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Cesare Cuppone: la mia pittura

Creato il 09 settembre 2012 da Cultura Salentina

In occasione della mostra di Cesare Cuppone (Maglie, Art Café, 8-27 settembre 2012), ripubblichiamo l’interessante contributo di Lorenzo De Donno sull’autore (ndr).

di Lorenzo De Donno

Cesare Cuppone: la mia pittura

© Cesare Cuppone: Alba su S. Cesarea Terme (olio su tela 50 x 70)

Cesare Cuppone è nato a Neviano (Le) 57 anni fa dove abita e lavora. E’ un pittore figurativo a tutto tondo, un autodidatta con un amore infinito per la pittura che lo ha portato a non “incasellarsi” mai in un genere specifico ma a sperimentare sempre, mantenendo una sua precisa identità ed un legame indissolubile con il suo Salento, la terra che rappresenta in modo diretto ed indiretto in quasi tutta la sua produzione.

Una pittura variegata, quindi, che spazia dai paesaggi naif fiabeschi, dove raffigura colline verdissime e prati fioriti fino all’infinito e gli strumenti della tecnologia di tutti i giorni assumono connotati di macchine fantastiche, alle marine “surreali”, dove il tempo è sospeso ed il mare è quasi sempre “a specchio” sotto le torri saracene e i bastioni di antichi manieri.

Ed ancora, i pittoreschi scorci dell’entroterra salentino, dipinti con dovizia di particolari, dove le protagoniste sono le case di pietra ed il violento chiaro scuro della luce e dell’ombra.

Una menzione particolare spetta alle nature morte, dove i vasi, che sono quelli della tradizione, traboccano di fiori stilizzati, delicati e quasi fluttuanti, ed i frutti sono turgidi ed invitanti.

Cesare Cuppone: la mia pittura

© Cesare Cuppone: Fattoria salentina con olivo (olio su tavola 50×50)

E’ un’arte gioiosa, quella di Cesare, ma mai banale, è sempre esposto in prima persona per offrire protezione, serenità e pensieri positivi a chi gli sta vicino e fatalmente anche a chi, avvicinandosi alla sua arte, ha l’occasione di apprezzare le sue opere. Cesare ama la pittura e fa della pittura la sua firma, infatti in molte nature morte raffigura, come se lo avesse dimenticato in un angolo della tela, un pennello intriso di colore o un tubetto di olio ancora aperto.


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