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Carlo Borromeo e le donne gettate nel fuoco a testa in giù!

Creato il 28 giugno 2014 da Il Viaggiatore Ignorante
Carlo Borromeo e le donne gettate nel fuoco a testa in giù!

Nel momento in cui l'autunno si trasforma in inverno, un uragano funesto e pericoloso si avvicinava da Sud alle valli meridionali della Svizzera!Nuvole nere preannunciavano una tempesta che avrebbe lasciato segni per i secoli a venire.Il cardinale Carlo Borromeo si apprestava a visitare la valle Mesolcina per convertire quegli infedeli che avevano il coraggio di seguire i dettami del protestantesimo!In questo infausto viaggio si era fatto precedere dal gesuita ed avvocato Francesco Borsatto, il cui compito era quello di preparare il terreno per l'arrivo del cardinale.

Il Borromeo conosceva quelle zone a Nord del Lago Maggiore, in quanto nato sulle sponde dello stesso lago, precisamente ad Arona, nel 1538.
Il suo viaggio attraverso le valli svizzere a Nord del Lago inizia nel novembre del 1582. Lo scopo di tale "visita pastorale" era quello di affermare, fortemente ed a qualsiasi costo, il Credo come deciso dal Concilio di Trento, conclusosi qualche anno prima.
Possiamo analizzare la situazione iniziale che il Borromeo trova, il viaggio all'interno delle valli e le soluzioni applicate, tramite le sue stesse parole.
Il 3 novembre il cardinale entra nella valle. All'inizio si ferma a Roveredo per poi trasferirsi a Mesocco. Negli stessi giorni venivano messi agli arresti Domenico Quattrino, parroco della collegiata di San Vittore, che abitava a Roveredo, e diversi seguaci. Secondo quanto riportato da diversi scritti, era persona di pessima condotta e non allineato con le idee della riforma. [1]
Lo stesso cardinale in una lettera inviata all'amico, e cardinale, Paleotti nel dicembre 1583 ammette:
Vi ho trovato le cose del culto divino sordite ed incolte....I sacerdoti erano licenziosi a tutto ed impuri; inoltre i forestieri e vagabondi che escono dalla religione rovinando se stessi e gli altri con il pericoloso esempio delle loro pessime azioni.  [2]
Il cardinale si trova al cospetto di una situazione per lui assurda ed imbarazzante, quasi miserabile! Non vi è disciplina tra i sacerdoti! Non vi è autorità in quelle persone che dovrebbero portare la parola di Dio!
La sua principale preoccupazione è quella di riportare tutte queste persone sulla retta via! sulla strada della Chiesa di Roma, quella uscita dalla Riforma o se vogliamo, così come è stata imposta dal concilio di Trento.
A questi mali ho cercato di rimediare con procurare prima di guadagnare prima questi apostati, e che tornassino a penitenza, che si sariano abbracciati ad ogni carità e misericordia, e mi è venuto fatto con divina grazia, e così gli mando alle sue religioni.... [2]
In questo passo della lettera ammette che tutti coloro che si sono riconvertiti alla fede della chiesa romana sono stati restituiti ai loro conventi o alle loro diocesi.
Ma coloro che decisero di non abiurare la nuova fede? Quale fu il comportamento di san Carlo Borromeo?
Ho procurato con commutazione et altrimenti che siano aiutati tutti con studi e discipline et uno più importante e principale dei contorni sono stato sforzato di dare in potere del braccio secolare...[2]
In questo passo il riferimento al prevosto arrestato, don Quattrino, è palese. Inoltre è lampante il passaggio di coloro che non si sono piegati alle torture al braccio secolare. 
Il braccio secolare era rappresentato dal potere laico del luogo nel quale avvenivano tali procedimenti contro coloro che si allontanavano dal Credo.
Ricordo che " Ecclesia non novit sanguinem", cioè la Chiesa non sparge sangue, per cui l'esecuzione della condanna non spettava mai alla Chiesa stessa ma, appunto, al braccio secolare.
Ma il viaggio all'interno delle valli Alpine non poteva risparmiare le streghe!
Non era sufficiente braccare, rincorrere, stanare e giustiziare coloro che avevano aderito al Protestantesimo, vi era l'obbligo morale di "Purgare" le valli dalle streghe!
Quelle povere donne che nulla facevano se non vivere la propria vita come era stato insegnato loro dalle generazioni precedenti!
Si è atteso anco a purgare la valle dalle streghe la quale era quasi tutta infestata di questa peste con perdizione di molte anime, tra le quali molte si sono ricevute misericordiosamente a penitenza colla abiurazione, alcune date alla corte secolare come impenitenti con pubblica executione della giustizia. [2]
In questo passo vi è l'ammissione di aver torturato e giustiziato delle persone per il semplice fatto di vivere secondo le usanze del proprio luogo!!!
Il Cardinale, che ricordo essere stato beatificato nel 1602 e canonizzato nel 1610, divenuto Santo ammette l'esistenza delle streghe, l'utilizzo della tortura, l'esistenza della condanna a morte e del passaggio dei condannati al braccio secolare per il rogo purificatore!
Il risultato di questo viaggio pastorale del Santo Cardinale in Val Mesolcina?
Vennero intentati 162 processi!
Vennero eseguite 12 condanne a morte!
Tra i 12 condannati al rogo vi era anche, unico uomo, il prevosto della Collegiata di San Vittore. 

Purtroppo al dolore non vi è mai fine come al sadismo dell'uomo!
I dodici condannati vennero bruciati vivi, legati a testa in giù al palo del rogo...... [3]

Bibliografia:

[1] Compendio storico della Val Mesolcina, di Giovanni Antonio Marca, Lugano 1838.
[2] Lettera del cardinale Borromeo al cardinale Paleotti, Bellinzona 9 dicembre 1583.
[3] Libro nero del Cristianesimo, Jacopo Fo, Sergio Tomat e Laura Malucelli, 2000.

Quadro di copertina: Orazio Borgianni, San Carlo Borromeo.


Carlo Borromeo e le donne gettate nel fuoco a testa in giù!Carlo Borromeo e le donne gettate nel fuoco a testa in giù!
Carlo Borromeo e le donne gettate nel fuoco a testa in giù!
Lettera di Carlo Borromeo al cardinale Paleotti, Bellinzona 9 dicembre 1583.

In conclusione voglio ricordare che il 3 giugno del 1788 avvenne a Milano quello che fu ribattezzato il "Rogo della Memoria"! Un incendio che distrusse tutto l'archivio storico della santa Inquisizione della diocesi di Milano dal 1314 al 1764 compreso.

Oggi possiamo disporre di informazioni certe e provate dei processi che avvennero fuori dalle mura della città lombarda.

Articolo di Fabio Casalini


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