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Champions: da David Luiz a Neymar, top e flop

Creato il 26 aprile 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Mercoledì si sono conclusi i quarti di Champions, un turno denso di sorprese. Non può mancare il nostro consueto pagellone.

Voto 1 all’arbitraggio di Juve e Monaco: all’andata un fallo fuori area da ultimo uomo viene sanzionato con calcio di rigore e cartellino giallo. Al ritorno manca il rigore per la chiusura “a sandwich” di Vidal e Chiellini, e quest’ultimo non viene poi espulso solo per grazia ricevuta. Doppio #fiuuu per Allegri.

Voto 2 ad Arda Turan: il furore agonistico gli annebbia la mente. Il Profeta rimedia due ammonizioni perfettamente evitabili, provocate dall’eccesso di nervosismo. Folle l’intervento su Ramos: piede a martello proprio al momento del rinvio, per di più nella trequarti avversaria. L’espulsione sposta gli equilibri e l’Atlético cede all’assedio dei Blancos, rimediando il goal fatale in meno di un quarto d’ora. Champions addio, ancora una volta.

Voto 3 a Dante, capace di mettere in discussione una corazzata invincibile con un paio di interventi sconsiderati. Sua la responsabilità del flop all’andata: con due palle perse provoca due goal, di cui uno di rigore. Non gli è bastato il Mondiale brasiliano?

Voto 4 a David Luiz, il più altalenante del PSG. Dopo l’eroico 2-2 inflitto agli ex compagni del Chelsea, nel match d’andata il brasiliano si fa infilare due volte da Suárez con tunnel da capogiro: l’ex Liverpool scardina la difesa e fa doppietta. Il 3-1 rimediato in casa è fatale ai parigini, e il 2-0 del Camp Nou è solo l’ovvio epilogo. Sconfitta che questa volta potrebbe portare i top player lontani dal club: la Champions ormai è diventata tabù.

Voto 5 all’Atlético: Simeone è formidabile nel mantenere in equilibrio la squadra, ma, a differenza degli ultimi scontri, quello del Real è un assedio. All’andata e al ritorno. Al Bernabéu, 2 tiri contro i 23 dei cugini. Strategia rischiosa. Come nella finale di Lisbona, a condannarlo sono sempre le ultime manciate di secondi. Che per l’Atlético la Champions stia diventando un tabù?

Voto 6 al Monaco, che esce a testa alta. Non crea molto ma smentisce i pronostici sventando, anche in casa, gli assalti della corazzata bianconera. Come nel ’98, unico precedente, il Monaco saluta la Champions ai quarti, soccombendo alla Vecchia Signora. Ma questa volta a condannarla sono solo gli episodi, nonostante il gap contro i campioni d’Italia sia evidente.

Voto 7 alla Juve, che vince ma non convince. Forse un po’ impressionata dal flop dell’Arsenal, i bianconeri badano soprattutto a coprirsi ma in attacco creano poco. Nell’unica occasione davvero pericolosa Morata viene abbattuto e il rigore procura a Madama il pass per le semifinali. Al ritorno Tévez e Morata arrivano a un tiro in due, e lo spagnolo spreca un contropiede da manuale. Complice un virus diffuso? Poco importa. I bianconeri tornano tra le fab4 dopo ben 12 anni. Sconfitti i tremori da Champions, e oggi sognare non è più proibito. Un exploit su cui nessuno avrebbe puntato, visto l’estate burrascosa: Mondiale pessimo e strappo tra Conte e la società. Come nel 2003, la Juventus se la vedrà contro il Real, ma stavolta l’impresa sembra insormontabile.

Voto 8 a Vidal e Buffon, protagonisti assoluti della qualificazione bianconera alle semifinali di Champions. Il cileno afferra il coraggio a piene mani e segna il rigore decisivo, cancellando definitivamente l’errore contro l’Olympiakos. Al portierone bastano due interventi in 180′ per essere l’uomo partita: con due salvataggi in extremis mantiene la porta inviolata sventando le uniche due occasioni menegasche. Le merengues sono avvisate: come 12 anni fa, ci sarà lui a lottare per la finale. Quella volta parò perfino un rigore a Figo. L’avanzare degli anni non gli impedirà di essere di nuovo determinante.

Voto 8, infine, anche a Javier Hernández, l’eterno secondo: con Benzema acciaccato, il Chicharito sfrutta meravigliosamente l’opportunità, mettendo in rete il goal che vale la finale. In Champions non segnava da quasi tre anni, e in stagione aveva fatto appena 2 partite da titolare. Ma dopo tre palloni sprecati, tocca quello buono e segna il goal più facile ma (ad oggi) il più importante per la carriera europea.

Voto 9 a Pep: indistruttibile. Guardiola rispedisce al mittente critiche e rumors, e con fermezza granitica cancella la pessima prestazione di Oporto. Bayern rimodellato, con Lahm a lato nel centrocampo a 3. Mossa che spiazza il Porto: i tedeschi in appena 30′ chiudono la pratica. Contro il Barça, ora, sfiderà il passato, la sua creatura, la squadra che lo ha incoronato come l’allenatore più giovane della storia a vincere la Champions League.

Voto 10 al trio Suárez-Messi-Neymar: con più di 90 reti all’attivo, si consacrano come l’attacco più pericoloso d’Europa. Contro il PSG Messi torna quello degli anni d’oro ma non segna: il palo rimanda la festa. Ma i due commilitoni rimediano: Suárez segna una doppietta mostruosa ridicolizzando il povero Luis, Neymar segna tre goal tra andata e ritorno. Contro il Bayern in semifinale non sarà così semplice, ma questi tre hanno riportato da soli il club blaugrana ai livelli dell’era Guardiola: cancellati i dissidi iniziali con Enrique, campionato ormai conquistato. Da squadra in declino, anche a causa delle vicissitudini societarie, ora sono i favoriti per la Champions League.

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