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Cellule staminali riprogrammate per individuare le dinamiche di alcune patologie

Creato il 25 dicembre 2014 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Le cellule staminali riprogrammate permettono di analizzare in vitro i comportamenti di diverse patologie ed i meccanismi con cui esse hanno luogo: il lavoro promosso su Nature Genetics. 

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Di: Redazione

La ricerca scientifica sull’utilizzo terapeutico delle cellule staminali non si arresta: gli studi in merito al trattamento delle patologie per mezzo del trapianto di staminali proseguono, e molti di essi anche con un discreto successo. Segno evidente che la strada intrapresa dalla medicina in merito alle cellule staminali può essere quella giusta, e che in futuro, grazie a queste ricerche, potrà essere possibile non solo trattare un numero sempre maggiore di malattie – ad oggi, per esempio, le patologie trattabili con cellule staminali cordonali sono circa 80 – ma anche studiarne i meccanismi.

Ad oggi, le patologie trattabili attraverso il trapianto di cellule staminali sono sempre di più, e le ricerche sono sempre più numerose ed approfondite, perché queste cellule hanno un’elevata efficacia nel trattamento terapeutico: basti pensare che malattie come leucemia, linfomi, mielomi, possono essere combattute anche con l’uso di cellule staminali cordonali, che rappresentano un’arma in più e che in molti casi hanno registrato un notevole successo.

Ma c’è di più: sulla rivista scientifica Nature Genetics sono stati pubblicati alcuni lavori interessanti sull’uso di queste cellule non solo a scopo terapeutico, ma anche per individuare ed identificare le dinamiche con cui evolvono alcune malattie, come ad esempio il Parkinson, l’Alzheimer, il diabete, la Schizofrenia, e molte altre.

Gli scienziati si stanno molto concentrando sullo studio delle cellule staminali riprogrammate, veri e propri avatar che possono essere utilizzati per studiare molte malattie su base genetica. Riprogrammando queste cellule, si possono analizzare i meccanismi alla base delle malattie genetiche, e ciò non solo a scopo di studio, ma anche a scopo preventivo.

Conoscere i meccanismi e le dinamiche di determinate patologie, infatti, può essere molto utile perché consente di testare nuovi rimedi farmacologici: un enorme passo avanti per la medicina, e soprattutto per i pazienti.


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