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Canone Rai. Come ti nascondo il balzello più fastidioso

Creato il 25 ottobre 2015 da Capiredavverolacrisi @Capiredavvero

 Il governo obbliga gli italiani a pagare il canone per vedere la Rai nella bolletta elettrica. Lo sconto annunciato da Matteo Renzi è misero, da 113,50 a 100 euro, molto inferiore a quello promesso, e in più l’esecutivo scopre l’ennesimo modo truffaldino per annegare in bolletta la “consapevolezza” del contribuente di fronte a un tributo

La legge di Stabilità, attraverso la quale il governo gestisce e indirizza le risorse finanziarie pubbliche per il 2016, sta per arrivare in Parlamento. “Via la Tasi su tutte le prime case”, anzi no; “via il tetto il contante”, anzi no, anzi forse sì; “abbattimento dell’Ires già nel 2016”, anzi no… Finora nessuna delle misure di cui avete sentito parlare su telegiornali e giornali è ufficiale; la manovra finanziaria è stata infatti inviata da Matteo Renzi a Bruxelles, per essere visionata dall’Unione europea, ma il suo testo definitivo, da approvare in Parlamento, non è ancora conosciuto. I media discutono dunque di bozze del provvedimento, trapelate in qualche modo. Già su questo metodo legislativo ci sarebbe da ridire, ma intanto ci limitiamo a osservare che c’è una norma, quella sull’abbonamento alla televisione pubblica, che ha subito più modifiche di tutte le altre nelle varie bozze della legge di Stabilità.

Quali sono le certezze sul canone Rai, dunque? Poche e non proprio rassicuranti. La prima è che il presidente del Consiglio ha mentito al contribuente quando ha annunciato qualche settimane fa che l’abbonamento annuale alla radio-televisione pubblica dovrebbe scendere di molto e costare 60 euro. Il costo dell’abbonamento effettivamente scenderà, ma di molto poco, da 113,5 a 100 euro. Seconda certezza: il canone si pagherà all’interno della bolletta elettrica e non più con bonifico a sé stante.

Su tutto il resto è l’incertezza a farla da padrona. Secondo le ultime notizie, nel 2016 il pagamento dovrebbe avvenire in un’unica soluzione per poi diventare bimestrale a partire dal 2017, ma il condizionale è d’obbligo. Da dibattere anche la questione relativa alle sanzioni per chi comunque non pagherà il canone: negli scorsi giorni addirittura si era letto sulla stampa che il cittadino che avesse mentito sulla presenza in casa di televisori o “altri apparecchi atti a ricevere il segnale televisivo” avrebbe rischiato molto, “perché (mentire) diventerà un reato, con una pena fino a due anni prevista dal codice per le dichiarazioni mendaci” (il Messaggero). Né è molto più chiara la sorte dei gestori elettrici che si attarderanno nella comunicazione allo Stato dell’elenco degli utenti morosi, visto che l’entità delle multe da comminare è finora ballerina. Infine: sarà staccata la luce a colui che per scelta o per sbadataggine non paga il canone alla Rai?

Se tutto ciò non bastasse a reputare disastrosa l’operazione del Governo, aggiungiamo tre riflessioni di ordine più “teorico”.

La prima è sulla “quantità” di risorse che la Rai otterrà con il nuovo metodo di pagamento. Se l’idea del governo è di contrastare l’evasione del canone attraverso l’escamotage della bolletta elettrica, e quindi di attenersi al motto “pagare meno, pagare tutti”, perché invece l’esecutivo ha scelto di fatto di far pagare tutti gli italiani senza abbassare in maniera sensibile il canone? E’ stato calcolato infatti che con il canone a 100 euro (da 113,50), riscosso attraverso la bolletta, la Rai in un solo anno otterrà risorse aggiuntive per 500 milioni di euro. Qualcuno può giustificare a cosa servano questi soldi in più? Perché non è mai stato discusso?

Seconda riflessione: mimetizzare un tributo all’interno di una tariffa come quella elettrica – peraltro già appesantita da oneri di varia natura e di difficile lettura – affogherebbe la consapevolezza del tributo agli occhi del contribuente tra kilowatt ora e costi di dispacciamento. Tra un paio d’anni, quindi, al pagamento e all’entità del canone – che ci viene propinato come una delle mille voci della bolletta di gennaio – potremmo non fare già più caso. Dal punto di vista del controllo democratico sull’utilizzo dei soldi pubblici, non è esattamente una vittoria.

Terza e ultima riflessione. Al contribuente potrà dare particolarmente fastidio l’idea di un nuovo balzello riscosso in maniera coatta dallo Stato attraverso società terze. Soprattutto perché, subito dopo la trovata del canone in bolletta, abbiamo già sentito alcuni politici come Filippo Bernocchi, delegato “energia e rifiuti” dei Comuni italiani (Anci), suggerire che attraverso la bolletta si potrebbe pure costringere tutti a pagare la Tari, la Tassa sui rifiuti. Fin dove arriverà la fantasia dello Stato esattore? Probabile che dopo aver pagato la prima bolletta elettrica del 2016, con canone incluso, ci sentiremo tutti ancora più “sudditi”.

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