Magazine Palcoscenico

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Creato il 27 febbraio 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il febbraio 27, 2012 | TEATRO | Autore: Andrea Grasso

Carlo Pistarino: un Tuffo nei RicordiCarlo Pistarino, il famoso comico genovese diventato popolare per aver fatto parte del cast di trasmissioni culto della TV anni ‘80 come Drive In (1983-1988) ed Emilio (1989-1990) e di cui però negli ultimi tempi si erano un po’ perse le tracce, vista la sua decisione di diradare le presenze in video per dedicarsi alla scrittura in qualità di autore teatrale e televisivo, è tornato a calcare le scene col monologo comico “Tutta colpa di Gino”, andato in replica per dieci sere alla Sala Hárpago di Catania, grazie all’organizzazione della compagnia “ilgattoblu”, capitanata dal comico catanese Gino Astorina. Con molta simpatia e disponibilità, Pistarino, subito dopo la prima dello spettacolo (di cui vi abbiamo già fatto un resoconto), ci accoglie nel suo camerino e, rispondendo alle nostre domande, diventa un fiume in piena e, con ancora negli occhi l’entusiasmo per l’accoglienza calorosa appena ricevuta dal pubblico, ripercorre molto volentieri tutta la sua carriera artistica, con un accenno alla fine anche alle sue passioni personali.

Hai esordito in TV raccontando gli episodi divertenti del tuo lavoro di autista di bus. Ce ne ricordi qualcuno?

«Ho iniziato raccontando veramente quello che ho combinato da autista di bus: mi divertivo (senza far del male a nessuno), avevo un mondo a disposizione, le persone che vedi alle 5 del mattino con in mano il sacchetto della spazzatura e quello del pranzo. E quanti ho visto buttare, per il troppo sonno, il pranzo nella spazzatura e a mezzogiorno aprire la differenziata! Ai tempi c’erano l’autista e il bigliettario, erano coppie affiatate come Albano e Romina! Tanti gli episodi veramente esilaranti: il più divertente è quando io, autista molto giovane, ho detto al bigliettario anziano di scambiarci di ruolo; la gente sale sull’autobus e vede il bigliettario giovane (io) e l’autista anziano già seduto che gli dà l’idea di avere anni di esperienza; appena si riempie dico “Giovanni, mi fai provare a guidare?”; di lì è venuto un viaggio ai limiti dell’assurdo, la gente spaventata e io che facevo finta di guidare male, frenavo male, non aprivo le porte… addirittura qualcuno in fondo faceva segno di non salire a chi era a terra perché l’autista non guidava bene! Queste cose le raccontavo la sera al bar e la gente si buttava in terra dal ridere; finché i miei quattro amici più cari mi dicono di avermi iscritto a un concorso per comici e io ho detto “ma lì c’è la gente, devo farla ridere” e loro mi risposero “ma noi siamo gente… se ridiamo noi rideranno anche loro!” e da lì è partita tutta la mia avventura. Al primo anno di Drive In non mi ero ancora licenziato, e la divisa non era un abito di scena ma la mia vera divisa dell’AMT di Genova. Continuavo a lavorare e se la gente mi riconosceva nel bus e mi chiedeva se ero io quello del Drive In dicevo “no, mi assomiglia!”, perché non sapevo ancora se ce l’avrei fatta!».

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Pensi che al giorno d’oggi un comico esordiente potrebbe seguire questa stessa tua strada?

«Di comici esordienti ce ne sono da anni e anni… questa strada non è né faticosa né irta di ostacoli, anche perché te la fai tu in modo incosciente, se è tortuosa è perché tu la stai rendendo tortuosa, se ci sono ostacoli sei tu che te li crei, ma se hai dentro questo e lo sai fare bene… Ai miei tempi prima di andare in televisione avevi alle spalle cento serate, oggi ci vanno subito e poi magari hanno difficoltà quando devono affrontare le serate, ma questo è il gioco: il piccolo schermo ti sbatte subito in prima pagina, ti dà una notorietà spaventosa, ma ripeto, se il mestiere ce l’hai dentro è facilissimo, se vuoi impararlo è difficilissimo. I tempi comici non te li insegna nessuno, puoi fare scuole di teatro, ma il tempo comico devi averlo dentro… puoi diventare un bravo attore e un ottimo interprete, ma il comico deve avere quello dentro. Io sono nato così e sto sfruttando una cosa che avevo dentro. Ovviamente, ho imparato molto in teatro, soprattutto quando ho fatto “Il borghese gentiluomo” nel ruolo del maestro di filosofia e ho dovuto ascoltare i consigli del regista; pensavo di non farcela, ma Giampiero Solari mi ha convito, è stata una bellissima esperienza».

