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Caso mediatico Loris: adesso basta! E sulle spese delle torme di cronisti RAI in Sicilia, per la serie Totò : “E io pago!”.

Creato il 12 dicembre 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Agatha_Christiedi Rina Brundu. Premetto che non sono una che si straccia le vesti davanti all’ossimorico pseudo-giornalismo professionistico, se non altro perchè ho sempre pensato che il giornalismo autentico sia una specie di utopia. Men che meno amo quelli che trascorrono le giornate a guardare “televisione” e poi, tra un intermezzo pubblicitario e l’altro, profittano per postare quotidianamente commenti su questo o quell’altro sito di “critica” televisiva per sputtanare il “malfatto”, sputare sentenze sgrammaticate, indignarsi dall’alto di un ridicolo pulpito radical chic, ammonire sulla prossima fine dei tempi determinata dal presente scadimento morale et varie et eventuali.

Penso anche che determinate situazioni, non importa quanto gravi, del nostro vivere, dati “accidenti” o “incidenti” di percorso, non importa quanto tristi, siano automaticamente destinati a sollecitare la nostra “curiosità”. Che gli whodunit reali siano finanche specchietti per le allodole, trame sicure per far vendere giornali o attirare il maggior numero di spettatori possibile su un dato canale, non é cosa che avrebbe meravigliato la signora Agatha Christie (al secolo Agatha Mary Clarissa Miller, 1890 – 1976), che grazie a simili plot fictional ha costruito la sua fortuna e la sua fama imperitura. Più prosaicamente Albert Einstein avrebbe forse commentato, e non a sproposito come potrebbe sembrare: ““La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero. È la fonte dell’arte più vera e di tutta la scienza. Colui al quale questa emozione è estranea, colui che non è capace di fermarsi a meravigliare e di fermarsi rapito in ammirazione, vale quanto un morto: i suoi occhi sono chiusi”.

Vero è però che c’é un limite a tutto: anche alla morbosa attenzione dei media italici verso un mistero gravissimo come quello dell’uccisione del piccolo Loris Andrea. Sono due settimane ormai che le infinite subplots di questo terribile delitto, o le trame minime supposte tali, ci vengono servite ad ogni ora del giorno e della notte, in tutte le salse. Senza considerare che ci sono dei servizi che paradossalmente sfiorano il ridicolo, soprattutto in casa RAI. Sorprende, a questo proposito, il numero di inviati in Sicilia: ogni trasmissione ha il suo, tutti giovani, tutti diversi, alcuni completamente spaesati, altri francamente imbranati, altri timidi, qualcuno certo che questi saranno i primi passi verso una brillante carriera sulle orme di Woodward & Bernstein. Domanda retorica (nello specifico significa che si fa la domanda tanto per fare): chi pagherà le spese (vitto, alloggio, rifornimenti vari), di tutti questi giornalisti? Il dubbio mi assilla. Del resto, sorprende anche il numero di trasmissioni dedicate a questi argomenti e di conseguenza il numero di conduttori diventati un incubo-mediatico-criminale a metà strada tra una Jessica Fletcher decisamente rincoglionita e un Hemingway uscito pazzo al fronte.

Vi è infine qualcosa di estremamente “violento”, spiacevole e brutto da guardare, nella maniera in cui questi “professionisti” si stanno intrufolando nella vita dei “protagonisti” (loro malgrado), della vicenda; nella maniera in cui li stanno “importunando”, soffocando, finanche privando del loro diritto a muoversi, spostarsi, in libertà: ma è possibile che nessuno possa intervenire? Ci sono modi e modi di fare cronaca, e onestamente non credo che siano questi i modi per scrivere pagine di giornalismo da ricordare. Tutto può essere però anche che gli asini mettano le ali e che finalmente in Italia qualcuno cominci a guardare dentro le modalità veramente oscure con cui sembra vengano spesi i denari versati dal contribuente al servizio pubblico. Sic.

Featured image, Agatha Christie, source Wikipedia, link
E un video dell’immenso Principe de Curtis

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