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Cantè J’euv: il rito della questua

Creato il 11 aprile 2014 da Sarahscaparone @SarahScaparone

Cantè J’euv: il rito della questuaIn terra di Langa, Roero e Monferrato c’è un antico rito che si ripropone prima di ogni Pasqua. È quello della questua di prodotti avicoli. Un tempo i cantauova, musici e cantanti così chiamati proprio per il loro ruolo, giravano di cascina in cascina nel periodo pasquale seguendo questa usanza popolare e chiedendo, dopo ogni canzone, una ricompensa con i prodotti della natura.

Ancora oggi la consuetudine del Cantare le uova, Cantè J’euv, si ripete, seppur meno assiduamente che in passato, e così il periodo della Quaresima diventa anche un momento di festa della tradizione contadina, un’occasione per rievocare gioie e riti per lungo tempo dimenticati. Il rituale è il seguente: un gruppo di uomini gira tra i paesi, le strade e le cascine al chiaror della luna cantando, suonando e chiedendo uova da mettere in un cesto portato da un ragazzo che immedesima il ruolo di un frate, il fratucin. I canti, che possono anche essere improvvisati, sono numerosi ma iniziano solitamente con un saluto ai padroni di casa, proseguono con complimenti alla famiglia e con la richiesta se in casa ci sia una figlia ancora da sposare. Parole di saluto sono rivolte a tutti, ma in particolar modo alla padrona di casa, solitamente intenta a cucinare e quindi la persona che più di ogni altra è da ingraziare. A questo punto i versi delle canzoni raccontano il motivo della visita: la richiesta delle uova, ed è così che i ritmi si fanno più incalzanti e vivaci con un crescendo della musica e del coro. Sarà solo dopo questa richiesta che la padrona di casa deciderà se donare ai musicanti delle uova insieme ad altri generi alimentari come pane e vino o se farli entrare e accomodare offrendo loro da bere. E così il gruppo di suonatori, felici e soddisfatti, potrà riprendere il tragitto andando a bussare ad un altro uscio e sperando di trovare un’analoga e fortunata accoglienza. Nel caso in cui invece la famiglia decida di non offrire delle uova, il finale della canzone si farà cupo e le parole saranno contro quanti non vogliono partecipare alla festa per l’arrivo della nuova primavera, simboleggiato da questa usanza.

Cantè J’euv: il rito della questua
Cantè J’euv: il rito della questua

Ecco in sintesi un canovaccio di canzone e di rituale che può essere eseguito durante la questua. Certo è che in ogni brano non manca mai l’espressione dell’amore dei contadini per la loro terra, per il cielo e per la luna che osservano sempre con fiducia prima di compiere ogni lavoro poiché questo astro ha, secondo la cultura popolare, il potere di influenzare con le sue fasi la vita di tutti gli esseri viventi. E se da un lato il cantare le uova ha un significato molto concreto, cioè recuperare questo prezioso prodotto del mondo contadino per realizzare buone frittate e quindi mangiare, dall’altro ha sempre rappresentato, in passato, una buona occasione per corteggiare in allegria le ragazze ancora da sposare. Rivalutato principalmente come evento turistico legato alle tradizioni di un luogo, oggi il rito dei Cantè J’euv resta uno degli appuntamenti più seguiti di queste comunità e rappresenta un momento in cui lo stare insieme si trasforma, proprio come un tempo, in gioia, festa e complicità.

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E per l’edizione 2014 della grande festa finale dei Cantè J’euv l’appuntamento è domani, 12 aprile, a Guarene (Cn). Il rito del Cantè J’euv è contraddistinto, come sempre, da toni non ufficiali, senza eventi di massa: è la tradizione più genuina, più autentica, più antica. Formazioni musicali spontanee, molto spesso improvvisate per l’occasione, composte da giovani e anziani, ragazze e ragazzi hanno preso nuovamente la via delle colline, per raggiungere anche le case e le cascine più sperdute e svegliare ancora una volta, col canto e l’allegria, il padrone e la padrona di casa domandando uova e un bicchiere di vino. È proprio per questo desiderio di ritrovarsi insieme, che ogni anno accomuna generazioni diverse a rivivere, sotto la magia della luna, emozioni tanto antiche quanto troppo spesso dimenticate, che il Comune di Guarene e le Pro Loco per il Roero, in collaborazione con i vari gruppi spontanei del Cantè J’euv delle Province di Cuneo, Asti ed Alessandria, hanno organizzato il “Cantè j’Euv” Roero 2014 il momento conclusivo dell’evento, in cui l’insieme variopinto delle diverse combriccole di canterini si incontreranno in un grande concerto finale di musica, convivialità e allegria, all’insegna dell’improvvisazione.



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