Drive In è una delle trasmissioni di culto rimasta nel cuore di molti. Come sei arrivato nel cast e che ricordi hai legati a quei quattro anni?

«Mi sono presentato a Roma con la divisa da tranviere, mi ha fatto il provino Giancarlo Nicotra (regista del primo Drive In, Antonio Ricci è entrato al secondo anno) e ho raccontato teatralizzandole le avventure di tutti i giorni sull’autobus; poi andando a fare le serate in giro ho capito che dovevo ampliarle, bel paesino sperduto tra le montagne dove hanno solo la corriera non avrebbero capito la quotidianità dell’autobus come a Milano e Torino e quindi mi sono inventato altre storie e mi sono creato un altro repertorio. Infatti, nel secondo Drive In sono diventato “Pistarino Gite”, poi agenzia di viaggi (“Pensione Miramare Voghera”) e poi il fotografo nell’ultima edizione. Finito il Drive In ho fatto la prima edizione di “Bellezze al bagno” con la Carlucci, Beruschi ed Enzo Braschi e poi mi hanno chiamato Zuzzurro e Gaspare per fare Emilio».

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Emilio è infatti un’altra trasmissione di culto, probabilmente meno famosa di Drive In ma ugualmente valida a mio parere; il cast era meno numeroso e quindi ognuno di voi aveva molto più spazio a disposizione. Che ricordi hai di quel periodo?

«Non ho nulla contro Drive In, ma mentre questa era una trasmissione dove ognuno portava i suoi testi, Emilio lo scrivevamo noi tutti insieme; non dico che fosse più intelligente, ma era più “scritto”, e il cast non era da buttare (Zuzzurro e Gaspare, Athina Cenci, Silvio Orlando, Teo Teocoli, Gene Gnocchi e Giorgio Faletti)! Poi abbiamo fatto Emilio ‘90, per i Mondiali di calcio, e io facevo il personaggio del Sindaco di Montezemolo, di fronte a una parete bianca, “sento la voce ma non vedo la persona”, personaggio che poi abbiamo ripetuto anche in “Didomenica”, una parodia de “Il gioco dei 9”, sempre con Zuzzurro e Gaspare. Con loro ho partecipato anche alla sit-com “Andy e Norman”, in seguito ci siamo un po’ persi di vista, io sono andato a “Buona Domenica” con Gerry Scotti e la Carlucci; ma insieme abbiamo fatto anche del teatro, “La cena dei cretini”, “Te lo ricordi tu il purè” e “Sete, l’allegria di perdersi”, scritte anche da noi».

A proposito di Zuzzurro e Gaspare, anche loro si esibiranno qui a fine maggio per concludere questa stagione della Sala Hárpago. Siete ancora in contatto?

«Lo spettacolo che stanno portando in giro adesso, “Non c’è più il futuro di una volta”, l’ho scritto io per loro! Io e Andrea (NdR Andrea Brambilla è il vero nome di Zuzzurro) siamo come fratelli».

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Negli anni 2000 hai progressivamente ridotto il ruolo di attore per dedicarti a quello di autore: come mai questa scelta?

«Riprendendo da dove eravamo rimasti, dopo “Buona Domenica” ho fatto “Il gioco dei 9”, quello vero! Ero nell’ultima casella col megafono. Poi due anni di “OK, il prezzo è giusto!” con la Zanicchi, dove facevo personaggi strani come il muratore e il proprietario di televisione gay. Dopo quest’ultimi due anni mi sono sentito come se non fossi al posto mio e mi sono fermato totalmente: e l’ho fatto talmente bene che per un anno non mi ha cagato più nessuno! A un certo punto mi telefona Panariello e mi chiede di dargli una mano perché sa che sono il miglior battutista, e sono stato con lui dal 2000 al 2007, sia come autore che in scena: “Torno Sabato”, le gag di Renato Zero, i monologhi… e io facevo il giudice e il vigile, lui mi dava delle “pollate”, ci divertivamo come dei pazzi. Ho girato con lui “Al momento giusto”, che è la mia seconda esperienza cinematografica dopo “Italian Fast Food” (NdR col cast del Drive In); ho fatto anche un film per la TV, “Il Grande Torino” di Claudio Bonivento. Dopo Panariello mi sono messo a fare solo l’autore. Non salgo sul palcoscenico dal 2005 circa; poi mi sono ritrovato con Roberto Cenci, conosciuto quando era l’assistente musicale di Beppe Recchia, per “Volami nel cuore” e “Ti lascio una canzone”; in seguito lui ha ricevuto una proposta che non si poteva rifiutare da Mediaset e io l’ho seguito ed abbiamo fatto le tre edizioni di “io Canto”. Di recente ho scritto anche l’ultimo spettacolo di Loretta Goggi, “S.P.A. Solo per amore”, l’ultimo fatto da Gianni Brezza prima che venisse a mancare».

