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Cenere_appunti.4

Creato il 24 agosto 2015 da Philomela997 @Philomela997

CENERE – 1   CENERE – 2  CENERE-3

Si svegliò di soprassalto quando si sentì scuotere per una spalla. Mise a fuoco il volto di Anna che la fissava con un’espressione precisa, che compariva spesso sul suo volto ultimamente, si trattava di esasperata disapprovazione, ma con un’inclinazione simpatica del labbro.

Sono sveglia – disse Ash cercando di seguire un filamento limaccioso di sogno che scivolava via. Le rimase una sensazione di vastità siderale.

Si alzò appoggiandosi al tronco. – Mio padre?

Sta bene, ma è stato difficile convincerlo a non venire. Eravamo preoccupate, sai che ore sono? – disse Anna.

Ash sbadigliò. – Il tempo non è reale – disse. – Andiamo?

Fidati che quando aspetti un’amica e hai paura che sia stata presa a manganellate il tempo è molto reale. Seguimi.

Ash alzò le spalle e obbedì. – E’ solo l’eternità che si ripiega su se stessa. Tra un secondo avremo novant’anni e penseremo ancora di essere immortali – disse, poi aggiunse: – e magari è anche vero, farebbe ridere.

Mi sembra improbabile. L’immortalità.

Anna – fece Ash sentendo gli occhi pieni di lacrime. – Lungo tutto l’estendersi del tempo, ovunque siamo nell’universo, qualunque cosa facciamo, io ti amerò sempre.

L’altra si voltò piano, sorrideva in modo un po’ imbarazzato. – Sei fatta?

Ash schioccò le labbra. – Importa?

No – ammise Anna. – La Reba ci aspetta.

E così Ash affrontò la prima dichiarazione d’amore andata in frantumi. A testa alta, naturalmente. Si asciugò rabbiosamente una lacrima e continuò a camminare. Pensò di tagliarsi i capelli, farsi un tatuaggio o un piercing. Qualunque cosa per non dimenticare.

Mentre ti aspettavamo abbiamo preparato il gioco. Possiamo iniziare stanotte – disse Anna.

Al diavolo il gioco, pensò Ash, al diavolo tutto. Brucerei questa città di merda se servisse a qualcosa. Ma doveva fingere, fingere, fingere, essere entusiasta.

Ma scherzi? Davvero? E’ perfetto! – e suonò davvero su di giri. Poteva permetterselo perché sapeva che la marea nera si sarebbe dissolta nell’arco di qualche ora e avrebbe davvero avuto voglia di giocare. Era lo scopo primario dei suoi nuovi cristalli, in fondo.

Vide il capannone profilarsi contro il cielo chiaro di stelle estive. Illuminato, ne usciva l’ululato di Johnny Cash.

Vado a salutare mio padre.

E’ ubriaco – disse Anna.

Ash chinò la testa. – Allora andiamo a giocare – decise arrampicandosi sul capannone.

La Reba era tutta presa da una schermata fitta di codice. – Ci siamo, eh, ci siamo – borbottava.

Ash si accasciò in un angolo e si versò un bicchiere di ammazza-bionde, come avevano ribattezzato il loro liquore. Non che avessero niente contro le bionde, solo che erano tutte e tre concordi sul fatto che probabilmente non sarebbe stato l’alcolico ideale per una bionda, nel senso simbolico/metaforico del termine, non importava a nessuno il reale colore dei capelli. Nè il genere di appartenenza, se era per quello. Comunque si versò un bicchiere di ammazza-bionde e lo trangugiò con la solita smorfia.

Anna iniziò a sua volta a smanettare al computer e Ash prese a cantare con Johhny: I fell into a burning ring of fire, I went down, down, down as the flames went higher…

Ash – disse la Reba passandole un cavo. – Innestati e taci.

And it burns, burns, burns, The ring of fire, the ring of fire – concluse Ash con puntiglio. Poi si cacciò il cavo nella nuca. – A quando la versione wireless? – chiese per irritare Anna.

E’ un Alfa test, nemmeno un Beta. Se funziona pensiamo ai dettagli, ok?

Uhm – mugugnò Ash tirando fuori i cristalli. – Questi fanno un sacco di roba interessante, ma più che altro convincono i neuroni a mandare le informazioni direttamente al campo di gioco. Nel senso che il confine tra l’io e noi, il qui e l’altrove diventa molto, molto sottile. Quindi in pratica lo scambio dovrebbe essere così rapido che le percezioni dovrebbero fondersi, comunque, occhio che se c’è qualcosa che non volete condividere potrebbe essere quasi impossibile, in teoria.

Finalmente scopriremo cos’ha fatto Anna col professore – disse la Reba.

Anna la ignorò. – Pronte? – chiese.

Ash deglutì. – Masticatene un paio – disse passando i cristalli.

Ok, adesso i nostri innesti diventeranno peers di un sistema di server e formeranno uno spazio virtuale blindato.

Se e solo se il tuo codice non è un colabrodo – commentò Ash che iniziava a sudare freddo.

Se ci sono bug li correggerò – rispose Anna.

Lo spazio è una chat multi-sensoriale più o meno come quella di eye-like – disse la Reba deglutendo cristalli. – Principalmente visiva e auditiva, ma dobbiamo testarla per vedere se salta fuori altro.

Allora testiamola, no? – disse Ash percependo un nervosismo condiviso.

Bene – disse Anna pestando sui tasti di un vecchio laptop.

Ash avvertì un formicolio e una nausea leggera. La vista si sdoppiò e l’interno del capannone divenne traslucido mentre una seconda realtà prendeva consistenza.

Stiamo già giocando?” Sentì chiedere.

Credo di sì.”

Fu presa da un’euforia incontenibile e si trovò immersa in una risata cristallina.

Funziona”, dissero.

Possiamo dire quello che vogliamo, siamo criptate?” chiesero.

Possiamo”, risposero.

Ecco fatto, pensò Ash incurante del fatto che le altre potessero, forse, sentirla. La telepatia è un mezzo meccanico, ora, abbiamo sradicato anche questa poesia. Adesso verrà brevettata, confezionata, venduta e inglobata nel sistema. E usata contro di noi, come tutto il resto. Eppure guardo queste stelle ed è bello che senza parole voi sappiate cosa significhino per me. Lo sapete? Questo sentimento d’immensità, a dividerlo con voi, è davvero senza confini.


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