Magazine Cultura
Mi viene in mente la nostra isola che quanto a "risultati" non si colloca certo ai primi posti, certamente con tutte le differenze del caso perchè si tratta sempre di medie statistiche e mi viene in mente che se a non essere brillanti sono stati gli insegnanti, pagheranno anche gli alunni che magari hanno avuto la sfortuna di incontrare docenti impreparati; se invece gli insegnanti sono stati capaci saranno loro a essere penalizzati, anche con le future classi, perché magari hanno incontrato una manica di somari poco interessati ad apprendere. O magari la colpa è di entrambi ma ne faranno le spese i nuovi iscritti quelli che ancora non sono entrati nelle statistiche, o colleghi nuovi arrivati quelli che i test li dovranno ancora insegnare, pardon somministrare. O ancora sarà colpa allo stesso modo sia dei ciuchini che non si sono impegnati, sia di coloro che si sono ammazzati di lavoro ma nonhanno raggiunto il risultato. Comunque la si metta neppure l'impegno potrà fare la differenza agli occhi del merito.
Il fatto è che questa legge è uno sputo sul diritto allo studio, lo sbrana lo fa a pezzi piccoli, lo maciulla, perchè non potendo disporre di strumenti atti a stabilire dove il merito alberghi in modo sicuro e certo, le scuole che di denari avranno ugualmente bisogno al pari delle altre ritenute meritevoli, dovranno arrangiarsi.
E' come se io dicessi al mio alunno che va più a rilento, quello che arranca, che s'impegna ma i risultati manco a pagarli, ma anche a quello che non ne ha voglia, che finchè è a scuola, e soprattutto finché l'obbligo non è concluso e dopo ancora finché la famiglia decide di lasciarcelo, di cui corre l'obbligo prendersi cura allo stesso modo degli altri, è come se dicessi: "Ora ti arrangi, seguo chi va bene e tu t'impicchi".
A ben riflettere i cattivi maestri sono altri, privi di lungimiranza, attenti al denaro e disinteressati alla persona, sono gli stessi che in questa nostra isola, così per fare un esempio uguale a mille altri altrove, hanno distribuito illusioni facili in cambio di voti, promettendo fabbriche impossibili, per i quali ancora c'è chi indossa vane e flebili speranze, educando al fatalismo e alla povertà "perché tanto qui non cambierà mai nulla". Cattivi maestri che sono degni padri della mentalità di tante troppe famiglie, quegli stessi giovani genitori che mandano i figli a scuola accompagnandoli con un: "Tanto che serve studiare, un lavoro non si trova lo stesso, forse è meglio chiedere aiuto a quell'assessore".
Che si cancelli pure l'art. 34 della Costituzione, è più coerente. Che ci venga tolta anche la speranza di cambiare le cose attraverso la scuola.© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.
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