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Cartelle Pazze. Debiti. Equitalia. SPECIALE FOLLIE E SCOMMESSE

Creato il 16 giugno 2011 da Calcisulcalcio
Cartelle Pazze. Debiti. Equitalia. SPECIALE FOLLIE E SCOMMESSEFOLLIE E SCOMMESSE: Cartelle Pazze e Debiti. Speciale Equitalia.
Chi di voi non ha mai avuto a che fare con qualche notifica firmata Equitalia, magari relativa a debiti mai contratti, già saldati e via dicendo? Io, personalmente e purtroppo, più di una volta. Ma è tutto normale? In realtà, non sembra proprio. Non di Calci sul Calcio, ovviamente, non abbiamo ne la competenza necessaria, ne un metro di giudizio idoneo a stabilire cosa e come sia giusto o meno. Visto l'interesse che ci suscita l'argomento, però, abbiamo pensato di documentarci. Se avete pazienza di arrivare fino in fondo, alcuni passaggi che di seguito riportiamo, tratti da un articolo di Federico Lippi, responsabile della Delegazione Lazio Centro Nord di ADUSBEF,forse vi aiuteranno, e ci aiuteranno, a capire meglio...
Andrea Mariani
"...Sono note ed argomento di discussione diffusa le anomalie più comuni delle cartelle Equitalia definite come "cartelle pazze", quale l’ invio di cartelle per importi che risultano per lo meno raddoppiati rispetto al dovuto, come la notificazione di cartelle in realtà mai notificate e/o già pagate, o addirittura già esaminate dalla Commissione Tributaria che le ha dichiarate già cadute in prescrizione , per errore o tardiva notificazione, senza tralasciare i vari casi di anomalia riguardanti le richieste di rateazione ( mensile) per rimborso di debiti per tasse, imposte e tariffe scadute e non pagate . Un aspetto che si tende a non considerare con la dovuta attenzione:Equitalia con le sue Società affiliate, in termine bancario chiamate “Sorelle”, sparse sul territorio Nazionale, concede dette rateizzazioni con l’animus evidente di aver a che fare con dei turpi evasori, mentre siamo di fronte, nel 90 % dei casi ed oltre, a semplici episodi di morosità che ,data la congiuntura economica del Paese, tenderanno ad aumentare e che andrebbero trattati con la dovuta attenzione da un qualunque, mediamente capace, ufficio interno alla Società per il recupero dei crediti .Un addetto a tale lavoro deve possedere una professionalità tale da saper comprendere anzi tutto se si trova di fronte ad un semplice MOROSO oppure ad un reale EVASORE fiscale, totale o parziale. Invece ci si trova ad ascoltare dagli addetti ai lavori assurde affermazioni feticistiche che evidenziano soltanto la volontà di difendere Società , strutture e persone giuridiche, privilegiate che evadono realmente ed abitualmente, o comunque presentano forti e prolungate morosità , mentre per il comune cittadino o il piccolo e medio operatore sembrano provare un disinteresse e un accanimento quanto meno sconcertanti.Questo permette di poter affermare che siamo di fronte a gente che di professionalità nel settore non ne possiede. Non va preso sottogamba il particolare già noto ed emerso anche da trasmissioni tv, che abbiamo una serie di persone giuridiche che non pagano Tarsu, Inps, Imposte dirette ed indirette e non solo, che ricorrono ad escamotages di riportare spese fittizie, per ridurre al minimo l’imponibile.Fatti facilmente smascherabili, solo che lo si voglia,però queste evasioni restano impunite e favorite al massimo. Si accumulano quindi nei fatti cifre di evasione da capogiro che vengono strombazzate ai quattro venti, in seguito Equitalia esce da questa situazione limitandosi a perseguitare, checchè ne dica, i cittadini e i piccoli operatori commerciali, gli indifesi diciamo. In questo modo e con i sistemi da tanti stigmatizzati per cui si arriva a sequestrare a questi operatori minimi i mezzi di