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Caso Ici-scuole cattoliche: dopo la sentenza della Cassazione, i vescovi italiani presentano il conto alla politica

Creato il 26 luglio 2015 da Gaetano61
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Com'è noto, sta infuriando la polemica sulla sentenza della Corte di Cassazione che ha dato ragione al Comune di Livorno, nel richiedere il pagamento dell'Ici (per gli anni dal 2004 al 2009 e per complessivi € 422.178,00) a due istituti scolastici gestiti da religiosi. La Cassazione, in sintesi, ha motivato la decisione considerando l'attività dei due istituti di tipo "commerciale",  in forza della previsione del pagamento di una retta per la frequenza (qui). I vescovi italiani, per bocca del loro segretario mons. Galantino, hanno definito la sentenza con aggettivi forti come "pericolosa" e "ideologica", limitatrice della libertà educativa, causa potenziale di prossime chiusure (qui). Il Comune di Livorno, dal canto suo, nella decisione della  Suprema Corte ha trovato conforto alla propria azione di recupero dell’elusione e dell’evasione fiscale. É interessante anche sottolineare, come si legge nel comunicato pubblicato sul sito comunale, come i due istituti religiosi avessero rifiutato una proposta di conciliazione avanzata dall'amministrazione (qui). Il governo ha promesso che se ne occuperà prossimamente (qui).
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Molti commenti stanno mettendo in evidenza il fatto che le scuole paritarie, tra le quali le due livornesi, rientrano, insieme con quelle statali,  nel "sistema scolastico nazionale" così come definito dalla riforma Berlinguer (Luigi) del 2000. Tale circostanza legittimerebbe di per sé l'esenzione dalle imposte sui fabbricati per tali istituti. Viene però da dire, sommessamente, che il far parte del sistema scolastico nazionale non fa venir meno - a legislazione vigente, così come interpretata dalla Corte di Cassazione -  il carattere "commerciale" delle attività condotte da tali istituti, e di conseguenza, non fa venir meno l'obbligo del pagamento delle imposte comunali sui fabbricati ove tali attività vengono esercitate. 

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