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Cellulari ai bambini, dire no sarebbe meglio

Da Mammachevita @mammachevita_g

Cellulari ai bambini, dire no sarebbe meglio

Ieri, come in uno dei tanti momenti delle mie giornate, mi sono ritrovata ad aprire Facebook e leggere le notizie in evidenza che mi proponeva l'app del mio telefonino. Mi è subito saltato all'occhio lo stato di una mamma, blogger, che si "lamentava disgustata" del fatto che invece di fare polemica sulle pubblicità dei giocattoli per bambini (che inducono indubbiamente ad uno stress emotivo da acquisti prenatalizi) bisognerebbe preoccuparsi di più che nessuno protesti per il fatto che le compagnie telefoniche abbiano creato delle tariffe dedicate ai più piccoli, che indubbiamente inducono i figli ad assillare e desiderare in modo quasi stalkeriano, e di conseguenza i genitori ad acquistare, un telefonino a misura di bambino (dove per bambino si intende la fascia molto sotto i 15 anni).

Scritto il fatto, è subito polemica tra mamme "sconvolte" e sostenitrici dello stato di questa ragazza che ha indubbiamente sollevato una questione molto importante e veritiera ma che, allo stesso tempo, mi ha fatto notare anche come nessuna delle mamme, nonne, zie e qualsivoglia abbia commentato, si sia posta il problema... Perché?
Letta la pubblicazione e letti uno a uno i commenti in risposta, non me la sono davvero sentita di non dire la mia. Perché è giusto ascoltare le opinioni degli altri ma è giusto anche, se si hanno i mezzi, cercare di riflettere su quello che si legge, su quello che si scrive e rispondere di conseguenza.

Una cosa che non ho mai detto infatti è che da tempo ormai lavoro per conto di una nota compagnia telefonica (ambito nella quale mi sono approcciata per la prima volta, visto che il mio settore è sempre stata la moda) presso un piccolo negozio del mio paese nella quale giornalmente ho a che fare con genitori di bambini e ragazzi di ogni fascia d'età. Spesso mi capita di indirizzare i clienti verso la scelta più giusta per un prodotto e questo implica anche un piano telefonico adatto alle esigenze di chi ho di fronte.

La mania dello smartphone ormai non è più una moda a dire il vero, è diventata quasi un esigenza.
Camminiamo (e cammino) con il telefono tra le mani smanettando tra web, social e applicazioni varie. Ci approcciamo (e mi approccio) con registrazioni vocali di ogni durata, genere e argomento. Comunichiamo (e comunico) costantemente attraverso telefonate e email a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Perché quindi dovremmo stupirci del fatto che i nostri figli desiderino fare lo stesso? E perché dovremmo ancor più scioccarci che le compagnie telefoniche si adeguino a questo stile di vita, business per loro e indubbiamente rovina per noi?

Mi sono fermata a riflettere.

Oggi abbiamo, soprattutto noi genitori, la costante necessità di avere tutto sotto controllo. Qualsiasi cosa succeda intorno a noi o a un componente della nostra famiglia deve essere monitorato quanto basta per non perdere nessun appuntamento, nessuna visita, nessun incontro. Come posso quindi biasimare un genitore che desidera acquistare un telefonino al proprio figlio?
Provo a mettermi nei panni di una mamma che non ha la possibilità di andare a prendere il figlio all'uscita da scuola e che quindi deve affidarsi ad un pullman, uno scuola bus o a semplicissimo tacco e sola. Il solo pensiero mi fa venire l'ansia.
Il breve o lungo tragitto tra l'istituto e casa mi farebbe venire l'orticaria da panico contando anche il fatto che ad esempio a casa nostra non abbiamo il telefono fisso e non avrei modo di comunicare con mio figlio in nessun modo mentre sono al lavoro. Onestamente non so se ce la farei.