lavoro, gli strumenti di lavoro, ed alle famiglie la casa , persino la prima casa, si deve sapere e arrivare a capire, che nei fatti si sta depauperando lo Stato, 0vvero si sta solo portando allo sfacelo un Paese. Un vero professionista del recupero del credito non è quello che distrugge il creditore, ma quello che sa coadiuvare chi in buona fede si trova in difficoltà, a compiere il proprio dovere, questo per il semplice motivo che si sta operando in nome e per conto dello Stato e non del Sig, tizio o caio, e lo Stato non trova nessun giovamento dalla riduzione in povertà dei cittadini ed ancor meno delle piccole ditte. Sembra incomprensibile che colui che deve operare per il recupero di un credito lo faccia nei modi meno indicati per ottenere che il recupero avvenga, causando nei il mantenimento ad libitum di una mole enorme di crediti che una migliore professionalità ed un animo ben disposto potrebbe recuperare senza tampinare i poveracci per bazzeccole. Se io addebito rate equivalenti al 5° dello stipendio ad uno dei tanti fortunati percettori di uno stipendio da10000 euro al mese, costui continuerà a vivere più che dignitosamente con 8000 euro al mese.Lo stesso metro non si può usare per la massa degli Italiani che sappiamo bene avere un reddito netto effettivo di 500,00/ 1.500,00 euro al mese, che in caso di cessione del 5° gli permetterebbe di vivere con un netto di 400,00/ 1200,00 al mese, cifre che gettano evidentemente alla povertà o quasi pensionati o addirittura intere famiglie, considerando che da queste cifre dovrebbero essere asportate le bollette per utenze di acqua, elettricità, gas, telefonia, e magari anche un affitto. Lo Stato ha dei precisi doveri verso i suoi cittadini per i quali non può e non deve prescindere da simili considerazioni. Equitalia riscuote per conto dello Stato, dovrebbe averne coscienza, invece non ne troviamo traccia, ed è grave. La cosa sconvolgente per chi esamina dal punto di vista del tecnico il modus operandi di questi signori, è che Equitalia e le sue Sorelle concedono queste rateazioni come se stessero concedendo dei finanziamenti personali con ammortamento alla francese, che non è previsto da alcuna legge italiana , vale a dire che applicano la automatica capitalizzazione degli interessi ( ANATOCISMO NASCOSTO) allo scadere di ogni mese, per cui, ad esempio il tasso nominale del 10,000% all’anno ( INPS ad esempio), diventa Tasso Annuo Effettivo del 10,47131 % . Altra anomalia nella rateazione è che queste società, usando un chiaro sistema estorsivo degno di mafie e camorre, pretendono un pagamento iniziale immediato per concedere la rateazione, costituito da una somma misteriosamente calcolata su un debito incomprensibilmente almeno raddoppiato rispetto a quello comunicato con documentazione dall’addetto agli uffici, qualora il malcapitato debitore vi si rechi de visu per informazioni. quali per esempio quelle necessarie per conoscere i termini entro i quali presentare la domanda per ottenere le "agevolazioni".Altro malcostume è quello di spedire quasi abitualmente la risposta di concessione con 6/8 mesi di ritardo, mentre la “ratona” iniziale dovrebbe essere costituita dall’ammonatre degli interessi di mora maturati sul debito, dalla data della sua formazione finale alla data della concessione della reateazione. In questo modo il contribuente in difficoltà che avesse ottenuto la grazia di potere effettuare il pagamento in 72 rate da euro 250,00 , cifra che può ritenersi sopportabile per diverse famiglie, si trova poi la sorpresina di dover versare in unica soluzione come prima rata e quale condicio sine qua non per ottenere la rateazione ambita, un importo pari a 2.500,00 euro.E’ intuibile per chiunque che il malcapitato si troverà