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Carcere. Legge sui rimedi compensativi, Coisp:

Creato il 22 agosto 2014 da Yellowflate @yellowflate

 

carcere
 “Ai detenuti sconti di pena e soldi che dovrebbero andare con priorità a chi li ha guadagnati col sudore? Le solite assurde ‘pezze’. Aprire penitenziari inutilizzati e costruirne di nuovi”

“Con i milioni di euro che ci vorranno per indennizzare i detenuti a titolo di rimedio compensativo ci si sarebbero potuti costruire penitenziari in ogni angolo della Penisola. Ma ecco che al Governo ci hanno pensato bene e hanno trovato subito la soluzione: non soldi e solo soldi, diamo anche una bella sforbiciata alle pene da scontare, così chi si lamenterà più? Beh, ci lamentiamo noi: all’immenso esborso di denaro che ci vorrà per chi è finito in carcere giustamente, si unirà anche l’inutile spesa di pagare tutti gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura che lavorano ogni giorno per mandarli dentro ‘sti bravi ragazzi! Potremmo invece lasciare tutti liberi, loro e noi, e tagliare la testa al toro! Sai quanti soldi risparmiati…”

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta con dura ironia il contenuto della legge – appena entrata in vigore – di conversione del decreto legge che prevede misure compensative per i detenuti che hanno subito un trattamento c.d. inumano, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Un provvedimento che prevede, fra l’altro, sconti di pena o soldi ai detenuti reclusi in “condizioni inumane”. Per compensare la violazione della Convenzione sui diritti dell’uomo, se la pena è ancora da espiare è previsto un abbuono di un giorno per ogni dieci durante i quali è avvenuta la violazione del diritto a uno spazio ed a condizioni adeguate. Per chi non si trova più in carcere è previsto un risarcimento pari a 8 euro per ciascuna giornata di detenzione trascorsa in condizioni non conformi alle indicazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo (da qui al 2016 per i risarcimenti saranno disponibili 20,3 milioni di euro). E ancora: divieto di custodia cautelare in carcere in caso di pena non superiore ai 3 anni (esclusi però i delitti ad elevata pericolosità sociale); e poi, a meno che non prevalgano esigenze processuali o di sicurezza, l’imputato che lascia il carcere per i domiciliari lo farà senza accompagnamento delle Forze dell’Ordine.

“Più che dei provvedimenti per fronteggiare il sovraffollamento delle carceri – insiste Maccari – sembrano tanto misure premiali per chi delinque! Ma come, vengono stangati in ogni modo possibile e fino all’indegnità più assoluta gli Appartenenti al Comparto Sicurezza e contemporaneamente si pensa a come dare corpo alle ragioni di protesta di chi in carcere ci è entrato avendo scelto deliberatamente e liberamente di delinquere e di infrangere le regole della Sicurezza che noi dobbiamo garantire? E’ pura follia. Fino a ieri si è sparso il panico più totale fra migliaia di donne e uomini in divisa che potrebbero vedersi bloccati gli stipendi ancora per altri due anni, dopo i precedenti quattro di lacrime e sangue, senza avere il modo di arrivare e fine mese in condizioni dignitose, ed oggi siamo qua a discutere di pagare chi in carcere non ha un trattamento adeguato per colpa di quello stesso Stato che toglie i soldi di tasca agli onesti per coprire le proprie inefficienze? E’ una vera vergona. Probabilmente anche a noi non resta che rivolgerci all’Europa perché riconosca il nostro diritto di non sottostare più all’indifferenza ed allo sfruttamento che subiamo ogni giorno da troppi anni”.

“Non si riesce a comprendere – conclude Maccari -, e questo perché non c’è una valida spiegazione, come mai non si sfruttino le tante strutture carcerarie inutilizzate o non si passi a crearne urgentemente di nuove, invece di mettere le solite ‘pezze’ su disastri di proporzioni titaniche, sfornando un indulto dopo l’altro, accorciando le pene già comminate, riducendo e facendo quasi scomparire le dovute punizioni per reati che invece si chiede a noi di combattere senza frontiere – lo spaccio è l’esempio più lampante -, e finendo per occuparsi prima delle lamentele di chi delinque e mai di quelle di chi tutela cittadini e Istituzioni. Le contraddizioni che governano incontrastate l’Italia rosicchiano di più ad ogni giorno che passa, inesorabilmente, le motivazioni e la dedizione del Personale in divisa che, se non ha mai trovato conforto nel trattamento economico ricevuto, fino ad oggi si è fatta bastare la soddisfazione di fare cose buone per la società, assicurando alla giustizia, e quindi alle patrie galere, chi ha violato la legge meritando, per previsione di quella stessa legge, di entrare in una cella. Anche questo adesso non vale più, e noi assistiamo attoniti, fra l’altro, alle centinaia e centinaia di scarcerazioni effetto delle nuove iniziative legislative, mentre i detenuti vanno a casa mettendosi in tasca i soldi che noi non troviamo nelle nostre buste paga anche se ci spetterebbero. Sullo sfondo di questa lieta immagine rimangono le scuole cadenti dove mandiamo i nostri figli, i servizi inesistenti che servirebbero ai nostri anziani genitori, i malati a passeggio per mancanza di posti letto negli ospedali, le case vuote di coppie che non possono più pagare gli affitti perché rimaste improvvisamente disoccupate (e che tanto avrebbero voluto essere ospitate nell’albergo a tre stelle con piscina nel Nuorese dove 47 immigrati si sono rifiutati di entrare), le volanti ferme perché senza benzina ed i Poliziotti che avrebbero dovuto occuparle che chiedono al detenuto mandato ai domiciliari senza scorta: scusa mentre te ne torni a casa con la tua auto, mi dai un passaggio in Questura?”.

 


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