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Censura sì – censura no

Da Ivy

netiquette

 

I blog sono strumenti di comunicazione “di massa”, una comunicazione generalizzata, un ambiente sociale di cui l’autore detiene il controllo, sia per i post che pubblica che per i commenti che modera.

È buona regola pubblicare anche i commenti non benevoli nei confronti del post, anzi, sta proprio qui la differenza fra chi scrive un post per il proprio ego, pieno di tesi che crede assunti e fra chi invece, accetta si apra una discussione per arrivare ad una proficua conclusione. D’altronde chi dissente, deve suffragare la sua posizione contraria, e se, a propria volta si è in grado di controbattere mostrando la fragilità delle ragioni del commentatore “avversario”, non si fa altro che dimostrare l’effettiva validità del proprio ragionamento. Un pensiero che è passato attraverso la contraddizione è un pensiero sperimentato, provato e vale di più proprio perché è stato capace di sostenere l’urto delle tesi opposte.

Vi sono altri commentatori però, la cui aggressività non è spiegata da provocazione alcuna, e il cui scopo pare soltanto un malato bisogno di palcoscenico, di auto realizzazione a discapito di altri che aggrediscono (l’altro è solo un transfert, vorrebbero dominare qualcosa della loro vita che non riescono e allora provano a fare gli arroganti fra i blog). Ora, pur sapendo che l’aggressività di questi commenti è solo una risposta alla loro personale frustrazione, e pur notando l’alto livello di distorsione della realtà delle cose che dimostrano, accusando ed infamando altri bloggers conosciuti nella piattaforma, non mi sembra corretto dar soddisfazione ai loro deliri, pubblicando.

I commenti intelligenti, pro o contro il post sono sempre i benvenuti. Se però, l’intelligenza è la capacità di usare in modo adeguato i processi cognitivi per elaborare e risolvere i problemi della realtà, allora commenti che portano avanti convinzioni erronee e accuse (infondate!) pubbliche e persistenti a più bloggers, accuse che non recedono nemmeno davanti all’evidenza delle prove, sono prive di ragione.

Il tenore dei commenti che si leggono per i blog, deriva da una quasi inconscia e comunque spontanea accettazione di norme di buona convivenza. Chi si pone in contrasto con queste civili regole sociali, condivise dalla blogosfera, volendo portare avanti pesanti illazioni e facendo spiacevoli allusioni su altri bloggers, con la scusa di cercare di convincere tutti di aver subito torti da questo e da quello e pure da quell’altro (delirio di persecuzione), correlando il tutto con azioni di ingiuria, diffamazione, calunnia, persino minacce (querulomania), non cessando, ma anzi rincarando la dose ogni volta che qualcuno fa notare l’infondatezza, nonché la scorrettezza delle accuse, va definito “elemento di disturbo”.

Un commento è un atto, un’espressione verbale, e quando riporta riferimenti malevoli, scurrili, verso altri bloggers, sicuramente può essere censurato. Se invece simili commenti si pubblicano è perché il moderatore sceglie di sottoporli al controllo sociale esercitato spontaneamente dagli altri bloggers, che passano al post, leggono anche i commenti e si fanno un’idea di quell’individuo, giudicandolo come merita.

Già, perché il controllo sociale nei blog opera a due livelli.

Il primo livello è il controllo informale, interno alla blogosfera, che opera attraverso la socializzazione fra bloggers, con l’assimilazione e condivisione di idee e norme su come ci si comporta se si è membri di una comunica virtuale (netiquette). Mostrando tali commenti ingiuriosi verso altri si dà modo di costruire un’opinione pubblica in proposito e preparare così gli altri bloggers su cosa si possono aspettare ed eventualmente su come comportarsi con la persona che li ha lasciati.

La maggioranza dei bloggers ha in comune l’interesse di assicurarsi un angolo sereno on line per svagarsi, sanno di essere inseriti in un sistema di rapporti e di relazioni con i quali si sceglie costantemente di confrontarsi (andando a leggere e commentare i post degli altri, ma anche rispondendo ai commenti sul proprio blog). Si attribuisce un importante significato all’oggetto dell’interazione (blog, post, commenti etc) e il processo di relazione fra bloggers alla fin fine è un processo di solidarietà fra di noi (quel che capita nei nostri blog). Mostrare certi tipi di commenti velenosi (è a dir poco) è come mettere delle boe di segnalazione per gli altri: “state attenti a…”.

Il secondo livello è il controllo formale, quello attuato dal proprietario del blog, che sorveglia la condotta dei commentatori ed ha tutti i diritti e forse doveri, nel caso i commenti trascendano in scorrette accuse o volgarità, di porre in atto la censura. Appunto perché i commenti sono uno scambio comunicativo importante che dimostrano il processo di socializzazione ben riuscito fra bloggers, e quando un commentatore apposta infanga altri bloggers conosciuti nella piattaforma, non è meglio oscurarlo?

Il tenore dei commenti è influenzato dal ragionevole desiderio di interloquire amichevolmente; quando però, per abitudine e sempre la stessa persona, ne scrive di ingiuriosi ed aggressivi verso altri, allora la censura per tutelare chi forsennatamente si prende di mira nei commenti, mi pare un’ottima soluzione.

Voi che ne pensate?

 


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