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Catene low cost e stilisti: sodalizi che funzionano

Creato il 11 settembre 2010 da Francescas

E’ iniziato il countdown. Mancano precisamente 52 giorni alla presentazione della collezione Lanvin for H&M e le amanti del fashion, soprattutto dell’acquisto a basso costo, non vedono l’ora di accaparrarsi il pezzo migliore della collezione.

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Il binomio marchio low cost e stilista d’eccezione non è stato di certo battezzato dall’ultima notizia in questione. Il primo ad aprire la corrente è niente popodimeno che quel geniaccio eclettico di Karl Lagerfeld. L’anno scorso, ad esempio, Jimmy Chooo ha creato appositamente per il colosso svedese d’abbigliamento capi singolari (soprattutto scarpe); rigorosamente a basso prezzo.
Per non dimenticare le collaborazioni passate con Roberto Cavalli, Sonia Rykiel, Matthew Williamson, Stella McCartney, Victor&Rolf, Madonna e Comme des Garçonne.

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Inutile dire che gli abiti e gli accessori, alcuni veramente contati, sono letteralmente andati a ruba.

Analizzando il trend, possiamo affermare che si sta aprendo una  nuova corrente nel mondo della moda. I grandi stilisti, da quando le catene low cost hanno aperto i battenti e  sono riuscite ad acquisire discreta capillarità nel territorio mondiale, stanno annaspando per poter crescere e vendere i propri prodotti. Questo è da legarsi al prezzo di cartellino eccessivamente alto, la crisi galoppante e la voglia di risparmiare. Un circuito che purtroppo vede calare gli acquisti superflui nel settore del lusso. A parte alcune fashion addicted parsimoniose e poche fortunate, non tutti si possono permettere capi firmati d’alta moda.
Così, il colpo gobbo che H&M ha messo in atto, permette alla stragrande maggioranza delle persone di indossare un capo firmato senza spendere una fortuna.

A guadagnarci in termini di costi e d’immagine non è solo H&M o altre realtà simili. Nel rapporto di collaborazione s’instaura un tornaconto ambivalente, che va a salvare anche le sorti dello stilista. Infatti, grazie a queste partnership, conquista un’ampia fetta di mercato rappresentata da coloro che hanno un budget limitato e riceve una discreta dose di visibilità perchè  le collezioni sono esplicitamente firmate dal creatore.

Di sicuro,  è sempre meglio coadiuvare attivamente ad una collezione che essere spudoratamente copiati  – vedi il caso Zara nella stagione primavera/estate 2010  praticamente identica alla collezione P/E di Miu Miu -  senza consenso alcuno.

In conclusione, questi sodalizi fanno contenti proprio tutti ma soprattutto noi, eterne  vittime dello shopping selvaggio. Perchè adesso tutte le amanti del fashion, dal portafogli non sempre pieno, possono permettersi capi firmati ed esclusivi.


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