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Cavalli felici

Creato il 18 gennaio 2014 da Patuasia

In questa valle verde e bella i cavalli stanno felici nella stalla. Sono tanti e tutti bravi e soprattutto buoni. Con queste eccellenze qualcuno si è pure inventato un ruolo di critico. Poi, saltuarialmente, ci sono anche i quadrupedi venuti da fuori: la biada è più succulenta e la stalla sempre calda e accogliente. Uno di questi cavalli sempre pronto a partire e infatti se ne è andato, è Franchino Tripodi tornato alla sua terra natia, la Calabria. Di lui ricordiamo la canzone “La mia Valle”, che doveva diventare la nuova ambasciatrice della Valle d’Aosta. Note sulle quali Mogol ha scritto le parole. L’inno doveva celebrare la Valle d’Aosta, ma tutti l’hanno subito scordato e, a parte lui e qualche altro, mai cantato una volta. (La vecchia Montagnes valdotaine non la pensiona nessuno!). Dell’orgoglio provato dall’ex assessore alla Cultura, Laurent Viérin, per la canzonetta firmata da quello che lui ha definito il più grande paroliere contemporaneo, che ne è stato?  E “l’unione tra più generazioni di valdostani, che si ritrovano a celebrare la cultura di un popolo e del suo paesaggio attraverso la musica e la voce da sempre compagna preziosa delle genti di montagna” che fine ha fatto? E che ne è stato dei 3000 cd acquistati al prezzo di 27. 200 euro? E dei giovani formatesi nel Centro Europeo di Toscolano, sempre di Mogol a cui la Regione ha firmato puntualmente numerose delibere alquanto significative? L’acqua scende giù dai monti e risciacqua e porta via. All’alba ci troviamo solo con i sassi. E Tripodi se ne va. Scrive della magia delle montagne, ma poi di queste dice di non poterne più! Preferisce il sole e il mare! Insomma, la mia Valle è la mia chiesa, ma qui non c’è più religione!


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