire le fasi alterne della doppia personalità del protagonista.

Canone Inverso: l’Altro Volto della Musica

Tutto nel romanzo è duale, a partire dai due ragazzi che si scoprono grazie al suono del loro violino e che altro non sono che le viventi alterazioni dell’inconscio del protagonista; l’amore di quest’ultimo per una violinista molto importante, vissuto anch’esso, attraverso la passione magica del loro violino; è duale persino la scultura raffigurata sul riccio dello strumento, una testa in cui è ritratta la furia della pazzia, la stessa che porterà alla fine del protagonista. Quasi a voler rimarcare “l’altro volto della musica”, l’autore ci costringe a visualizzare, con toni drammatici e funesti, quello che dovrebbe essere il tempio delle sette note nel mondo, ma che rinomina come Collegium Musicum: questa fucina di grandi talenti viene umiliata nella sua essenza, in quanto Maurensig descrive questo luogo come un carcere, con un clima di morte, di invidia, di competizione feroce, dove non vi è spazio per nessun sentimento sincero e dove il talento viene umiliato e sostituito da libri sui tecnicismi strumentali. In una storia che tratta la musica in maniera tangibile, in tutta la sua passione e sofferenza, in un clima di annientamento dell’essere umano come quello avuto durante il nazismo, l’autore ci permette di guardare, attraverso il ponticello di un violino, quali siano le passioni e le pulsioni di un’anima che non ha certezze: non sa chi sia, da dove venga, né dove andrà; ma in compenso, affiderà il suo racconto al suono del suo incantevole violino e a chi saprà ascoltarlo.

 

In copertina: Mélanie Thierry e Hans Matheson nel film Canone inverso (2000) di Ricky Tognazzi

 

Canone Inverso: l’Altro Volto della Musica

     

     

     


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