Magazine Cultura
Albaro 7 agosto 1844
L’Italia che tristezza!Un paese addormentato e senza speranza di svegliarsi più! Non dimenticherò mai, finché sarò vivo, le mie prime impressioni mentre percorrevo le strade di Genova, dopo aver contemplato lo splendido panorama della città per un’ora intera attraverso un telescopio dal ponte di una nave a vapore. Pensavo che di tutte le città – ammuffite, cupe, assonnate, sporche, arretrate, ferme, abbandonate da Dio nel mondo intero – doveva essere sicuramente questa la regina. Sembrava di essere arrivati alla fine di tutte le cose.
Albaro 12 agosto 1844
Il libro di Natale (Il Canto di Natale) mi occupa il tempo, mi isola a pensare tutta la mattinata; ma lavorerò a pieno ritmo presto, spero. Esco ogni mattina prima delle sette e mi tuffo immediatamente in mare. E’ indescrivibilmente delizioso anche se il fondo è roccioso e mi ferisco le ginocchia quando il mare è mosso. Sto imparando l’italiano che è più difficile di quanto mi aspettassi, in parte perché sono distratto dai pensieri per il libro, e anche perché la gente ha l’abitudine assurda di salutarsi l’un l’altro dandosi – attenzione, uomini – del Lei, che indica anche il femminile nella terza persona! Così, invece di dire “Come stai?” a un grosso gentiluomo con dei baffi neri, devi dire “Is she quite well?” Lei sta bene?
Albaro 1 settembre 1844
I promessi sposi il libro che Violetta ci ha letto quella sera. Che libro ingegnoso! Non ho ancora letto molto ma sono piuttosto incantato. Il dialogo tra: lo sposo e il prete la mattina della delusione – quella tra lo sposo, la sposa, e sua madre – la descrizione della passeggiata del povero Renzo fino alla casa del colto dottore con i capponi e la scena tra di loro. L’idea del personaggio di Padre Cristoforo e la sua storia sono toccati, credo, da una mano delicatissima e incantata. Ho appena lasciato il buon Padre nella chiassosa sala da pranzo di Don Rodrigo, e ho non poca ansia, ti assicuro.
Venezia 12 novembre 1844
Mio caro, non c’è nulla di ciò che avrai sentito a proposito di Venezia che possa trasmettere la sua magnifica e stupenda realtà. Le immagini più fantastiche delle Mille e una notte non sono niente in confronto a Piazza di san marco e le prime impressioni dell’interno della chiesa. La bellissima e meravigliosa realtà di Venezia va oltre la più stravagante fantasia di un sognatore. L’oppio non riuscirebbe a creare un posto come questo, e un posto così incantevole non potrebbe venire fuori neppure da una visione.
Napoli 17 febbraio 1845
Ho iniziato a capire la vita della Napoli minore (quella dei pescatori e degli isolani), tanto quanto capisco bene quella del mio stesso paese; a eccezione però della loro lingua, che è particolare ed estremamente difficile e richiederebbe almeno un anno di pratica costante per essere appresa. Non ha niente dell’italiano, non più di quanto il gallese possa avere a che fare con l’inglese. Dicono solo la metà di ciò che intendono dire: a loro basta ammiccare o mimare un calcio per esprimere il contenuto di un’intera frase e mi meraviglia il modo col quale riescono a capirsi.
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