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Charles Baudelaire, Diari intimi 1

Creato il 02 ottobre 2012 da Marvigar4

diari intimi

Charles Baudelaire

Diari intimi

Traduzione dall’originale francese Journaux intimes

di Marco Vignolo Gargini

RAZZI [1]

I

RAZZI

Quand’anche Dio non esistesse, la Religione sarebbe ancora Santa e Divina.

Dio è il solo essere che, per regnare, non abbia affatto bisogno d’esistere.

Ciò che è creato dallo spirito è più vivo della materia.

L’amore è il gusto della prostituzione. Non v’è piacere nobile che non possa essere ricondotto alla Prostituzione.

In uno spettacolo, in un ballo, ognuno gode di tutti.

Che cos’è l’arte? Prostituzione.

Il piacere d’essere in mezzo alla folla è un’espressione misteriosa del godimento della moltiplicazione del numero.

Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell’individuo. L’ebbrezza è un numero.

Il gusto della concentrazione produttiva deve sostituire, in un uomo maturo, il gusto della dispersione. L’amore può derivare da un sentimento generoso: il gusto della prostituzione; ma è ben presto corrotto dal gusto della proprietà.

L’amore vuole uscire fuori di sé, confondersi con la sua vittima, come il vincitore con il vinto, e ciò nonostante conservare dei privilegi da conquistatore.

Le voluttà del mantenitore hanno insieme un che dell’angelo e del proprietario. Carità e ferocia. Esse sono anche indipendenti dal sesso, dalla bellezza e dal genere animale.

Le tenebre verdi nelle sere umide della bella stagione.

Profondità immensa di pensiero nelle locuzioni volgari, buchi scavati da generazioni di formiche.

Aneddoto del cacciatore, relativo al legame intimo della ferocia e dell’amore.

II

Della femminilità della Chiesa, come ragione della sua onnipotenza.

Del colore viola (amore contenuto, misterioso, velato, colore della canonichessa).

Il prete è immenso perché fa credere a una folla delle cose sorprendenti.

Che la Chiesa voglia far tutto ed essere tutto, è una legge dello spirito umano.

I popoli adorano l’autorità.

I preti sono i serventi e i settari dell’immaginazione.

Il trono e l’altare, massima rivoluzionaria.

E. G. o la SEDUCENTE AVVENTURIERA [2]

Ebbrezza religiosa delle grandi città. – Panteismo. Io, sono tutti, tutti, sono io.

Vortice

III

Credo d’aver già scritto nelle mie note che l’amore somiglia assai a una tortura o a un’operazione chirurgica. Ma questa idea può essere sviluppata nella maniera più amara. Quand’anche i due amanti fossero invaghiti e gravidi al massimo di desideri reciproci, uno dei due sarà sempre più calmo o meno posseduto dell’altro. Quello, o quella, è il chirurgo, o il boia; l’altro, è il sottomesso, la vittima. Non sentite quei sospiri, preludi d’una tragedia del disonore, quei gemiti, quelle grida, quei rantoli? Chi non li ha proferiti, chi non li ha irresistibilmente estorti? E che trovate voi di peggio nella domanda posta da aguzzini accurati? Quegli occhi di sonnambulo rivoltati, quelle membra in cui i muscoli sprizzano e si irrigidiscono come sotto l’effetto d’una pila galvanica, l’ebbrezza, il delirio, l’oppio, nelle loro reazioni più furiose, non ve ne daranno certo esempi così orribili, così curiosi. E il volto umano, che Ovidio riteneva creato per riflettere gli astri, ecco che non parla più che un’espressione di folle ferocia, o si rilassa in una specie di morte. Giacché, di certo, io crederei di fare un sacrilegio applicando la parola estasi a questa specie di decomposizione.

- Gioco spaventoso dove occorre che uno dei giocatori perda il controllo di se stesso!

Una volta fu chiesto me presente in cosa consistesse il più grande piacere dell’amore. qualcuno rispose con naturalezza: nel ricevere, – e un altro: nel donarsi. – Quello dice: piacere d’orgoglio! – e quell’altro: voluttà d’umiltà! Tutti quegli sconci parlavano come l’Imitatio Christi. – Infine si trovò uno spudorato utopista che affermò che il più grande piacere dell’amore era quello di formare dei cittadini per la patria.

Io dico: la voluttà unica e suprema dell’amore giace nella certezza di fare il male. – E l’uomo e la donna sanno sin dalla nascita che nel male si trova tutta la voluttà.

IV

PIANI, RAZZI, PROGETTI

La commedia alla Silvestre. [3]

Barbara e il montone. [4]

Chenavard [5] ha creato un tipo sovrumano.

Il mio voto a Levaillant. [6]

Prefazione, mélange di misticismo e di giocosità.

Sogni e teoria del Sogno alla Swedenborg. 

Il pensiero di Campbell (the Conduct of Life) [7].

Concentrazione.

Potenza dell’idea fissa.

La franchezza assoluta, mezzo per l’originalità.

