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Carnage di Roman Polanski: la recensione

Creato il 14 febbraio 2015 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

carnageGruppo di matti in interno, Carnage di Roman Polanski è un delizioso kammerspiel dove va in scena la fiera dell’acidità. Le scaramucce nel parco tra i rispettivi figli (in realtà un nervo dentale semi-scoperto non è proprio una bazzecola!) sono la causa dell’incontro tra due coppie di genitori border line. In genere i panni sporchi si lavano in casa propria, ma non quando si hanno ospiti da ricevere. Così la pacifica discussione su un bambino “armato” di bastone prende una brutta piega ed le coppie Waltz-Winslet e Reilly-Foster aprono il rubinetto delle loro manie, ossessioni, insoddisfazioni ancestrali, nomignoli privati, con un bel contorno di sfottò e maleducazione. A tutto questo non mancano un’inaspettata cascata di vomito, tulipani in aria, gente in mutande. Un Polanski inusuale che stupisce, conferendo personalità cinematografica ad un’opera teatrale, Le Dieu du Carnage della francese Yasmina Reza. Straordinario tutto il quartetto attoriale, anche se spicca il mastodontico Christoph Waltz, nei panni di un personaggio così fastidioso da risultare simpaticissimo, che non si può non adorare.

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