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Casa Milan, poker madrileno che accende la polemica

Creato il 13 marzo 2014 da Simo785

A cura di Alice Radice 

È calda l’atmosfera a Madrid, tutto è pronto per il ritorno degli ottavi di Champions. O dentro o fuori. Il Milan cerca la remuntada, l’Atletico vuole consolidare il vantaggio agguantato a San Siro nel match di andata. La speranza è che i rossoneri riescano a indossare lo smoking delle grandi occasioni e ribaltare il risultato.

Speranza che svanisce immediatamente, nel giro di esattamente tre minuti, quando su una palla persa da Essien, l’Atletico sviluppa un’azione che coinvolge Gabi e poi Koke che crossa per Diego Costa, il quale, lasciato libero come una farfalla da una pessima difesa rossonera, centra la porta di prima con un bel gesto tecnico. La tifoseria rossonera è incredula, arrabbiata, prendere un gol del genere dopo soli tre minuti rasenta l’imbarazzo.

Kakà Gol
La salita diventa così più ripida, ma non è ancora tutto perduto. La squadra ospite sembra crederci, crea molto e detiene un alto possesso palla. Al 27’ su un delizioso cross di Poli, autore di una buonissima partita, Kakà insacca il pallone di testa. Ne consegue l’esplosione dei tifosi milanisti presenti a Madrid, che canteranno cori di sostegno fino alla fine della partita, che ritornano a sperare con gli occhi che brillano di gioia e amore perché il Bambino d’Oro ha lasciato il segno ancora una volta, esultando con il dito puntato verso lo stemma, a dimostrazione che, per chi ancora non lo avesse capito, tra Kakà e il Milan è amore vero e  reciproco. I rossoneri sono nettamente in crescita, sfiorano addirittura il gol del 2 a 1 (che avrebbe consegnato la qualificazione alla squadra di Milano) sempre con Kakà protagonista, autore come Poli di una partita di cuore, due lampi nel buio che verrà.

Il buon momento del Milan infatti non basta, anzi termina al 40’ quando Arda segna il gol del 2 a 1 su deviazione netta e decisiva del rossonero Rami, autore insieme agli altri difensori di una pessima partita. Ora si fa ancora più difficile, se vogliono passare i rossoneri devono segnare almeno altri due gol, altamente improbabile ma non del tutto impossibile. Si chiude così il primo tempo, con i giochi non del tutto chiusi.

Il secondo tempo si riapre con Seedorf che cerca di dare una scossa alla squadra inserendo Robinho al posto di

Atletico Madrid players celebrate scoring against Austria Vienna, during their Champions League match in Vienna
Taarabt, scelta in seguito criticata. L’Ateltico spinge fin da subito con Diego Costa che da destra salta la difesa rossonera e sfiora il palo sinistro. Un sospiro di sollievo per il Milan, che sembra sempre più in difficoltà. Neanche l’ingresso di Pazzini al posto di Essien cambia le cose. I madrileni sono scatenati, al 48’ Gabi, grazie a un contropiede di Costa, prende la traversa alta non riuscendo a consolidare il vantaggio. Poco male, perché la squadra di casa non tarda nell’intento: al 71’ Raul Garcìa segna il gol del 3 a 1 deviando una palla calciata su punizione. Lo stadio madrileno esplode, la parte rossonera ammutolisce, incredula, delusa, affranta. Si accende in seguito un’unica ultima flebile luce: la traversa di uno sfortunato Robinho al 73’. Come se già non fosse abbastanza, ci pensa Diego Costa a infierire, carbonizzando speranze che si erano già spente. Segna la sua personale doppietta e porta la sua squadra in vantaggio per 4 a 1 a cinque minuti dalla fine.

Finisce così il match di ritorno valevole per i quarti di Champions League. I bookmaker non scommettevano sull’impresa del Milan e i rossoneri non li hanno smentiti. Fatta eccezione per quei minuti di buon gioco e bell’atteggiamento fino al gol di Arda, il Milan ha fatto una brutta figura. Spento, schiacciato dagli spagnoli, umiliato. Troppi gli errori, troppe poche e non sempre luminose le luci rossonere. Un match che infiamma la polemica, i tifosi sono delusi e non solo per il risultato, anche prevedibile se vogliamo, la cosa peggiore è che la maggior parte degli uomini scelti da Mister Clarence non ci hanno messo il cuore, non ci hanno messo niente, dimostrandosi quasi indegni dei colori che indossano. Questo è ciò che sopra ogni cosa al mondo fa arrabbiare i tifosi, il non aver onorato la maglia, l’atteggiamento sbagliato, non da Milan. I rossoneri ora sono fuori da tutto, fuori dalla Champions, dalla lotta scudetto e lontani dalla zona Europa. Ci vuole una reazione forte, radicale, più cuore e più sacrificio. Solo così potranno salvare il salvabile agguantando almeno l’Europa League.


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