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Canto di una filosofa operaia

Da Anna
Canto di  una filosofa operaia
Libertà:l'essere libero, la condizione di chi è libero, stato di chi non è prigioniero; facoltà dell'uomo di agire e di pensare in piena autonomia; [...] condizione di chi può agire nella vita pratica secondo le proprie scelte, grazie a un potere specifico riconosciutogli dalla legge; [...]nella filosofia scolastica, capacità dell'uomo di determinare le proprie azioni scegliendo tra due o più alternative ugualmente possibili.
Oppressione: sopraffazione continuata che nega i diritti fondamentali dell'uomo; abuso di potere compiuto ai danni di una classe, di una categoria, di una popolazione; dominio, giogo.Rivoluzione:rivolgimento violento e profondo dell'ordine politico e sociale tendente a mutare radicalmente governo, istituzioni, rapporti economici e sociali; rapida e radicale trasformazione dell'assetto sociale ed economico di un paese sostenuta o guidata da determinate forze sociali o politiche; scompiglio, confusione; profondo mutamento della mentalità.Potere: facoltà, capacità, possibilità concreta di fare qualcosa, di raggiungere uno scopo; capacità di influire sul comportamento altrui influenzandone le opinioni, le decisioni, le azioni, ecc; totale dominio, piena autorità; autorità suprema nell'ambito di un gruppo, di una comunità, di uno StatoLavoro: impiego di energia diretta a un fine determinato; attività propria dell'uomo, volta alla produzione di beni o servizi; esercizio di un mestiere, di una professione, di un'arte; posto dove si lavora; occupazione retribuita.[dal Dizionario italiano De Mauro]


« la vita familiare è diventata solo ansietà, a partire dal momento in cui la società si è chiusa ai giovani. Proprio quella generazione per la quale l'attesa febbrile dell'avvenire costituisce la vita intera, vegeta in tutto il mondo con la consapevolezza di non aver alcun posto nel nostro universo. [...]Viviamo in un'epoca priva di avvenire. L'attesa di ciò che verrà non è più speranza, ma angoscia».«[...] Ci si può chiedere se esista un ambito della vita pubblica o privata dove le sorgenti stesse dell´attività e della speranza non siano avvelenate dalle condizioni nelle quali viviamo. Il lavoro non viene più eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utili, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte, un privilegio dal quale si escludono parecchi esseri umani per il fatto stesso di goderne, in breve di un posto.»

Allora? “Sfuggire al contagio della follia e della vertigine collettiva tornando a stringere per conto proprio, al di sopra dell'idolo sociale, il pattooriginario dello spirito con l'universo.” “… Avverto il bisogno essenziale, e credo di poter dire, la vocazione, di passare tra gli uomini e i diversi ambienti umani … assumendone lo stesso colore … affinché questi si mostrino quali sono, senza dissimularsi ai miei occhi …”“C’è obbligo verso ogni essere umano, per il solo fatto che è un essere umano. Quest’obbligo non si fonda su nessuna situazione di fatto, su alcuna convenzione, quest’obbligo è eterno, risponde al destino eterno dell’essere umano, quest’obbligo non ha un fondamento bensì una verifica nell’ accordo della coscienza universale, è espresso da taluni dei più antichi testi che si siano stati conservati, viene riconosciuto da tutti. Il fatto che un essere umano possieda un destino eterno, impone un solo obbligo: il rispetto. L’obbligo è adempiuto soltanto se il rispetto è effettivamente espresso in modo reale e non fittizio e questo può avvenire soltanto attraverso i bisogni terrestri dell’uomo. La coscienza umana su questo punto non è mai mutata. Migliaia di anni fa gli egiziani credevano che un’anima non potesse giustificarsi dopo al morte se non poteva dire: non ho fatto patire la fame a nessuno. E Cristo dice: Ho avuto fame e tu mi hai dato da mangiare”.Per Simon Weil il lavoro è “l’unica conquista spirituale che il pensiero umano abbia fatto dopo il miracolo greco”. Simone parla del lavoro come mezzo di emancipazione e di affermazione della propria libertà ed identità. Il lavoro viene identificato come condizione base per l’instaurazione di una comunità libera in cui la collettività condivida un’ amicizia che renda possibile vedere gli uomini come uomini e rispettarli come tali. Eppure il lavoro è anche il primo e diretto mezzo di sfruttamento da parte del potere nella sua sfrenata corsa verso la supremazia attraverso la produzione. Il lavoro dovrebbe essere uno dei mezzi di espressione del pensiero e con esso dovrebbe essere in profonda interrelazione.

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