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“Casa albero” di Ilya Green, Il Leone Verde

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

casa-albero copUn bambino viene alla luce su un ramo, da un bozzolo verde che rassomiglia più a un bocciolo, e subito questa immagine richiama alla mente del lettore la naturalità profonda dell’atto del nascere, il legame che stringe un cucciolo d’uomo, ancor prima che ritmi e abitudini della contemporaneità lo assuefino, ai cicli immutabili che la natura ha scelto per i suoi esseri, siano essi animali, piante o umani.

L’albero poi è un simbolo potente. Ha radici che affondano salde nella terra e rami che si stagliano verso il cielo, unisce suggestioni legate alla sicurezza, alla solidità, ad altre che suscitano pensieri prossimi alla possibilità, alla capacità di osare e sognare. Un albero, inoltre, nutre e si nutre, cresce, è vivo, sulle sue fronde germogliano foglie e fiori, offre rifugio ad animali, ombra, riparo.

E’ una splendida immagine che allude a casa e famiglia, ad accoglienza e conforto.

Per questi motivi si entra nell’albo “Casa albero” di Ilya Green, edito da Il Leone Verde, con l’intensa sensazione non soltanto di star leggendo un testo musicale accompagnato da tavole di un’eleganza semplice e raffinata – decise e armoniose nei colori e nei tratti, delicate e originali nelle texture, luminose negli sfondi – ma di star compiendo un piccolo viaggio metaforico che riecheggia di bisogni e istinti innati, di prossimità con la natura e fratellanza con i suoi abitanti.

Il piccolo bimbo biondo e con le gote rosse non è spaventato quando di affaccia alla vita da un guscio di foglie, che lento si schiude per lasciarlo andare alla scoperta. L’albero dai rami rossi sul quale si trova, ci racconta la narrazione in prima persona, era lì da molto tempo, quindi è solido, sicuro, ricco di foglie colorate ed animali, insetti, che già lo abitano.

Il bambino è solo per poco, perché subito incontra un bel gatto striato (anche qui: lungi dal fargli paura nonostante sia una bestia quasi più grande di lui) con il quale andare alla ricerca di un rifugio (sarà la casa uno dei bisogni primari delle creature? E se sì secondo quale delle tante declinazioni di essa? E’ protezione, accoglienza, calore ciò che cerca un piccolo essere venuto alla luce?)

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Muovendosi tra le fronde e il tronco il piccolo e il micio trovano alcune tane ma sono troppo strette, o già occupate, o buie o inadatte alle loro dimensioni. La cavità dove vive il gufo, il nido di mamma uccello e uccellini, la mela dalla quale di affaccia un bruco o il buco del tasso sono tutte case inadatte a loro.

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Ma nonostante il prolungarsi dell’esplorazione il tono della narrazione resta sereno, le figure felici ad infondere la certezza che il posto giusto arriverà, che esiste un luogo adatto per ciascuno.

Infine infatti, quando il bimbo si spinge fino ad una estremità del ramo, la scoperta: “Vieni, guardiamo là gattino. Credo di aver trovato il più bel posticino”

Due braccia lo sollevano, e pur non vedendo il volto e la figura già sappiamo: sono mani materne a stringerlo. E dopo i visi di mamma e figlio in primo piano che si guardano e per ultimo l’abbraccio in grembo, quello che coccola, accoglie e protegge.

Il testo, ancora in prima persona, conferma che è quello il posto giusto. E non solo per il bambino ma anche per il suo compagno di avventura, il gatto, che può accoccolarsi accanto alla coppia, su un albero che si è fatto sedia, o poltrona, senza perdere le sue fronde e, immagino, nemmeno le sue radici.

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Ilya Green ci accompagna in un delicato e simbolico viaggio di ricerca, una metafora della nascita sostenuta da simboli forti ed evocativi, a ricordare ai lettori, grandi e piccini, che siamo esseri naturali e con le creature condividiamo bisogni e istinti, con esse possiamo essere in pace ed armonia. Ma ogni animale ha in fondo un posto suo, che rifugio ed accoglienza adatti e su misura sono un diritto universale e che per un piccolo venuto alla luce quel luogo non è semplicemente fisico ma affettivo ed emotivo: dove c’è un adulto – la mamma nella fattispecie – che se ne prende cura amorevolmente.

Ma al di là delle interpretazioni ciò che particolarmente riuscito in questo albo è la felice combinazione tra la dolce semplicità del testo, la gaia serenità delle immagini e la ricchezza di suggestioni che parole e figure sono in grado di evocare. Combinazione che ne fa un albo profondo e lieve, adatto ad essere letto a diverse età e in grado di parlare suscitando emozioni anche agli adulti.


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