Mi rendo conto che può sembrare assurdo per alcuni, ma se penso che il mio primo cellulare mio padre me lo regaló all'età di 12 anni per andare in gita 10 giorni con i scout e potermi sentire ogni qual volta ne aveva voglia, comprendo le sue paure.
Non siamo mai stati ricchi, i miei genitori non sono mai state persone spendaccione né per l'abbigliamento ne soprattutto per gli oggetti futili, ma mio padre ha avuto la possibilità di comprare un cellulare per potermi avere più vicino quando tanto vicino non ero e lo fece. Eravamo in un campeggio in montagna, i mezzo ai boschi, non c'erano cabine telefoniche (quando ancora esistevano), e se ci rifletto io probabilmente mi sarei comportata allo stesso modo.
Perché quindi stupirsi se una compagnia telefonica si adegua a questa necessità di controllo, a questa abitudine di avere sempre tutto sotto gli occhi in qualche modo?
E soprattutto perché giudicare chi si è semplicemente uniformato ad un business certo quando i primi a doversi colpevolizzare siamo noi?

Io stessa ho una spada di Damocle sulla testa. Mi pende affilata ogni giorno da quando mi sveglio a quando vado a dormire.

Soprattutto per il mio blog e per la mia curiosità di sapere e conoscere sono troppo spesso incollata al mio smartphone proprio perché è la soluzione più pratica. Il telefono lo porto ovunque, il pc no. E i miei figli osservandomi cosa possono imparare? Di sicuro che se una cosa la fa la mamma tanto sbagliata non può essere. O se la fa il papà... Perché nessuno si salva! Chi più chi meno sbagliamo tutti.

Dalla foto, al messaggio, alla videochiamata, alla mail... Ogni scusa è buona per tenere gli occhi incollati al telefono (vuoi per lavoro, vuoi per passatempo).
Le compagnie telefoniche hanno avuto solo la geniale idea di tutelare i nostri figli in modo da rendere questa dipendenza più sicura. Meno telefonate (la maggior parte dedicate a mamma e papà) e meno internet ma sano con parental control per tutti. Onestamente lo trovo geniale.
Come trovo intelligente che, vista la mania, alcune case produttrici di giocattoli abbiano inventato degli smartphone a prova di bambino che oltre ad essere più sicuri sul mondo internet hanno la possibilità di essere utilizzati tramite auricolari che vanno a diminuire notevolmente le onde radio trasmesse dai dispositivi.

Con questo non voglio giustificare chi acquista lo smartphone ai cinquenni solo per dire mio figlio ha il telefonino (che poi non è c'è nemmeno da vantarsene... attenzione!) oppure quelli che venderebbero la madre pur di regalare al proprio pargolo l'ultimo nato della tecnologia nanoquantistica (perche è inconcepibile spendere centinaia di euro per dare in mano un cellulare a un bambino/ragazzino) solo per il piacere di dire: " mio figlio ce l'ha". Come trovo assurdo chi, per intrattenere o aggraziarsi le simpatie di un bambino lo piazzi davanti al cellulare facendo finta di telefonare o facendogli aprire le milioni di applicazioni presenti (soprattutto le non educative), così da farlo ipnotizzare davanti a qualche inutile video, canzone o quant'altro. Queste sono le situazioni per la quale darei l'ergastolo. Carcere a vita con tanto di chiave buttata in qualche tombino con scarichi così profondi, per la quale il ritrovamento sarebbe impossibile anche per Sherlock Holmes.

Non sono pro telefonino ai bambini sotto una certa età ma se le situazioni lo richiedessero io acquisterei un cellulare con un piano telefonico adatto a mio figlio. Non farlo significherebbe non volerlo tutelare e se avessi la possibilità perché non approfittarne?

Ogni scelta verso i nostri figli andrebbe fatta con cognizione di causa e, almeno per quando riguarda smartphone e tablet, solo se davvero indispensabile.
Comprendo lo scetticismo di ogni mamma che ha commentato lo stato di cui ho parlato all'inizio ma credo anche che, se tutti noi continuiamo in questa direzione, sia inevitabile far finire le nuove generazioni nel mondo della lobotomizzazione e dipendenza da tecnologia.

Dovremmo semplicemente iniziare a valutare meglio l'esempio che diamo ai nostri figli, mettendoci noi per primi una mano sulla coscienza.

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