nella disperazione e nella necessità di ricercare danaro, difficile da avere da una Banca per chi ha debiti, dovrà necessariamente ricorrere al mercato delle finanziarie, ben più costoso, o peggio a quello degli usurai che stanno facendo affari d’oro grazie a quese società di recupero crediti ed ai loro sistemi particolarissimi.Comunque questo meccanismo , visto da un punto di vista meramente contabile, tecnico, ha delle conseguenze non di poco conto, niente affatto casuali o innocenti che sfuggono al normale cittadino e spesso ai legali stessi ed ai giudici : Anzi tutto fa lievitare l’ ISC ( Indice Sintetico di Costo), che rispecchia la stessa formula per il calcolo del TEG di cui al punto C3) delle Disposizioni della Banca d’Italia rivolte al solo Settore del Credito in data 22 maggio 2009, emesse ai sensi dell’articolo 2 della legge 7.3. 1966,n 108, a valori di gran lunga superiori al Tasso Soglia di Usura. Anche questo ultimo particolare a chi non è del mestiere dice poco, invece è RILEVANTISSIMO: Banca d’Italia ed INPS sanno perfettamente di che stiamo parlando. Tali superamenti si allineano a livelli di ben 35/ 50 punti percentuali oltre il tasso dichiarato, senza che sia indicato il termine TAN ( tasso annuo nominale) che servirebbe ,forse, a fare capire al contribuente moroso come tale rateazione è trattata dalla Equitalia e dalle sue società scagnozze, cosa che mi appresto spiegarvi. Il meccanismo che viene usato è quello che dovrebbero usare qualora al malcapitato avessero concesso invece che il richiesto rimborso rateale di un debito consolidato ad ammortamento semplice, da trattarsi quindi con una formula proporzionale, un finanziamento ad INTERESSE COMPOSTO, così detto alla Francese. Notate che al momento della erogazione di tale finanziamento, gli ENTI IMPOSITORI per norma dovrebbero ricevere contestulmente le somme loro spettanti a saldo dei loro crediti, mentre Equitalia o le Società del gruppo Esattoriale fungerebbero da Banche con capitale proprio, essendo tutte delle spa. Nella realtà questo purtroppo non avviene e, come emerso anche recentemente da numerosi articoli di comunicazione televisiva, radiofonica e via internet: Equitalia non eroga un bel nulla agli Enti impositori mentre di fatto percepisce i rimborsi durante l’ammortamento, e trattiene queste cifre nelle proprie casse, libera di investire detto danaro e di lucrarci sopra ulteriormente . Alla fine , avvenuti i rimborsi dovrebbe decidersi a rendere il dovuto agli Enti Impositori. Conseguenze gravi derivano da questo meccanismo perverso, degno di associazioni delinquere:LE CARTELLE PAZZE. Molto spesso accade che, non avendo provveduto Equitalia a rendere il dovuto agli Enti I mpostori, questi non possono contabilmente azzerare i propri crediti, e quindi non possono annullare la segnalazione ad Equitalia e consociate, le quali dal loro canto, nulla hanno fatto per comunicare l’avvenuto pagamento, per cui, continuando a trovarsi le vecchie segnalazioni, continuano a tartassare il medesimo contribuente due, tre e chi sa quante altre volte, richiedendogli le somme magari già soddisfatte, e caricate da ulteriori more. Se badate bene, ciò avviene per lo più per somme di relativa entità, perchè evidentemente si conta sul fatto che il contribuente, per reagire in Commissione tributaria o in Tribunale correrebbe il rischio di pagare cifre sproporzionate al debito, quindi pro bono pacis spesso paga, e poi come ringraziamento si trova Equitalia che, fatto decorrere un po’ di tempo riprende lo stillicidio. Questa vergogna viene minimizzata da Befera con frasi inadeguate del tipo "...abbiamo ereditato alcune disfunzioni..." Senza commenti!
Federico Lippi

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