Magazine Psicologia

Cattivi maestri

Da Simonetta Frongia
 
Pubblico di seguito tre articoli raccolti dall'archivio di Dire Minori, che hanno come tema centrale la violenza, ma questa volta non si parla né di alunni disagiati, né di casi di bullismo ma semmai di " abuso dell'autorità di insegnante e, abuso dei metodi correttivi in educazione" e, ho modo di credere da quello che vedo e sento in giro che il fenomeno sia più frequente di quanto si creda ma purtroppo, nascosto, celato, coperto dall'omertà di altri insegnanti, di direttori didattici, di alunni timorosi (giustamente come si può pensare che un alunno in tenera età riesca a difendersi da un insegnante che non solo è fisicamente più grande di lui ma che ha un ruolo sociale ed istituzionale non indifferente?) e, le famiglie come possono tutelarsi se queste cose vengono nascoste?
DIMENTICA QUADERNO A CASA, PICCHIATO DALLA MAESTRA PUGLIA, VITTIMA ALUNNO CINESE DI 9 ANNI. 25 nov. - Lividi sul collo e su una guancia. Preso a schiaffi, afferrato per una guancia e sollevato, spinto contro muro, insultato e preso a calci sul sedere. Vittima un alunno cinese di 9 anni di una scuola di un Comune della Murgia barese.
Tutto questo, scrive la Gazzetta del Mezzogiorno, perche' avrebbe dimenticato a casa un quaderno e la cosa avrebbe scatenato la rabbia di una maestra di 52 anni che per questo e' stata denunciata dalla mamma del piccolo. L'indagine, scrive il giornale, e' affidata al pm barese Manfredi Dini Ciacci. Stando al racconto del bambino la maestra l'avrebbe punito perche' l'alunno aveva dimenticato a casa il quaderno con i compiti. Da qui la serie di violenze. Tornato a casa, il piccolo ha raccontato in lacrime tutto alla mamma che l'ha accompagnato in ospedale dove gli sono state riscontrate le lesioni compatibili con gli schiaffi, giudicate guaribili in quattro giorni. Ha quindi denunciato l'insegnante alla polizia che ha avviato le indagini. Ma il piccolo di nove anni potrebbe non essere l'unica vittima dell'insegnante: sembra che anche altri bambini, che sarebbero stati ascoltati dagli inquirenti, abbiano raccontato di maltrattamenti subiti.
Ecco il primo esempio, un bambino di 9 anni picchiato in aula dalla sua maestra: una signora di 52 anni che quindi avrebbe dovuto agire in base all'esperienza, all'empatia con calma e attitudine all'ascolto ed invece? Si fa dominare dalla rabbia, dall'emotività e forse da un certo astio verso l'origine razziale del bambino. Comunque sicuramente, molto oltre le righe. Utilizzando la modalità correttiva dello schiaffo, del calcio, dell'insulto, dello spintonamento, tutte cose che non si trovano nei manuali di pedagogia o nei manuali per "perfetti" insegnanti, anzi la punizione nel nostro ordinamento scolastico non è contemplata! Io credo che a tutto questo si siano aggiunte anche le urla, che a quanto pare nelle nostre scuole sono una "modalità educativa" usuale (il mio virgolettato è sarcastico, ovviamente), il tutto inoltre, davanti agli altri alunni che hanno dovuto a loro volta subire la violenza e la collera oltremisura dell'insegnante. Domanda: ma gli altri insegnanti non hanno sentito? Perché non sono intervenuti? Il personale Ata, ausiliario, i collaboratori scolastici tutti dove erano? Tutti sordi, ciechi e muti? Compreso il direttore didattico, naturalmente.
Secondo caso:
TARQUINIA, DIVERBIO A LEZIONE: PROF SPINTONA UN'ALUNNA INSEGNANTE GIÀ PROTAGONISTA DI ALTRI FATTI CONTESTATI.
25 nov. - Isis Vincenzo Cardarelli, classe 3B. Ore 12, lezione di Lettere. Un diverbio, prima, e lo spintone, poi, da parte dell'insegnante verso una sua alunna. E a Tarquinia si torna a parlare di Margherita Fiorucci, la professoressa gia' nota alle cronache per i suoi metodi 'poco ortodossi'. Come, ad esempio, fare otto volte l'appello prima di iniziare la lezione.
