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Casa, dolce casa

Da Ornellaspagnulo82 @OrnellaSpagnulo

La casa poggia su un filo matematico,

di bruno verde lo copre l’insalata

all’età mia non dovrei vedere più le cose

che in un unico modo: quello visto, reale.

Poi riappaio prendendo la mia macchina

a me stessa da quell’angolo peggiore:

la solitudine, che mi scava le ossa

con l’uomo perso e malato giù in Etiopia.

Non sono più parole universali, le mie,

son delle case che ho abitato e vissuto

pur non ridendone mai.

Come se ci fosse dentro un’aura sacra

a compiangermi e ad illudermi

di poter essere migliore.

Di non poter ridere oltremodo

della parte mia peggiore.



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