Raccontare pomposamente delle cose comiche.

RAZZI. SUGGESTIONI

Quando un uomo si mette a letto, quasi tutti i suoi amici hanno un desiderio segreto di vederlo morire; gli uni per constatare che aveva una salute inferiore alla loro; gli altri, nella speranza disinteressata di studiare un’agonia. [8]

Il disegno arabesco è il più spiritualista dei disegni.

V

L’uomo di lettere smuove capitali e dà il gusto della ginnastica intellettuale.

Il disegno arabesco è il più ideale di tutti.

Noi amiamo le donne in proporzione a quanto ci sono più estranee. Amare le donne intelligenti è un piacere da pederasti. Così la bestialità esclude la pederastia.

Lo spirito della buffoneria può non escludere la carità, ma è raro.

L’entusiasmo che s’applica ad altro che all’astrazione è un segnale della debolezza e della malattia.

La magrezza è più nuda, più indecente della grassezza.

VI

Cielo tragico. Epiteto d’un ordine astratto applicato a un essere materiale.

L’uomo beve la luce con l’atmosfera. Così il popolo ha ragione a dire che l’aria della notte è malsana per il lavoro.

Il popolo è adoratore nato del fuoco.

Fuochi d’artificio, incendi, incendiari.

Se si suppone un adoratore nato del fuoco, un Parsis nato, si può creare un racconto.

Gli errori relativi ai volti sono il risultato dell’eclisse dell’immagine reale tramite l’allucinazione che ne trae la sua nascita.

Sappi dunque le gioie d’una vita aspra; e prega, prega senza sosta. La preghiera serbatoio della forza. (Altare della volontà. Dinamica morale. La stregoneria dei sacramenti. Igiene dell’anima.)

La musica scava il cielo.

Jean-Jacques [9] diceva che entrava in un caffè non senza una certa emozione. Per una natura timida , un controllo dei biglietti a teatro somiglia un poco al tribunale degli Inferi.

La vita non ha che un fascino; è il fascino del Gioco. ma se ci è indifferente vincere o perdere?

VII

Le nazioni non hanno grandi uomini che loro malgrado, – come le famiglie. Esse fanno ogni sforzo per non averne. E così, il grande uomo ha bisogno, per esistere, di possedere una forza d’attacco più grande della forza di resistenza sviluppata da milioni di individui. 

A proposito del sonno, avventura sinistra di tutte le sere, si può dire che gli uomini s’addormentano ogni giorno con un’audacia che sarebbe inintelligibile, se noi non sapessimo che è il risultato dell’ignoranza del pericolo.

Vi sono pelli da carapace con le quali il disprezzo non è più una vendetta.

Molti amici, molti guanti. Coloro che mi hanno amato erano persone disprezzate, direi pure disprezzabili, se ci tenessi a blandire le persone oneste.

Girardin che parla in latino! Pecudesque locutæ. [10]

Spettava a una Società incredula inviare Robert Houdin [11] dagli Arabi per stornarli dai miracoli.


[1] Questo titolo è preso in prestito dai Marginalia di Edgar Alla Poe.

[2] E. G. sta per Elisa Guerri (in realtà Elisa Neri), il cui soprannome Sisina ha dato il titolo a una lirica de Les Fleurs du Mal.

[3] Théophile Silvestre, critico d’arte, amico di Delacroix, di cui pubblicò gli articoli. Si ignora se Baudelaire si stia riferendo a una commedia vera e propria, molto probabilmente la “commedia” riguarda la denuncia di un atteggiamento opportunistico di Silvestre verso il regime di Napoleone III. 

[4] Charles Barbara (1822-1886) scrittore e giornalista. L’episodio del montone non è chiaro.

[5] Paul-Joseph Chevanard (1807-1895) pittore.

[6] Jean Jacques Levaillant, naturalista.

[7] È il pensiero del poeta Thomas Campbell (1778-1844) che Emerson cita nel suo The Conduct of Life, riportato da Baudelaire insieme ad altri estratti della stessa opera in Igiene [VIII].

[8] Anche questa boutade è tratta da The Conduct of Life di Emerson.

[9] Episodio narrato da Jean-Jacques Rousseau ne Confessions.

[10] ] Émile de Girardin (1806-1881), giornalista, preso più volte di mira da Baudelaire, addirittura in Salon de 1859 I, un articolo sotto forma di saggio pubblicato in tre parti sulla «Revue Française» il 10 giugno, il 1° luglio e il 20 luglio 1859; Baudelaire parla di Girardin come se fosse defunto, quando in realtà era ancora vivo e vegeto.

[11] Per non indurre alcuni lettori a confondere i due personaggi, Robert Houdin qui citato è un illusionista che evidentemente non ha niente a che vedere con il futuro e più celebre collega di origine ungherese Erich Weiss, detto Harry Houdini (1874-1926), non ancora nato all’epoca di questa “missione” datata 1856, che consisteva nello smascherare i trucchi dei maghi algerini per diminuire la loro influenza politica all’interno della colonia francese.  



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