Casalesi, prime ammissioni di Antonio Iovine: “Camorra non è sola responsabile”

“So benissimo di quali delitti mi sono macchiato. Sto rivelando un sistema di cui la Camorra non è l’unica colpevole”. Queste le prime dichiarazione del boss dei Casalesi, Antonio Iovine, pentito che ha deciso di collaborare con le forze dell’ordine.

I primi verbali sono stati depositati in un processo in corso presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetre, dove il pm ha richiesto di poter interrogare approfonditamente Iovine, per capire quali fossero i rapporti tra camorra ed alcuni imprenditori noti. Il collegio ha accettato la richiesta del pm e ha fissato l’interrogatorio per Sabato 7 giugno.

Iovine già dalle sue prime dichiarazioni delinea un sistema che coinvolgeva tutti: Camorra, imprenditori e quella parte della politica “che aveva interesse nel favorire alcuni imprenditori collegati al clan,per avere vantaggi durante la campagna elettorale ed i “numeri” per un esito positivo delle elezioni”.

“Non aveva alcuna differenza il colore del sindaco, perchè il sistema era ed è operante per tutti allo stesso modo”. Così conclude Iovine, che sabato dovrà svelare tutti i meccanismi di quella complessa struttura talmente radicata da ricoprire tutti i settori.

Le dichiarazioni di Iovine “o’ ninno”, così come viene chiamato in zona, avranno un grande peso nella “lotta ai Casalesi”, in quanto lui era il “capo”, la “cupola” veniva retta da lui e non c’èra operazione che potesse partire senza il suo consenso.

Il giovane boss, non ancora cinquantenne, a differenza degli altri non aveva limitato la sua libertà, non si era rinchiuso in un bunker per sfuggire al carcere duro. Avendo denigrato la “vita da fuggitivo” è stato arrestato più volte, l’ultima gli è costata l’ergastolo. Poco dopo la sentenza di condanna, è arrivata la sua decisione di collaborare con la giustizia, forse “o’ninno” ha capito che dal carcere, con tutte le inchieste pendenti sul suo capo, forse, non sarebbe mai uscito.