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Cesare Pavese “Semplicità”

Da Lielarousse

Roma 8 dicembre 2013

Cesare Pavese

L’uomo solo – che è stato in prigione – ritorna in prigione.
ogni volta che morde in un pezzo di pane.
In prigione sognava le lepri che fuggono
sul terriccio invernale. Nella nebbia d’inverno
l’uomo vive tra muri di strade, bevendo
acqua fredda e morendo in un pezzo di pane.

Uno crede che dopo rinasca la vita,
che il respiro si calmi, che ritorni l’inverno
con l’odore del vino nella calda osteria,
e il buon fuoco, la stalla, e le cene. Uno crede,
fin che è dentro uno crede. Si esce fuori una sera,
e le lepri le han prese e le mangiano il caldo
gli altri, allegri. Bisogna guardarli dai vetri.

L’uomo solo osa entrare per bere un bicchiere
quando proprio si gela, e contempla il suo vino:
il colore fumoso, il sapore pesante.
Morde il pezzo di pane, che sapeva di lepre
in prigione, ma adesso non sa più di pane
né di nulla. E anche il vino non sa che di nebbia.

L’uomo solo ripensa a quei campi, contento
di saperli già arati. Nella sala deserta
sottovoce, si prova a cantare. Rivede
lungo l’argine il ciuffo di rovi spogliati
che in agosto fu verde. Dà un fischio alla cagna.
E compare la lepre e non hanno più freddo.

da Poesie edite e inedite, Einaudi, Torino

Uno dei problemi che maggiormente tormentarono Cesare Pavese fu quello della solitudine dell’uomo la quale sarebbe disperata se non fosse attenuata dai sogni che ci concedono l’evasioni. E il protagonista di questa poesia trova appunto nel sogno il rifugio e la consolazione della sua esistenza che è stata buia nel carcere ed è buia nella libertà. Anzi, quando era rinchiuso, se mordeva un pezzo di pane, sognava campi arati liberi e spaziosi, un casolare caldo, un bicchiere di vino sulla tavola; il pane stesso assumeva il sapore della carne di lepre. Ora che  è libero e potrebbe vedere avverate le sue speranze, si accorge che le cose nella realtà sono più lontane che nel sogno. Soltanto il vino, che al primo assaggio “non sa che di nebbia”, può far nascere di nuovo, come per miracolo, le fantasie e le illusioni necessarie a infondere la forza di vivere.

Buona domenica
A domani
Lié Larousse



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