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Capitolo 1 - “Misoginia e malessere dell'anima. Esplicazione e necessarie applicazioni per una difesa del maschio nel 21° secolo”

Creato il 15 gennaio 2013 da Robydick
(a cura di Napoleone Wilson)
Un argomento di grande rilevanza mediatica negli ultimi tempi è il cosìddetto “femminicidio”, per il quale è stato persino coniato questo goffo neologismo, ma il quale se appena si cerca anche soltanto di indagare su ciò che possa avere portato a questa “epidemia”, dato che di questa pare trattarsi, per come viene presentata e la rilevanza che gli viene data dagli organi di informazione, si rischia subito di scatenare un circo mediatico pari o superiore a quello scatenato dal sicuramente pazzoide parroco di Lerici.
Ma come si diventa ad esempio misogini, un ottimo inizio per diventare dei veri “odiatori” della parte femminile del genere umano?
Certamente, le donne delle ultime generazioni, tolta la sfera erotica della relazione che immancabilmente ha a finire, sono delle grandi dispensatrici di infelicità e frustrazioni, non aiutando con questo, una minima fiducia riponibile nei loro confronti.
Purtroppo, la misoginia è una malattia dell'anima anche molto lacerante, perchè per biologia stessa la parte maschile del genere umano cerca in quella femminile della risposte a delle domande che ella non può però certamente fornirgli, programmata biologicamente com'è quest'ultima, solamente e soprattutto alla continuazione e alla protezione della specie a scapito se necessario anche dell'elemento uomo, il quale è solo uno strumento per arrivare a ciò e ancora -per ora -necessario.
Non parliamo poi della stima e della simpatia, le quali con i loro molteplici atteggiamenti da maschilisti D'antàn e l'aggressività mostrata nell'occupazione dei luoghi e posti di potere, non hanno certo aiutato.
Così, si può dire siamo già instradati a diventare dei misogini.
Soltanto che una volta, in passato, essa poteva essere maggiormente sì figlia dei pregiudizi maschili sulle donne che ancora non avevano praticamente dato prova di sé, in alcunchè campo.
Oggi che non è così, oggi che a partire dall'Università e dal settore medico, bancario-finanziario, amministrativo pubblico e privato, militare e della sicurezza ecc., sono sempre più in una vera e propria sorta di “occupazione”, si può sostenere senza timore di deformare la realtà, quanto le donne nella competizione si siano dimostrate infide, mentitrici e totalmente incapaci di bontà e non parliamo poi di fedeltà, così nelle relazioni personali e affettive come in quelle professionali. Tutte in tensione unicamente verso una estrema competitività agonistica “malata”, caratteristica della loro estremadeterminazione da “difensori biologici della specie” e adesso di sé stesse, dalle ataviche prepotenze, colpi bassi e sopraffazioni del maschio, adesso completamente rovesciate da loro stesse a proprio uso e consumo.
Questo ragionamento non è oggi nel 2013 ingannevole o tendenzialmente astratto, ma è una realtà ben tangibile dalla quale ogni uomo può trarre le sue conclusioni nella vita di tutti di giorni, bastante solo che sul lavoro abbia la sfortuna di avere una qualche collega donna, o peggio che le ne incoglia, responsabile.
Questo ragionamento qui espresso non dovrebbe neppure essere sminuito o interpretato come solitamente accade che la misoginia come anche la misantropia, è figlia di esperienze personali negative con il genere femminile. Non è così, o almeno non più oggi laddove siamo entrati in una fase nuova nella quale essa dovrebbe essere applicata necessariamente come primaria difesa del maschio, colpito dalla natura femminile, non più solamente nel lato privato e affettivo, ma da ogni parte esso si rigiri.
Non è neppure solamente ascrivibile ad banale un errore di generalizzazione, o basti ricordare di nuovo le moltitudini di uomini rovinati nei tribunali da cause di separazione quasi unicamente risolvibili in favore delle donne, con le sempre più numerose sperequazioni che si sono via via verificate, e che hanno provocato per centinaia, migliaia di impiegati, piccoli e medi imprenditori, come quadri, operai, ecc., privati -sempre- della loro casa, alle volte persino dei contatti con i propri figli, e ridotti a vivere in stanze di residence addirittura dovuti esclusivamente creare per loro, se non in macchina e per strada, costretti a mangiare nelle mense della Caritas, per uno stipendio esageratamente decurtato e reso alle volte insufficiente per vivere, in quanto destinato alle ex-mogli, le quali magari hanno anche spesso già un altro uomo e manutentore.
Sfido chiunque della dittatutra mediatica interamente a loro favore a sfatare ciò come frutto di una visione deformata e arbitraria, questa è la prima Era dell'uomo che ha potuto pienamente mostrarci la natura femminile nella sua essenza una volta raggiunto il potere effettivo nei confronti del maschio, sia dal punto di vista del lavoro che della psicologia, della filosofia, della sociologia e di ciò che si vuole.
Le donne non imparano mai alcunchè dai propri comportamenti, e sono drastiche e intransigenti per natura, il concedere la propria fiducia ad esse, un errore sempre reiterato dal maschio, e quanto più vi sia di sbagliato. Le donne sono bravissime a farsi consegnare a loro in tutta la propria intimità e fiducia, per poi quando si sono stancate e l'uomo è interamente nel palmo della loro mano, perdere la curisoità e l'interesse per mancanza di necessario e sintomaticomistero”, quindi lasciandolo o “rottamandolo” come si potrebbe dire adesso con un altro brutto neologismo di recente formulazione. Non è un'esagerazione questa o il voler denigrare le donne, esse sono fin qui state benissimo loro a denigrarsi da sole, praticando dei comportamenti così stupidi e insensibili, oltre che così largamente diffusi, che è un ragionamento di buon senso in questo caso applicare una generalizzazione per difetto.
La vita dell'uomo è dalle donne del 21° secolo sempre più ridotta ad un allucinante “Golgota” dalle proverbiali sette“Via Crucis”, a pagare e scontare sempre più spesso per colpe o responsabilità sempre più veniali, senza alcuna capacità di vicinanza e comprensione nella coppia, la quale è come non mai dalla notte dei tempi dell'unione uomo-donna, un inferno di sottomissioni maschili a stupidità e mediocrità reiterate e totalmente stupide.
[…] Continua nel capitolo II: “Considerazioni sulla coppia, un male necessario?”
Napoleone Wilson


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