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Cavenago, discarica infinita: la Procura indaga

Creato il 13 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Sotto la montagna di rifiuti di Soltàrico di Cavenago D’Adda passa una falda idrica, alla profondità di sette metri. Il peso della discarica è tale da aver schiacciato la falda, sino a far affiorare un laghetto sulla destra, fra l’immenso ammasso di immondizia e la lanca di Soltarico. Infatti l’impianto gestito da Ecoadda sorge accanto a un sito d’interesse comunitario e a breve distanza dal Parco dell’Adda. La Lanca è uno spettacolo di verde, l’Adda un fiume imponente, dall’andamento maestoso. La bellezza della del paesaggio non ha potuto impedire però che in un mese siano arrivati circa 45 camion al giorno per depositare mille tonnellate di rifiuti. E non solo rifiuti ingombranti e urbani ma anche organici, visto che i gabbiani si appostano e mangiano rifiuti che nemmeno sono coperti.
La discarica cresce, si gonfia, si alza, s’impenna come un animale vivo e incontrollabile, fuori controllo. Di qui le accuse del Comitato presieduto da Mario Forti. Con quali criteri a Soltaruco dal ’93 si amplia continuamente la discarica? Il proprietario, signor Colucci, è titolare anche di un altro deposito di rifiuti a Pioltello, dove pure la magistratura ha aperto un fascicolo.
Ma quale peso può raggiungere una discarica? Il dato dev’essere presente nel progetto originario. E nel caso di Soltarico questo dato, in grado di indicare il massimo peso, cioè la portanza, è scomparso. Non esiste più, magicamente diventato introvabile.
Il comitato ha chiesto una perizia al geologo Anelli di Cremona, il quale ha osservato che senza un elemento simile, la portanza, non c’è garanzia di sicurezza. È battaglia allora contro la perizia della professoressa Iommi, che avrebbe basato i calcoli sulla sola pendenza della montagna. Il laghetto annoso, però, non può esser fatto da acqua piovana.
Alcuni sostengono che la portanza negli anni può essere cambiata. Di certo il terreno non ha mai ceduto prima di questi anni. E non ci sono alternative che la provenienza del laghetto dall’emergere di acqua di falda.
Dunque lo stracarico di rifiuti per il comitato ha passato ogni limite. C’è il pericolo di un cedimento, aumentando ancora i trasporti di immondizia da parte di camion che vengono da tutta Italia.
E perché proprio lì? Ci sono forse interessi troppo forti in gioco? Non possiamo emettere sentenze. Sono gli anni in cui le discariche chiudono.
Questa tenacemente resiste e aumenta.
In consiglio regionale è già pronta un’interrogazione di De Corato (Fratelli d’Italia), che sarà discussa alla riapertura del consiglio a settembre.
E l’Arpa? E la Provincia? I camionisti arrivano di notte, dormono sui camion pur non di lasciare il loro carico. Perché? Chi tutela i cittadini?
Quali sono i motivi per cui sono stati concessi ampliamenti e innalzamenti a un impianto che, si spera di no, potrebbe far crollare il terreno? Un’ipotesi così tremenda farebbe schizzare in pochi minuti il percolato lurido prima nella lanca e poi nell’Adda.
Solo la magistratura può far chiarezza.

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