Fra i vari colleghi comici che hai incontrato nel corso degli anni ce n’è qualcuno con cui sei rimasto legato?

«Tutti! Una cosa di cui mi vanto è che mi vogliono bene tutti i miei colleghi! Ho scritto anche per Gigi e Andrea, per Teo Teocoli… non si è mai saputo finché non sono diventato autore a tutti gli effetti, ma ho sempre scritto per tutti, anche se all’inizio non ero autore a tempo pieno».

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Adesso finalmente ritorni in veste di attore teatrale. Come è avvenuto questo ritorno e come mai proprio a Catania?

«Gino Astorina mi ha telefonato la scorsa estate; è stato bravo, mi ha parlato da appassionato, quasi da collega, mi ha detto che voleva far tornare sul palco uno bravo e io ho risposto che se trovavo il numero glielo mandavo! (NdR gag inserita anche nell’introduzione dello spettacolo); a un certo punto ho sentito qualcosa, perché me l’ha detto uno che non conoscevo ma con l’affetto di uno che sembrava conoscessi da tanto. Anche Andrea (Zuzzurro) mi ha incoraggiato, mi ha detto “Pista, ma se non torni tu sul palco, chi ci deve tornare?”. E quindi è proprio colpa di Gino. Il pubblico stasera mi ha fatto provare la stessa emozione della prima volta. Forse mi era scattata dentro una molla di pigrizia, o non so come chiamarla; pensavo che ormai la mia carriera dovesse andare così, ma Gino mi ha fatto capire, senza dirlo, “ormai cosa???”».

Sappiamo che una tua grande passione è il motociclismo, in particolare le Harley-Davidson, in sella alla quale partecipi a motoraduni in tutta Italia. Com’è nata questa passione e cosa provi quando sei in moto?

«È l’altra parte della mia vita! Ho girato mezza Europa in Harley… e in questo mondo acquisisci un’altra maturità; lì non conta nulla se sei Carlo Pistarino, non gliene frega niente; lì ti rispettano se sei con loro a prendere acqua, fango, ubriacarti, e allora sei Carlo e basta. In quell’ambiente la mia figura pubblica conta un millesimo, anche perché se fai il fighetto ti dicono di restare a casa, quando arrivano i VIP con la Harley sul carrello nemmeno li salutano!».

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Hai un profilo personale su Facebook dove accetti tra gli amici i tuoi fan e spesso e volentieri dialoghi con loro. Trovi che questo tipo di approccio avvicini un artista al suo pubblico?

«Io sono sia su Facebook che su Twitter; ho imparato che se ti presenti come VIP, inizialmente sei molto enfatizzato, quasi osannato, ma se poi non dialoghi dai fastidio. Io fin dall’inizio mi sono presentato come Carlo e basta, qualcuno mi ha criticato perché dialogavo e rispondevo a tutti, ma secondo me non ha senso stare su Facebook senza dialogare».

Sempre su Facebook, spesso e volentieri pubblichi videoclip di brani musicali di tutti i generi, vecchi e nuovi; se ne deduce che sei un appassionato di musica. Quali i tuoi generi e artisti preferiti?

«Ti riassumo la mia vita in quattro dischi: “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, “Revolver” dei Beatles, “Pearl” di Janis Joplin e “Aftermath” dei Rolling Stones. Poi dal “pum pum” in poi apprezzo e rispetto tutto. Mia figlia, quando gli altri andavano in discoteca, ascoltava Janis Joplin, e ancora oggi mi è grata di questo. E per chiudere l’intervista ti dico una chicca: io all’isola di Wight c’ero! Avevo 18 anni e una sera ero con degli amici a un bar e abbiamo deciso di andarci: avevamo una 500 e ci abbiamo messo tre giorni ad arrivarci… però ho visto Jimi Hendrix, Emerson, Lake & Palmer e altre cose che voi umani…».

Carlo Pistarino: un Tuffo nei Ricordi

Fotografie di Alfonso Magno

Le immagini si riferiscono ad una delle repliche dello spettacolo “Tutta colpa di Gino” ospitato dalla Sala Hárpago di Catania dal 9 al 19 febbraio 2012



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :