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Casaleggio e Grillo sanno cosa li aspetta?

Creato il 06 marzo 2013 da Coriintempesta

grillo

Articolo inviato al blog

di: Luciano Lago

Dalle interviste e dichiarazioni rilasciate dai “grillini” nonché dal Casaleggio, grande “ guru “della comunicazione nel movimento 5 stelle, una cosa appare certa: il Grillo ed i giovani parlamentari eletti risultano quasi tutti (con qualche eccezione) sprovvisti di nozioni di diritto costituzionale relative al funzionamento delle istituzioni della Repubblica e tanto mento dei regolamenti parlamentari.

Sono anche molto improvvisati quanto a nozioni di economia e scienza delle finanze, nozioni che richiederebbero un attento studio comparato per arrivare a capire il funzionamento delle Istituzioni e della formazione del Bilancio dello Stato.

Inoltre i “grillini” non hanno ancora probabilmente compreso che la macchina dello Stato è enormemente più complessa di quello che sembra e che il vero potere determinante non risiede nelle aule parlamentari che anzi hanno subito un processo di esautoramento di fatto dovuto 1) alle normative europee che sono considerate preminenti rispetto alle norme nazionali in tutti i settori fondamentali (banche, assicurazioni, imprese, concorrenza, commercio, agricoltura, alimenti,ecc.), 2) alla Corte Costituzionale che può facilmente annullare gli effetti di qualsiasi norma o decreto per difetto di costituzionalità, 3) alla possente macchina della giustizia amministrativa che, per mezzo di sentenze dei Tar e del Consiglio di Stato, può rendere inoperanti norme o decreti emanati dal governo, 4) dall’attività giurisdizionale (tribunali e Corti d’Appello) e dalle sentenze della Corte di Cassazione che, come noto,fanno giurisprudenza.

Poco probabile quindi effettuare delle serie riforme se non si tiene conto di questo apparato (lo ha capito alla fine perfino Berlusconi che dispone di fior fiore di avvocati) che si mette di traverso non appena si toccano interessi precostituiti (come ad es. le retribuzioni dei magistrati o manager pubblici o i diritti acquisiti nelle pubbliche amministrazioni).

Detto questo, al Grillo o al Casaleggio non manca la possibilità di inserire nel loro organico degli esperti come consulenti in queste materie, al fine di non fare “brutte figure” in Parlamento e di studiare il modo di far passare alcune proposte di legge come il reddito di cittadinanza o lo stop agli inceneritori ed i tagli alle spese della burocrazia.

Diverso il discorso delle norme europee: in quel caso si è di fronte ad una scelta se ratificare o non ratificare specialmente quelle norme come il pareggio di bilancio (fiscal compact) o lo stanziamento di parecchi miliardi per il fondo di stabilità europeo ( ESM ) già approvate dai precedenti governi e che impegnano lo Stato italiano a versare molte decine di miliardi a discapito di spese sociali e di investimenti in infrastrutture o manutenzione che potrebbero dare ossigeno all’occupazione.

Quale sarà la scelta del Grillo? In quel caso o si accetta di dipendere dalla oligarchia tecno finanziaria di Brussels e Francoforte o si rifiuta con tutte le conseguenze. Non ci sono vie di mezzo.

I “grillini” in Parlamento dovranno essere consapevoli che le chiacchiere nei comizi o le frasi sul web valgono zero.


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