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Caso Ludwig: dopo Furlan ora può uscire anche Abel ?

Creato il 12 giugno 2011 da Yourpluscommunication


Caso Ludwig: dopo Furlan ora può uscire anche Abel ?

Le persone che hanno ucciso sotto la sigla “Ludwig” sono «potenzialmente stragisti», la loro «l’espiazione in carcere è stata troppo breve». Lo afferma il giudice Francesco Saverio Pavone, oggi in pensione, che negli anni Ottanta seguì le indagini sulle decine di omicidi – commessi tra il 1977 e il 1984 in Italia e all’estero – di cui quella sigla di rivendicazione era sospettata. Da pubblico ministero sostenne, oltre che l’accusa di omicidio, quella di strage, chiedendo l’ergastolo.

«Sono stati compiuti omicidi verso gruppi di persone, all’estero ci sono state più vittime», ha detto oggi al telefono con l’Ansa. Al Melamara, la sala da ballo di Castiglione delle Stiviere (Mantova) dove nel marzo 1984 c’erano 300 persone e dove furono arrestati Wolfgang Abel e Marco Furlan, «si tentò di dar fuoco a tutto – ricorda il giudice, nel giorno in cui il Tribunale di sorveglianza si è riservato di decidere sulla libertà definitiva chiesta da Abel -, incendiare strutture: la tendenza è omicidiaria, stragista, perché in definitiva si attaccava un gruppo di persone e quanti fossero alla fine i morti non interessava». Nel 1987 la Cassazione condannò a 27 anni di reclusione Furlan e Abel (il primo libero dal 2010, meno di 18 anni trascorsi in carcere) in quanto giudicati autori degli omicidi dei religiosi Gabriele Pigato e Giuseppe Lovato, di padre Armando Bison e degli incendi al cinema Eros di Milano, nel quale morirono sei persone, alla discoteca Liverpool di Monaco di Baviera, dove perse la vita tra gli altri Corinna Tartarotti, e dell’incendio alla discoteca Melamara dove i due furono arrestati, uno dei due mascherato addirittura da Pierrot, con due taniche di benzina da 20-25 litri. L’odore allarmò i titolari, il personale li individuò mentre il fuoco aveva già attaccato la moquette.

Caso Ludwig: dopo Furlan ora può uscire anche Abel ?

«Furono delitti efferati, immotivati, praticamente hanno ucciso senza motivi specifici, una pericolosità c’è ancora», afferma Pavone. «Possiamo solo sperare che si astengano dal compiere reati di questo genere – prosegue – mi auguro che il tempo abbia attenuato questa potenzialità omicida, che c’è sempre e speriamo resti latente e non deragli». «Vent’anni di reclusione sono pochi – conclude – avrei aspettato un’altra decina d’anni, l’espiazione in carcere è stata breve».

Ludwig esordì nel dicembre 1980 con l’invio di un foglio al Gazzettino, scritto in caratteri runici, firmato con una svastica sormontata da un’aquila e dal “Gott mit uns”, che rivendicava tre omicidi in Veneto fra il ’77 ed il ’79: quello di Guerrino Spinelli, 30 anni, nomade, bruciato vivo con due bottiglie incendiarie nella sua automobile a Verona, quello del cameriere Luciano Stefanato, 44 anni, di Padova, omosessuale, bastonato e accoltellato a morte, e quello del veneziano Claudio Costa, 22 anni, tossicodipendente, accoltellato a Venezia. A seguire, tra gli altri, una prostituta di Vicenza colpita con scure e martello e un giovane che stava dormendo in un fortilizio dato alle fiamme sul Lungadige veronese.

Caso Ludwig: dopo Furlan ora può uscire anche Abel ?

“Ludwig” incendiò anche il sexy club “Casa rossa” di Amsterdam, dove morirono 13 persone: una strage che tuttavia il procedimento non riuscì ad attribuire ai due veronesi. Tra gli interrogativi rimasti senza risposta, le parole ripetute alla moglie prima di morire da Spinelli, prima vittima di Ludwig: «Attenta che ci sono tre incappucciati». C’era qualche altro affiliato a Ludwig che non è mai stato scoperto?

(Fonte Il Gazzettino )


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