Magazine Diario personale

Capire e farsi capire.

Da Arthur

Uhmmm

Ieri ho avuto una conversazione che mi ha fatto riflettere molto, in contrapposizione al mio “camminare insieme”, cioè a quella voglia di sentirmi sempre e comunque partecipe della mia vita anche insieme agli altri, mi si poneva l’enigma dell’uomo che invece, malgrado cerchi o si illuda di non essere da solo, viva la sua vita in solitudine, perché, per esempio, nei momenti più bui, quale può essere la morte, malgrado abbia vicino a sé chi gli vuol bene, l’affronta comunque da solo.

E’ vero da un lato, ma non del tutto secondo me e la risposta sta in quel bisogno che ognuno di noi ha, malgrado viva la sua solitudine, di sentirsi parte di qualcosa, di qualcuno.

E’ forse un attimo, impercettibile, una sensazione che comunque non lascia spazio ad equivoci; il calore di una mano, o lo sguardo di chi ti ama vuol dire che non c’è l’abbandono, vuol dire che malgrado tutto, non si è da soli ad affrontare l’imponderabile.

La condivisione è un atto di fiducia, non importa se avviene subito o un po’ per volta, ma perché ci sia deve esserci la volontà di capire e di farsi capire, proprio perché noi non siamo un’isola felice e solitaria, ma qualcosa che fa parte di qualcosa più grande, l’insieme di tutti noi. Nessuna realtà può essere scardinata o violata, indubbiamente, ma per fare parte di altre realtà, deve esserci uno sforzo comune, altrimenti è tempo perso.

Così, giusto per dire.

Buon 25 Aprile!



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