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CANTI DI PENTECOSTE - di Eino Leino

Creato il 11 aprile 2013 da Ilibri
CANTI DI PENTECOSTE - di Eino Leino CANTI DI PENTECOSTE - di Eino Leino

Titolo: Canti di Pentecoste
Autore: Eino Leino
Editore: Mimesis
Anno: 2013

"Canti di Pentecoste"  di Eino Leino

Eino Leino è lo pseudonimo dello scrittore finlandese Armas E. Leopold Lönnbohm (Paltamo 1878 - Tuusula 1926). Fu poeta lirico e drammatico, romanziere e critico. Tradusse la Divina Commedia (Jumalainen näytelmä, 1912-14) in endecasillabi non rimati, oltre a opere di Racine, Corneille, Goethe, ecc.

I "Canti di Pentecoste", tradotti per la prima volta in italiano grazie a Marcello Ganassini, si articolano in due sezioni (la prima datata 1903, la seconda 1916).

Le poesie sono ballate nelle quali risultano fuse almeno quattro anime dell'autore: il lirismo personale, la matrice legata alla mitologia classica, le radici della tradizione nordica e finnica, lo spirito culturale europeo riconducibile anche a quanto brevemente sopra indicato nelle note biografiche.

Le diverse anime si fondono in un assolo: ossia nella rappresentazione simbolica che utilizza principi tanto cristiani quanto pagani e scolpisce in forma scritta le immagini attinte dalla tradizione orale e dal folklore. Come confermano le note critiche del traduttore, l'uralista e filologo Marcello Ganassini: "Fino a tempi recenti nel villaggio di Ritvala presso Sääksmäki (Pirkanmaa) la domenica di Pentecoste si snodava un corteo costituito da due file di vergini in processione che si riunivano su un'altura (helkavuori) per formare una figura che ricordava quella del sole. Le giovani intonavano i versi di tre ballate d'origine medievale ... ricche di elementi storici e folkloristici frutto di un marcato sincretismo tra figure del paganesimo e del cristianesimo. Al termine della solenne cerimonia cui veniva attribuito un valore votivo le vergini rivolgevano un saluto a Gesù e alla Vergine Maria: si riteneva che la fertilità della terra e il successo del raccolto alla fine dell'estate dipendessero dalla buona riuscita di tale coreografia sacra."

Le note critiche ai componimenti consentono di meglio comprendere una tradizione per molti di noi lontana. Meno lontana, forse, se pensiamo a questa raccolta nella sua connessione con alcune tematiche proposte dal filosofo (quasi contemporaneo rispetto al poeta finlandese) F. Nietzsche: l'eredità spirituale di un'antichità vitale e mitologica; la contrapposizione dell'apollineo e del dionisiaco; la dimensione tragica del superuomo. Magari rappresentata – per contrasto – in modo caricaturale come in "Folletto delle tenebre":

come sfida dell'eroe di ghiaccio

odio dell'acciaio sfolgorante

E, ancora poco lontana dai nostri giorni, se pensiamo alla letteratura fantasy che si è ispirata al linguaggio e ai contenuti dei miti nordici. Come in "Sirene al bagno", ove la leggenda di Atteone che sorprende il bagno di Artemide si fonde con quello della ninfe acquatiche della mitologia baltica:

Tre sono le fanciulle d'Hiisi,

si spogliaron delle penne,

se ne andarono a bagnarsi;

giunsero al calar del sole

per svanire in mare all'alba.

Stava Lippo uccellatore

Dietro un masso maculato,

prese le ali tanto belle.

Pregevole anche la scelta tecnica del traduttore di conservare il più possibile l'impostazione metrica originale (l'ottonario trocaico): la traduzione in ottonari e decasillabi consente di proporre l'opera rimanendo fedeli al testo originale.

Il mio giudizio sintetico sui "Canti di pentecoste"? Davvero una bella occasione per conoscere, nella poesia, un'altra Pentecoste, rispetto a quella degli "Inni sacri" di Manzoni!

  

  

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