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Canton Vaud da odorare

Da Veronica Addazio @SvizzerAmo
    Gli arditi terrazzamenti del Lavaux a picco sul Lago Lemano. Credit: SvizzerAmo

Gli arditi terrazzamenti del Lavaux a picco sul Lago Lemano. Credit: SvizzerAmo

Un itinerario guidato dai cinque sensi. Dopo l’udito e il gusto, spazio all’olfatto. Una chiave di lettura sensoriale che ispirerà la partecipazione del Cantone Vaud a Expo Milano 2015, all’interno del Padiglione svizzero, dal 27 al 30 settembre prossimi (info: www.vaudexpo2015.ch). Seguiteci!

Ormai è giunto il momento. I vignaioli osservano impazienti le loro viti per dare il segnale per la vendemmia. Il Canton Vaud ha un’antica tradizione enologica grazie a un territorio ideale e soleggiato che si estende sulle sponde settentrionali del Lago Lemano. Questa tradizione è talmente radicata che una zona, il Lavaux, è addirittura patrimonio dell’umanità UNESCO.

La fascia di terreno, tra Losanna e Chillon è un vigneto unico, sono 825 ettari, circa un quarto della superficie viticola del Vaud dove il vitigno tipico, lo Chasselas, si coltiva ancora sui terrazzamenti creati dai monaci nel Medioevo a picco sulle rive del lago. Il vino omonimo è un bianco secco e leggero dal sapore persistente, ideale per gli aperitivi e per i piatti tipici vodesi a base di formaggio o pesce di lago.

Terrazzamenti da UNESCO

Per vedere i terrazzamenti da vicino c’è il Lavaux Express, (www.lavauxexpress.ch) un trenino stradale che parte davanti all’imbarcadero di Cully e si inoltra per stradine di campagna chiuse al traffico.

Si passa dinanzi a numerose aziende vinicole che aprono volentieri le loro porte agli appassionati e ai curiosi e fanno visitare le loro cantine, come quella dei Fréres Dubois a Cully (www.lfd.ch) ospitata in una bella casa padronale di inizio ’800, pomposamente, ma non senza qualche motivo, chiamata “Piccola Versailles“.

Come si varca la soglia si è accolti da quell’odore inconfondibile che mischia umidità e profumi di vini in maturazione. Grandi botti di legno e contenitori di acciaio si susseguono sotto le volte buie. Fortissima è la tentazione di battere con le nocche per sentire se le botti sono piene ma è un gesto da non fare perché è molto scortese verso il vignaiolo, sarebbe un po’ come se qualcuno venisse a curiosare nel nostro conto in banca.

Il regno dei vignaioli e del vino

Un buon bicchiere di vino da Vinorama

Un buon bicchiere di vino da Vinorama

A Rivaz, il comune più piccolo del Canton Vaud, c’è Vinorama (www.lavaux-vinorama.ch) il centro di informazione dei vini e dei vigneti in terrazza del Lavaux ospitato in un edificio mimetizzato tra i terrazzamenti, a picco sul lago, dove si possono degustare 260 etichette di Chasselas e dei rossi dei vari terroirs scoprendone i differenti aromi.

Una visita permette di farsi un’idea della vasta offerta per poi scegliere il proprio produttore preferito. In attesa del 2019 quando a Vevey si terrà la Fête des Vignerons, una grandiosa celebrazione, unica al mondo, del vino e dei vinicoltori che si svolge una volta ogni generazione (l’ultima fu nel 1999), durante l’autunno si organizzano in tutto il cantone numerose manifestazioni dove è possibile odorare il profumo del mosto: feste locali, passeggiate tra i vigneti, visite alle cantine.

La Fête des Vendanges di Lutry (www.fetedesvendanges.ch) è tra le più importanti. Si tiene dal 25 al 27 settembre. Sul sito www.region-du-leman.ch si può trovare il calendario completo delle manifestazioni, anche in lingua italiana.

Il mulino artigianale e i suoi innumerevoli oli profumati

Il senso dell’olfatto entra in gioco anche se si compie un viaggio nell’entroterra di Losanna, un’area ricca di boschi dove c’è abbondanza di noci dalle quali si ricava l’olio. A Sevéry è ancora attivo l’ottocentesco Mulino di Sevéry, (www.huilerie-de-severy.ch) di proprietà della famiglia Bovey che produce artigianalmente l’olio di noce, Presidio Slow Food. La tecnica antica vuole che le noci siano tritate finemente, l’impasto è poi tostato lentamente e spremuto da una pressa idraulica, attraverso delle tele di juta naturale.

L’uso di olio di noci come alimento e come combustibile per lampade è molto antico, risale già ai tempi dei Romani. La nascita degli oleifici industriali e il gelo del 1956 hanno decimato gli oleifici artigianali e oggi ne sopravvivono solo cinque in tutto il cantone. L’oleificio di Sévery è il più grande della Svizzera con una produzione compiuta durante tutto l’anno fino a 30 mila litri di olio di noci oltre ad altri undici tipi di olio tra cui nocciola, colza, sesamo, mandorle e semi di zucca. Il Mulino di Sévery è visitabile e organizza anche quest’anno la tradizionale Fête à la Noix, la Festa della Noce, il 19 settembre, durante la quale il pubblico rompe i gusci, toglie i gherigli, pressa e porta a casa la sua bottiglia d’olio.


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