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Ce l’ho azzurro – Senza Peluso sulla lingua

Creato il 12 settembre 2012 da Vivalafifa @WlaFifa

Ce l’ho azzurro – Senza Peluso sulla lingua
Avete presente quella orribile frase ‘La squadra vince ma non convince?”. Ecco, è il caso di Italia-Malta di ieri sera. Gli Azzurri hanno battuto i temibilissimi ospiti – reduce da una roboante vittoria 3-2 su San Marino – grazie alle reti di due esordienti come Mattia Destro e Federico Peluso. In mezzo, il nulla o quasi. Un po’ come i film di Twilight, o le campagne elettorali del Pd.

Il pubblico italiano – e quello di Modena non è stato da meno – è di palato fine e si è ritrovato ad esaltarsi quando Cesare Prandelli ha deciso di buttare nella mischia il napoletano Lorenzo Insigne, uno che se non si monta la testa diventa un genio assoluto, altrimenti andrà a fare la spalla di Gianni Celeste ai concerti neomelodici. Per il resto, c’era poco da esaltarsi. L’Italia ha trotterellato, nonostante l’assenza di trentini in squadra (anche perché poi in campo si scende solo in 11, per dirla tutta). Già alla vigilia, anzi già da quella disastrosa finale di Kiev, Prandelli è apparso vagamente in confusione: cambi di moduli, esperimenti più o meno giustificati, convocazioni molti simili ad una trama di Poltergeist e la pretesa di voler mettere in campo anche Paolo Rossi per risolvere il problema del gol.

Dietro le punte, Alessandro Diamanti non è apparso granché a suo agio. Sarà stato perché Malta si è chiusa con un catenaccio a doppia mandata fin da subito, o forse perché i centrocampisti avversari lo legnavano come fabbri ferrai, o forse ancora perché Prandelli non si era ricordato nemmeno di convocarlo e non gli ha dato nessuna indicazione tattica. Insomma, non sparate su Diamanti. Perché nell’Italia delle ultime due gare c’è stato di peggio. Uno: Giaccherini. Non ci stancheremo mai di ripetere la stessa domanda: che diavolo ci fa in Nazionale? Sarà uno che si sbatte, che corre, ma tecnicamente è limitato. Oltre al fatto che nella Juve non gioca (e un motivo ci sarà). Ma niente, Prandelli si è fissato, così come Lippi lo era con giocatori di dubbio gusto come Zaccardo e Pepe.

E poi c’è Peluso. Il terzino sinistro dell’Atalanta è stata, secondo gli esperti (tra cui ricordiamo Gianpiero Mughini e Capra Crapulona), una delle rivelazioni dello scorso campionato di serie A. La Juve, la Roma ed altre big (per fortuna non l’Inter) si sono fiondate su questo fenomeno, che alla fine però è rimasto a Bergamo. Non so abbiate avuto modo di vederlo all’opera, questo Peluso. Su tre appoggi di piatto, due li sbaglia. Una volta su due non si sgancia e non si propone. Quando ha la palla tra i piedi, sembra che al posto della sfera ci sia un raudo di 6 chili. Anziché passarla in avanti, spesso la dà indietro.

La fascia sinistra della Nazionale è materia delicata. Da lì ci sono passati Facchetti, Cabrini, Maldini e pure Grosso, che non era un fulmine di guerra ma ci ha fatto vincere da solo mezzo Mondiale. Ora c’è Peluso. Che angoscia.

Alessandro Oliva

@aleoliva_84


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