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Cara maestra

Da Seavessi
Cara MaestraG,
Mi dispiace che pochi genitori abbiano ritagliato dal giornale e spedito  i tagliandini per votare il presepe dell’asilo al concorso della Piccola Città.Mi dispiace sul serio, perché so quanto cuore ci mettiate voi maestre, e so che fate un lavoro bellissimo e complicato e che non vi apprezziamo mai abbastanza.
Ma, MaestraG, forse quel biglietto appiccicato alla porta e scritto col pennarello rosso potevi risparmiarcelo.
Capisco il tuo disappunto, ma potevi magari evitare di scrivere della “grande delusione” dei bambini, aggiungendo i tuoi sarcastici ringraziamenti “ai genitori che non hanno trovato neanche il tempo di comprare il giornale per valorizzare il grande impegno dei figli”.
MaestraG, saremo anche una banda di genitori un po’ sfigata, certamente male assortita. Ma da inizio anno abbiamo dato contributi sedicenti volontari – e credimi, mica per tutti quei venti euro sono sciocchezze – abbiamo portato senza fare una piega fazzoletti, sapone, carta igienica, chi poteva pacchi di fogli e colori, senza dire bah, contenti di poter contribuire a mettere una pezza alle macerie lasciate dal ciclone Marystar, che influenza intestinale la colga.
Abbiamo portato materiale per la Recita, e cucinato per la festa del Dopo Recita, perfino le perplesse mamme cinesi–non-parlanti–italiano.
Non abbiamo fatto una piega di fronte al divieto di fare foto e filmati, e abbiamo comprato foto e dvd dal fotografo ufficiale, sapendo che così avremmo contribuito che so, a finanziare il corso di psicomotricità. Mai sentito nessuno lamentarsi.
Credimi, poteva andare decisamente peggio.
Ora, MaestraG, ti svelo due segreti.
Il primo è che anche alle non-maestre capita di non veder riconosciuto il proprio impegno. E che per quanto siate una categoria bistrattata, se di dieci iniziative che prendete una non ha successo magari non è il caso di lanciare anatemi.  Sono cose che succedono in qualunque lavoro, si dice pazienza e si tira avanti. E magari si pensa se non era il caso di ricordarla un paio di volte in più questa storia dei tagliandini, a mamme che corrono tutto il giorno e per cui il Concorso dei Presepi non è esattamente il primo pensiero la mattina.
Il secondo è che il tuo sarcastico bigliettone ai genitori che se ne fregano  non ha fatto nè caldo nè freddo: se ne fregavano prima e se ne fregano adesso, al massimo sei riuscita a tirare via un _eccheppalle.
Quelli a cui hai dato un pugno nello stomaco di prima mattina sono i genitori giocolieri, quelli che cercano di tenere in aria un numero indefinito di palline ma inevitabilmente gliene scappa qualcuna, quelli che sembra che il tempo e l’impegno siano sempre una coperta troppo corta, quelli che sti maledetti giornali coi tagliandini li hanno comprati quando potevano e quando si ricordavano.
Io ti capisco, MaestraG, senza sarcasmo, e spero che tu ti sia sfogata e ti senta meglio.
Se la prossima volta potessi sfogarti e sentirti meglio senza fare sentire ME una sciagurata che se ne frega della figlia, te ne sarei grata.
Tua Seavessi.
Cara maestra

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