Magazine Cultura

Che cosa è accaduto agli ebrei d’Egitto?

Creato il 29 marzo 2013 da Epierandrei @shotofwhisky
stampa pdf

Camminando nelle strade del Cairo non diresti mai che fino alla prima metà del 20esimo secolo questa metropoli è stata la patria di decine di migliaia di ebrei. Nella centralissima Al Adly Street fa ancora bella mostra una maestosa sinagoga, non piu’ funzionante. Un giovane regista egiziano di nome Amir Ramses ha realizzato, con il contributo del produttore Haitham El Khamissi, un documentario costato 5 anni di ricerche che mercoledi’ 27 marzo è uscito finalmente nelle sale egiziane. In due sale al Cairo e in una ad Alessandria d’Egitto. E io naturalmente non me lo sono perso.

La pellicola si intitola “Jews of Egypt” ed era stata bloccata dall’apparato della Sicurezza Nazionale prima di ottenere il via libera, alcuni giorni fa (Cosa che mi aveva reso ancora piu’ curiosa!). In sala, mercoledi’, c’era anche il regista, il quale mi ha commentato lo stop preventivo come “pura paranoia”. Il documentario infatti era già stato mostrato al pubblico nell’ambito di un evento culturale intitolato Cairo Panorama of the European Film (ottobre 2012). “In questa occasione, il film doveva restare in calendario in una sala, per un solo giorno – ha spiegato - E invece l’enorme interesse di pubblico lo ha fatto restare in cartellone per altri 2 giorni”. La prima si è trasformata in un evento culturale al quale sono stati presenti esponenti del mondo culturale egiziano, mentre su Twitter e Facebook rimbalzavano inviti ad andare.

“Jews of Egypt” è un film denso di fatti storici e memorie, che riporta alla luce un capitolo doloroso, spesso frainteso, della storia dell’Egitto che ha cancellato la presenza di questa comunità molto integrata nella sua vita economica, politica e culturale. Un esempio è la figura dell’attrice e cantante Laila Murad protagonista di tanti film prodotti dalla potente industria cinematografica egiziana degli anni 40/50.

Attraverso le testimonianze di ebrei, soprattutto di un gruppo che adesso vive in Francia, il documentario ricostruisce la vita di questa comunità in Egitto prima della decisione da parte di Abdel Nasser di dichiarare guerra ad Israele, nel 1948 (e del disastroso affare Lavon e Guerra di Suez), inizio della fine della loro presenza in Nordafrica. E poi indaga sul forte senso di appartenenza nazionale, ancora vivo anche fra alcuni di quelli deportati. In una recente intervista, Ramses ha puntato il dito contro restrizioni assurde del governo di allora, che sono ancora in vigore: “Abbiamo raggiunto un punto nella storia in cui abbiamo un trattato di pace con Israele, secondo cui israeliani che non sono egiziani possono venire in Egitto, con un semplice timbro sul passaporto. Mentre per quegli egiziani (ebrei deportati o costretti a lasciare l’Egitto, ndr) che non hanno mai messo piede in Israele … è ancora vietato”.

Amir Ramses non è l’unico giovane regista arabo che di recente ha realizzato un documentario su una comunità ebraica nordafricana. L’anno scorso, in Marocco, è stata la volta di “Tinghir-Jerusalem: Echoes from the Mellah” di Kamal Hachkar che a sua volta ha raccolto l’attenzione di media e pubblico.

Ecco il trailer.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine