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Catanzaro/ Guardia di Finanza. Scoperta truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea e dello Stato

Creato il 22 gennaio 2012 da Antonio Conte

Catanzaro/ Guardia di Finanza. Scoperta truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea e dello StatoIl Comando Provinciale Catanzaro con Comunicato stampa del 20 gennaio 2012, ore 13:45 rende noto che il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro ha svolto una complessa ed articolata attività di polizia giudiziaria, delegata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, nel settore del contrasto alle frodi al bilancio nazionale ed all’Unione Europea, nei confronti di una società che risultava beneficiaria di provvidenze comunitarie destinate alla realizzazione di una imponente struttura alberghiera, ubicata nel comune di Feroleto Antico (CZ).

Infatti, le investigazioni eseguite hanno disvelato un insidioso disegno criminale finalizzato a far indebitamente percepire alla citata società un ingente finanziamento comunitario (previsto nell’ambito del p.o.r. Calabria 2000/2006), per un importo complessivo di circa 3 milioni euro.

In particolare, i “controlli incrociati” sulle movimentazioni bancarie della società e dei suoi fornitori hanno permesso alle fiamme gialle di dimostrare che dietro l’apparentemente irreprensibile impianto contabile e documentale “di facciata” predisposto dalla società percettrice si celava un sofisticato meccanismo di frode, imperniato essenzialmente sulla predisposizione e sull’utilizzo di fatture false e di documentazione ideologicamente e materialmente non veritiera, con riguardo sia all’entità dei costi sostenuti per la realizzazione del progetto ammesso al finanziamento pubblico sia all’apporto – rivelatosi poi del tutto fittizio – di mezzi propri.

Le indagini hanno consentito di acclarare che la società, in spregio dei presupposti giuridici stabiliti per il finanziamento pubblico, senza apportare alcun “mezzo proprio” e gonfiando ad arte i costi asseritamente sostenuti, ha realizzato la struttura alberghiera utilizzando esclusivamente il contributo pubblico frodato (per l’importo complessivo di 2.896.582,34 euro) e gli indebiti rimborsi tributari (pari a 2.079.721,00 euro) che è riuscita artificiosamente ed illecitamente a crearsi.

Alla perpetrazione della frode hanno contribuito sia fornitori compiacenti sia funzionari della Regione Calabria quali membri della “commissione di collaudo” che ha predisposto la necessaria documentazione – rivelatasi falsa – a sostegno dei raggiri posti in essere dalla società percettrice.

All’esito delle attività investigative, a cura dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria è stata redatta e depositata all’Autorità Giudiziaria una dettagliata e corposa comunicazione di notizia di reato nei confronti di 15 persone fisiche (9 imprenditori e 6 funzionari pubblici) e di una persona giuridica, ritenute tutte responsabili – a vario titolo ed in concorso tra loro – di truffa per il conseguimento di cospicue erogazioni pubbliche comunitarie, falso ideologico e materiale, emissione ed utilizzo di fatture e documenti per operazioni totalmente o parzialmente inesistenti, frode fiscale ed altri illeciti amministrativi e tributari.

Sulla base delle risultanze investigative, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme ha disposto urgenti, adeguate e calibrate misure cautelari reali, previa emissione di apposito decreto ablativo cui i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro hanno dato esecuzione nella mattinata odierna pervenendo al sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 18 milioni di euro:

  • del complesso alberghiero;
  • delle somme bancarie e di beni (soprattutto appartamenti, terreni ed immobili di pregio) nella disponibilità del rappresentante legale della società, per un valore equivalente al profitto del reato fino alla concorrenza dell’importo di 3 mln di euro (quale somma indebitamente percepita a titolo di contribuzione pubblica nell’ambito dei finanziamenti percepiti);
  • delle somme bancarie e di beni nella disponibilità del rappresentante legale della società, per un valore equivalente al profitto del reato fino alla concorrenza dell’importo di quasi 800 mila euro (quale somma indebitamente percepita a titolo di credito tributario).

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