Oppure scrivere l'alfabeto alla lavagna e farlo ripetere agli studenti per due ore consecutive.
Fino a che, una mattina, dopo l'ennesima lezione passata a ripetere a, b, c, d, e, f... gli studenti avevano sbottato ed erano scesi in piazza per manifestare: "Non entreremo in classe finche' sara' presente la professoressa". Un coro unanime sostenuto dai genitori degli studenti che, per diversi giorni, avevano presidiato l'ingresso dell'istituto.
Era l'ottobre 2010, racconta viterbonews24.it, e, per mettere fine allo stato di agitazione, il sindaco Mauro Mazzola era arrivato a chiedere "un immediato intervento per risolvere l'annosa vicenda" all'allora prefetto di Viterbo Carmelo Aronica.
"Con il nuovo anno- aveva scritto- si e' ripresentata la questione e il malcontento degli studenti e' notevolmente cresciuto".
Si', perche' in realta' la contestazione era iniziata durante l'anno scolastico 2009/2010, quando la professoressa Fiorucci fu allontanata provvisoriamente dall'istituto e sostituita da supplenti per poi essere trasferita d'ufficio ad altro incarico.
Poi presento' una serie di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato riottenendo il posto.
Stavolta, pero', nell'aula che ospita la 3B dell'Isis e' stato superato il limite, perche' l'insegnante sarebbe arrivata a spintonare un'alunna di diciassette anni con cui aveva avuto una discussione. L'episodio si e' verificato ieri mattina poco dopo mezzogiorno, quando gli studenti dell'Isis si sono ritrovati nell'istituto i carabinieri del luogotenente Stefano Girelli. "Il nostro intervento e' stato chiesto dal preside della scuola (Nicola Guzzone)", hanno riferito i militari che, dopo aver raccolto le prime informazioni sul posto, hanno chiesto alla prof e all'alunna - accompagnata dai genitori perche' minorenne - di raggiungere la caserma tarquiniese.
"Hanno riferito come si sono svolti i fatti", hanno spiegato i carabinieri. "La ragazzina stava bene e non sono state presentate querele. Almeno per il momento". Anche il sindaco Mazzola e' stato messo al corrente dell'accaduto, ma, stavolta, non e' suo il compito di intervenire. "L'anno scorso avevo chiesto l'interessamento del prefetto perche' c'era un presidio fuori un edificio scolastico che arrecava disagi, ma in questa circostanza non saprei proprio cosa fare". La palla, adesso, passa dunque al Provveditorato agli studi, come auspicato da studenti e genitori.
Anche qui in barba alla libertà di parola dell'alunna ed all'interesse superiore del minore, l'insegnante già conosciuto per i suoi metodi poco ortodossi ha di nuovo, abusato del suo potere di adulto, di insegnante, di educatore, di donna con compiti istituzionali. Purtroppo se non ci sono lesioni fisiche, quasi la querela non ha valore ma perché l'abuso psicologico della ragazza in questione e dell'intera classe in generale non dovrebbe essere preso in considerazione? Sicuramente qua parliamo di cattivi insegnanti che forse ( e dubito anche di questo) oltre alle competenze culturali sicuramente non hanno (perché lo hanno dimostrato) competenze didattiche: infatti se qualcuno riesce a spiegarmi l'utilità didattica di ripetere fino allo sfinimento l'alfabeto o dover subire per 8 volte l'appello... La scuola italiana è basata su alcuni principi fondamentali come il rispetto dell'alunno e del suo retroterra culturale ed esperenziale e ad esempio della libertà didattica e di metodo dell'insegnante ma questi ed altri casi dimostrano che libertà va confusa con anarchia, con prepotenza e, fatemelo dire con poca, pochissima professionalità. L'insegnante ha un ruolo fondamentale che è la formazione dell'uomo e del cittadino oltre alla trasmissione "dei saperi" (notare il plurale), i bambini e ragazzi di oggi (come quelli di ieri) non sono vasi vuoti da riempire, non sono entità da plasmare, di cui abusare ma sono "soggetti", persone con loro idee, valori, culture (sempre al plurale), con una loro emotività e che hanno il diritto al rispetto e, ad una scuola che li sappia accogliere, accompagnare nella crescita, che li sappia motivare e guidare, hanno bisogno di insegnanti che non siano solo coloro che nel migliore dei casi trasmettono cultura ma devono essere persone che sanno capire, ascoltare e accogliere. L'insegnante deve avere una certa competenza emotiva e relazionale indispensabile per poter interagire correttamente sul piano interpersonale ed in particolare per poter affrontare quella dimensione emotiva e relazionale che interseca quotidianamente l’attività scolastica e la stessa trasmissione delle conoscenze. Le competenze emotive e relazionali non sono meno importanti delle competenze culturali e didattiche e risultano inoltre fondamentali nella prevenzione della sofferenza e del maltrattamento dei soggetti in età evolutiva,
favorendo peraltro in modo decisivo la possibilità degli allievi di perseguire con successo le mete legate
all’apprendimento.

