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Cattivi pagatori e furbizia

Creato il 20 giugno 2010 da Francesco74
“C’è grossa grisi”, diceva ‘Quelo’, e quando c’è crisi aumentano i ‘cattivi pagatori’, una definizione usata dagli istituti di credito per indicare chi, ottenuto un prestito, non ha pagato il suo debito. ‘Cattivi pagatori’, secondo l’uso comune, sono anche quei clienti che le imprese sono costrette a rincorrere per ottenere il pagamento dei servizi o dei prodotti forniti.
In questa seconda ‘categoria’ c’è un po’ di tutto: da un lato chi veramente ha difficoltà a pagare, dall’altro la variegata umanità dei furbi. “In Italia, diceva un amico scrittore, ci sono tanti furbi perché ci sono tanti fessi. La prevalenza del cretino porta inevitabilmente alla prevalenza del cialtrone”, scrive Curzio Maltese su Il Venerdì dell’11 giugno. Dopotutto, come recita l’adagio, “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. O per dirla con Andreotti, “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Chi non ottiene quanto gli è dovuto, in conclusione, un po’ se l’è cercata. Come minimo ha commesso un errore di valutazione.
E’ una questione culturale. In “Totòtruffa” stiamo con i truffatori, non con l’allocco che crede di poter comprare la Fontana di Trevi. Sarebbe ‘onestamente’ impossibile chiedere il contrario, ma anche in situazioni meno assurde si tende a giustificare “l’occasione che fa l’uomo ladro”.
Si, perché fare il furbo è come rubare. Non rispettare la fila significa rubare tempo a chi c’era prima di noi. Non pagare dopo aver goduto della fornitura di un servizio o di un prodotto equivale a rubare il valore di quel servizio o prodotto.
Anche quando valutiamo il comportamento e l’operato di un politico tendiamo a ragionare secondo l’ottica cui ho accennato. “Non dico che non debbano rubare, ma che almeno una parte la utilizzino davvero per far stare meglio tutti”. Cose di questo tipo le ho sentite pronunciare a “gente di destra” e a “gente di sinistra”. Il concetto sembra mettere tutti d’accordo.
La furbizia, in definitiva, è una virtù anche, se non soprattutto, quando esercitata a danno di un altro, a danno della Comunità, in spregio di quanto sta alla base della civile convivenza. Anche per questo motivo agli esseri umani non bastano le regole non scritte sancite da una stretta di mano. Anche per questo motivo l’utopia anarchica di una società senza regole imposte è la più grande che sia mai stata concepita.
Il furbo è tale se la fa franca, se i vantaggi del suo comportamento superano gli svantaggi cui può andare incontro. Uno degli svantaggi è rappresentato dalla possibilità di essere additato pubblicamente come uno di quelli di cui non ci si può fidare e affidare. Anche la legge sulle intercettazioni sembra favorire ancora una volta i furbi.

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