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Caos libico continua... entro domani ultimatum per formare il nuovo governo

Creato il 19 settembre 2014 da Marianna06

 

       

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Ha  tempo entro  domani,sabato 20 settembre, il primo ministro Abdullah al Theni (o al Thinni) per formare un “nuovo governo di crisi ridotto” e, nel caso in cui non dovesse riuscire verrà nominato un suo successore.

E’ questo l’ultimatum lanciato dalla Camera dei rappresentanti (parlamento) dopo aver respinto la composizione del gabinetto presentata da al Theni, che di fatto non ha ottenuto la fiducia.

Diverse le critiche mosse da Ageela Saleh, presidente del parlamento, che ha espresso preoccupazione per l’eccessivo numero di ministri, in tutto 16, e per il fatto che alcuni di loro sono stati scelti per dirigere più dicasteri.

La Camera dei rappresentanti, eletta lo scorso giugno, con sede a Tobruk per motivi di sicurezza, ha chiesto al primo ministro di costituire una nuova squadra di soli dieci nomi, con “volti nuovi” e di eliminare alcuni dicasteri “inutili nella situazione attuale”, tra cui cui quelli dell’agricoltura e del turismo.

Le sollecitazioni dei deputati, ha sottolineato il quotidiano Libya Herald, rappresentano “ulteriori pressioni” su al Theni, già costretto a tenere conto delle rivendicazioni delle varie tribù e regioni nella formazione dell’esecutivo, in un contesto di accese tensioni politiche e grande insicurezza.

In meno di una settimana è la terza volta che slitta l’entrata in carica di un nuovo governo.

Al Theni, riconfermato alla guida del governo all’inizio del mese, si è assegnato la guida della Difesa e della squadra respinta facevano parte diversi ministri dell’esecutivo uscente.

Intanto continuano gli scontri tra milizie rivali sia ad ovest di Tripoli che a Bengasi (est), ormai in buona parte sotto il dominio dei gruppi islamici.

Se il presente è frutto del passato, tutto ciò , almeno in parte, sono  le cicatrici ancora visibili di una colonizzazione europea balorda del secolo scorso.

Colonizzazione che, al termine, ha lasciato parecchi interrogativi irrisolti e non ha favorito affatto l'amalgama di un popolo perché divenisse nazione a tutti gli effetti.

L'era Gheddafi, se si vuole, può essere paragonata in Libia a ciò che è stata la politica di Tito  nella ex-Jugoslavia.

E cioè,  finito l'uomo "forte", caos completo.Proprio come si può evincere dagli ultimi avvenimenti.

 

          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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