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Carlo Lucarelli conduce la nuova serie del magazine "Italia in 4D" al via stasera su Rai Storia

Creato il 25 ottobre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Rai Educational presenta la nuova serie di Italia in 4D, in onda tutti i venerdì a partire dal 25 ottobre alle 21.30 su Rai Storia, ch. 54 del Digitale Terrestre e ch. 23 Tivù Sat.
Sarà Carlo Lucarelli a condurre il magazine di Rai Storia che intreccia e approfondisce i grandi temi sociali, politici ed economici che hanno caratterizzato la vita del Paese a partire dal dopoguerra; gli anni ’50, ’60, ‘70 e ’80, 4Decenni del Novecento italiano per raccontare “usi e costumi” della Prima Repubblica.
Scrittore di successo, volto noto al pubblico televisivo che ne apprezza la particolare capacità di narrazione, Carlo Lucarelli in Italia in 4D partirà in ogni puntata da un evento, un caso, un personaggio “paradigmatico”, attorno al quale si dipanerà il tema scelto dall’autore. Rubriche tematiche, materiali di repertorio dedicati all’Italia, provenienti dagli archivi audiovisivi di tutto il mondo e dalle Teche Rai, saranno le chiavi attraverso le quali Lucarelli porterà il telespettatore dentro l’identità dell’Italia repubblicana.
Italia in 4D entrerà così nel cuore degli anni Cinquanta, quelli di un’Italia che ha appena rialzato la testa dalla distruzione della guerra e che ora rincorre il benessere, lavora, costruisce, guadagna, consuma. Arrivano la televisione, la Lambretta, l’automobile per tutti, il Festival di Sanremo, i motoscooter, gli elettrodomestici e i grandi magazzini. È il decennio dell’atomo e dei processi per adulterio, delle autostrade e della censura. Si cerca di immaginare un paese ideale, popolato di famiglie perbene che antepongono l’educazione dei figli a qualunque altra cosa, ma scandali e intrighi assorbono la morbosa attenzione dei lettori dei rotocalchi e soffia una brezza di libertà individuale che sfugge ai codici tradizionali del buon comportamento. La scolarizzazione e la televisione contribuiscono alla diffusione di un linguaggio comune e nuovi modelli culturali di massa.
Gli anni Sessanta: il Paese raggiunge la sua maggiore età, da contadino diventa industriale, conosce con rapidità una crescita economica straordinaria ed entra a far parte del consesso delle nazioni più avanzate. Tv, frigorifero, lavatrice, oggetti fino a qualche anno prima visti solo nei film americani, entrano ora nella disponibilità di tante famiglie. La televisione completa il percorso risorgimentale e unisce definitivamente la nazione: si impara a leggere e a scrivere anche grazie al maestro Manzi, ma in Rai si censurano le gambe troppo lunghe e troppo in vista delle gemelle Kessler. Un decennio che vede abolire il delitto d’onore, le donne iniziare a lavorare fuori casa e i giovani che da semplice anticamera dell'età adulta diventano soggetto sociale autonomo; anche la classe operaia conquista il centro della scena sociale. Sarà poi, nel ’69, l’attentato di piazza Fontana a spazzare via le magnifiche sorti del decennio, aprendo quel buco nero che divorerà dal suo interno le istituzioni italiane negli anni successivi.
Gli anni Settanta: gli anni della contestazione e della parola libertà che si diffonde come un mantra nelle piazze: libertà d’espressione, libertà dei costumi, liberalizzazione dello Stato. Le nuove generazioni pretendono cambiamenti profondi della società, reclamano la pace in Vietnam, l’aborto legale, diritti civili. La legge sul divorzio e lo Statuto dei lavoratori del 1970 impostano il decennio mettendo al centro della modernità l’emancipazione dei cittadini. Le pubblicità diventano ammiccanti e i concerti rock eventi di massa. In tv Arbore s’inventa l’Altra Domenica per aggiornare il servizio pubblico orfano del monopolio, mentre una biondissima Carrà e un folgorante Mennea accendono gli entusiasmi del paese. Qualcosa di oscuro e inquietante si muove però sotto la superficie; la strage di Piazza Fontana del ’69 è il primo capitolo di un lungo romanzo criminale che penetra e attraversa il decennio come un fiume carsico. Il golpe Borghese, la strage dell’Italicus, il caso Sindona, fino all’assassinio di Aldo Moro: le tensioni sociali e il terrorismo dividono le famiglie e spaccano le coscienze.
Gli anni Ottanta: gli italiani esibiscono una voglia di cambiare che va di pari passo a un consolidarsi del benessere, a un rinnovato boom dei consumi e a una serie di innovazioni destinate a rivoluzionare il privato dei cittadini del belpaese. La voglia di cambiare si traduce in voglia di divertirsi, la voglia di divertirsi in voglia di trasgressione. Si rompono tabù, si impongono nuovi modelli socioculturali, nuove forze politiche salgono alla ribalta e anche il monopolio televisivo pubblico è infranto. Nessun decennio del dopoguerra ha diviso tanto gli italiani come gli anni ’80; un periodo ancora discusso e controverso, l’ultima decade della “Prima Repubblica”.
Italia in 4D avrà, in prossimità del semestre di presidenza italiana della UE, nel luglio del 2014, una ulteriore mutazione trasformandosi in quel periodo in Europa in 4D, un modo originale per raccontare le recenti vicende del Vecchio Continente con il piglio e il disincanto proprio del magazine di Rai Storia.
LA PRIMA PUNTATA: SPUDORATA ITALIA! Nella prima puntata della nuova serie di Italia in 4D, a confronto 40 anni di “infrazioni” al comune senso del pudore. Carlo Lucarelli ci guida tra gli scandali, le censure, gli spogliarelli e le rivoluzioni sessuali che hanno segnato i primi quattro decenni dell’Italia repubblicana partendo da un caso di cronaca degli anni ’50, lo scandalo che vede coinvolta l’attrice di Rivista Gilda Marino. Nella puntata, AAA offresi, il documentario che gli italiani non hanno mai visto; l’incredibile vicenda dell’inchiesta televisiva sulla prostituzione del 1981 “censurata” a poche ore dalla messa in onda, nel racconto in esclusiva di una delle autrici. L’Italia si scopre: lo spogliarello che cambiò l’Italia. Nel 1958 la ballerina turca Aichè Nanà, nel corso di una festa mondana in un locale di Via Veneto a Roma, si toglie qualche indumento di troppo. La giustizia la condanna a due mesi per atti osceni in luogo pubblico. Ma i paparazzi ringraziano: nasce la Dolce Vita. A seguire Pornografia anno zero, la nascita e il successo dell’editoria pornografica negli anni ’70 e il ciclone “Cicciolina” negli anni ’80. Infine, Impariamo il sesso: quando l’educazione sessuale sbarca in TV mentre Franco Fabbri ci racconterà la musica “a luci rosse”.

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