CATTIVI MAESTRI, L'ESPERTO: C'È UN EQUILIBRIO PRECARIO "E PURTROPPO NE ESISTONO SENZA ADEGUATA COMPETENZA PEDAGOGICA". 25 nov. - "Se analizziamo i due casi di maltrattamento, cosi' come sono stati raccontati, e' evidente che la violenza agita dai due insegnanti non e' da addebitare a situazioni di disagio nella scuola. Questi due docenti non avrebbero dovuto in alcun modo essere messi in contatto con i ragazzi". Cosi' il direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, ha commentato quanto e' avvenuto ai due alunni, uno di Tarquinia e l'altro nella Murgia Barese, entrambi malmenati dai rispettivi professori.
"Purtroppo esistono docenti che svolgono questa funzione senza avere un'adeguata competenza pedagogica, ma- ha aggiunto lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva- bisogna comprendere che per stare con gli studenti gli insegnanti devono avere delle capacita', devono comprendere innanzitutto che i ragazzi non sono delle pratiche amministrative". Inoltre, riferendosi a Margherita Fiorucci, allontanata temporaneamente dall'incarico nel 2009, Castelbianco ha affermato che "e' comprensibile che il Tar voglia ridare la possibilita' di lavorare ad un insegnante precedentemente sollevata dal ruolo, pero'- ha precisato- in questo caso il tribunale dovrebbe garantire che la persona in questione venga destinata ad una posizione lavorativa che non sia a contatto con gli studenti".
Per il direttore dell'IdO "e' di particolare importanza il processo di selezione del corpo docente, che deve essere preparato anche ad affrontare il difficile clima sociale che stiamo vivendo in questo momento, spesso caratterizzato da un'alterazione dei rapporti e da un'assenza di rispetto. Tali episodi- ha concluso Castelbianco- non fanno altro che esasperare situazioni in equilibrio gia' precario, determinando un clima sempre piu' sfavorevole che ricade sulla scuola e sull'impegno di tutti quei docenti che invece continuano ad impegnarsi per educare e dare ai giovani fiducia nel futuro".
http://www.direnews.it/newsletter_minori/anno/2011/novembre/25/index.php Vorrei sollevare un ultima questione che si è intravista nell'ultimo articolo anche se non in modo palese; innanzitutto oltre la formazione è fondamentale la valutazione dell'insegnante e se necessario la rimozione dall'incarico, perchè nel nostro paese c'è chi insegna non per vocazione ma per la sicurezza del lavoro (ossia dello stipendio), ma fare l'insegnante non è un lavoro qualsiasi ci vuole attitudine ( un concetto oramai dimenticato), fare l'insegnante esige conoscenza, competenza, saper passare dalla teoria alla pratica, ci vuole pazienza, empatia e propensione all'ascolto e alla cura. Purtoppo invece chi insegna ha spesso (anche se faticosamente) acquisito un diritto al posto di lavoro, ma io vorrei ricordare che ad ogni diritto è connesso un dovere. Il dovere di saper fare quel lavoro nel rispetto della professione, nel rispetto degli alunni e delle loro famiglie. Perchè l'insegnante esiste in quanto esiste un committente (le famiglie), l'insegnante esiste perchè esistono dei bambini e dei ragazzi che vanno a scuola, l'insegnante esiste in quanto esiste un'istituzione che è disposta a pagarli perchè facciano un servizio alla comunità. Insomma in poche parole l'insegnante non è un ruolo super partes ma è un cittadino pagato dalla comunità affinchè per la comunità faccia un determinato compito al pari di tutti gli altri.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :