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Che fine hanno fatto le cellule immaginali?

Creato il 05 aprile 2014 da Alessandralanzoni

Che fine hanno fatto le cellule immaginali?L'avevo dimenticato questo articolo sull'astrologia esperienziale, scritto nel 2009 e gentilmente pubblicato da Giovanni Pelosini sul suo blog. Era stato scritto come introduzione ad un corso biennale di astrologia esperienziale sui pianeti tenuto in quegli anni: una delle esperienze più interessanti ed entusiasmanti che ho vissuto come docente di astrologia. Erano gli anni pre-crisi di Urano in Pesci e Nettuno in Aquario, in cui si parlava di creativi culturali e di movimento olistico, un periodo che ha favorito molto la sperimentazione e le nuove idee in questi ambiti. Ora tutto questo fermento sembra essersi esaurito, quasi inabissato, a favore di una visione più pessimistica e/o pragmatica della realtà interna e esterna. In realtà quell'effervescenza di idee e di proposte non si è esaurita, ma sta sperimentando il suo reality check. Il nostro mondo interno e esterno sta cambiando anche grazie a quelle idee e quelle esperienze. Allora ci trovavamo nella fase della visione intuitiva, del sogno, in cui sembrava che bastasse immaginare una cosa perché si potesse avverare; oggi stiamo sperimentando l'ottusità della materia nel recepire il nuovo, la difficoltà a portare il sogno nella realtà. Ma anche questo fa parte del processo di crescita della consapevolezza, affinché il nuovo paradigma che sta nascendo abbia gli occhi rivolti al cielo e contemporaneamente i piedi ben piantati a terra. Nel processo di metamorfosi da bruco a farfalla, il bruco può trasformarsi in un essere totalmente diverso grazie alla presenza al suo interno di alcune cellule speciali, dette cellule immaginali, che hanno già in sé la blueprint del processo di trasformazione. In quegli anni sono state attivate le cellule immaginali del cambiamento. Ora ci guardiamo smarriti perché ci credevamo già farfalla, mentre stiamo osservando solo un bruco che sta morendo, ma ciò che si è attivato in quegli anni a livello globale sta solo attraversando il necessario processo di ridefinizione della propria matrice vitale.
Allora, in occasione del convegno "Quale futuro immaginare - Laboratorio di immaginazione creativa per un futuro sostenibile", dicevo a tal proposito:
"Urano, il pianeta del cambiamento, immerso nelle acque dell’inconscio collettivo pescino, sta lavorando già dal 2003, per così dire “sotto coperta”, istigandoci a pensare pensieri diversi, creando un fermento incredibile, mai visto prima d’ora, di idee e proposte nuove, più o meno tutte basate sulla visione olistica della stretta interconnessione tra mente e corpo e tra uomo e natura. Mai come in questi anni, infatti, abbiamo assistito al proliferare di conferenze, corsi e seminari sull’autotrasformazione e l’autoguarigione, come se a livello più o meno conscio sentissimo che per cambiare realmente il paradigma culturale dominante, ognuno di noi dovesse in primis partire da una trasformazione e guarigione personale.
I semi di questo processo di discussione critica della cultura dominante e della ricerca di nuovi valori sono stati gettati a metà degli anni ’60 con la congiunzione di Urano e Plutone in Vergine, creando le basi per la nascita di un nuovo ordine, ma la loro azione allora rimase circoscritta a gruppuscoli minoritari e scollegati tra loro.
Il passaggio di Urano in Pesci ha coinciso con le ultime fasi della gestazione di un vero e proprio mutamento potenziale su scala mondiale, che si paleserà in tutta la sua portata rivoluzionaria durante il periodo delle sette quadrature che Urano e Plutone formeranno tra il 2012 e il 2015.
La concomitante presenza di Urano in Pesci e Nettuno in Aquario, ha fatto poi sì che queste nuove istanze non si limitassero al soddisfacimento di un bisogno prevalentemente intimo e personale di autosviluppo, ma creassero i presupposti di una nuova visione politica e sociale, in cui valori pescini e valori aquariani si danno man forte, creando un connubio non antitetico tra valori dello spirito e impegno sociale.
Chi è in questo flusso, sente, forse per la prima volta nella storia, che la propria crescita personale e/o spirituale non può essere disgiunta dall’impegno personale più o meno attivo nei confronti della pace, dei diritti civili, della sostenibilità ambientale, della giustizia sociale e di un’economia etica, e in ogni caso di relazioni consapevoli e costruttive.
Si tratta di un esercito, per lo più ancora invisibile, di creatori attivi di una nuova cultura, che secondo specifiche indagini statistiche condotte negli Stati Uniti, in Italia, in Francia e in Giappone, si attesterebbe intorno al 35% della popolazione, con un incremento annuo del 3%, e a cui è stato dato il nome di “creativi culturali”. Queste persone, figli e figlie della mutua ricezione di Urano e Nettuno, sono quelle che si sono assunte il compito di immaginare un nuovo futuro sostenibile, e che usciranno con forza allo scoperto nei prossimi anni."
Parafrasando Jung, l’astrologia esperienziale promuove “il conflitto aperto e l’aperta collaborazione” tra conscio e inconscio.
Secondo la visione junghiana, la mente ha un livello inconscio che contiene i contenuti repressi della nostra storia personale, ma, discostandosi da Freud, Jung aggiunge che l’inconscio personale poggia su uno strato più profondo, che non trae origine dall’esperienza personale e non è un’acquisizione personale, ma è innato. Jung chiama questo strato “inconscio collettivo“, perché questa parte dell’inconscio non è individuale ma universale. Di contro alla psiche personale, esso ha contenuti e modalità di comportamento che sono più o meno gli stessi ovunque e in tutti gli individui.
Abbiamo pertanto tutti un livello della mente che è identico in tutti gli uomini e che quindi costituisce un sostrato psichico comune di natura sovrapersonale. Tra i contenuti più importanti dell’inconscio collettivo ci sono gli archetipi, le immagini universali primordiali esistite fin dai tempi più remoti, che predeterminano la forma ma non il contenuto, come il sistema assiale di un cristallo predetermina la forma di una struttura cristallina pur non avendo un’esistenza materiale propria.
Gli archetipi possono emergere in qualunque coscienza individuale, come per risonanza, e venire elaborati in miti, rituali e credenze culturali. Essi sono alla base anche della nostra comprensione condivisa dei simboli planetari dell’astrologia, e l’astrologia esperienziale si propone appunto di elaborare dei metodi per evocare gli archetipi astrologici allo scopo di promuovere una maggiore integrazione e consapevolezza di sé.
Contrariamente al tradizionale approccio cognitivo, astratto e distaccato, per poter fare un’esperienza attiva del simbolo bisogna essere emotivamente sintonizzati con noi stessi. In questo modo rendiamo esplicito ciò che è implicito nel nostro inconscio, consentendo ai contenuti inconsci di assumere una forma e di essere percepiti a livello emotivo attraverso l’esperienza corporea, grazie a modalità espressive quali la scrittura creativa, il disegno, il movimento, la danza, il canto e il tocco. Ciò significa anche riappropriarsi del ruolo centrale di protagonisti nell’interpretazione del copione della propria vita.
Ad esempio, chiunque può capire intuitivamente l’effetto di una quadratura Mercurio/Nettuno nel momento in cui lo si invita a leggere il giornale dopo avergli fatto infilare un paio di occhiali della gradazione sbagliata, o la frustrazione di una congiunzione Marte/Saturno, facendogli dare un pugno contro al muro. È questo riconoscimento viscerale, che non passa per la mente a legittimare l’esperienza.
L’astrologia esperienziale nasce verso la fine degli anni ’70, e molte delle sue tecniche e della sua filosofia sono un prodotto della rivoluzione psicologica degli anni ’60 e ’70, e in particolare del Movimento per il Potenziale Umano, che si autodefiniva la “terza forza in psicologia” dopo la psicoanalisi e il comportamentismo. L’orientamento umanistico fornisce l’essenziale ambito teorico per l’uso esperienziale dell’astrologia, che tramite l’utilizzo della fantasia, del linguaggio del corpo e lo sviluppo delle capacità intuitive si propone di sbloccare il potenziale nascosto in ognuno di noi.
Un approccio di questo tipo mette in grado fin da subito la persona di dialogare con il proprio inconscio, e realizza una reale condivisione del potere dell’interpretazione tra l’astrologo e il cliente o l’allievo.
L’astrologia esperienziale o creativa risveglia dunque le nostre capacità intuitive e interpretative, e le mantiene vive proprio grazie ad un’attribuzione di senso che è sempre assolutamente personale.
Essendo uno dei frutti della congiunzione Urano/Plutone formatasi negli anni ’60 in Vergine (segno che governa l’intestino, che oggi viene definito come il nostro secondo cervello), non è un caso che faccia la sua ricomparsa proprio oggi che siamo in procinto di sperimentare la prima quadratura crescente del ciclo tra questi due pianeti. I semi schiusisi negli anni ’60 si sono trasformati, quasi senza che ce ne accorgessimo, in pianticelle, che nei prossimi anni, e soprattutto tra il 2011 e il 2015, rivendicheranno con forza il proprio diritto all’esistenza. Personalmente faccio loro i miei migliori auguri di una rigogliosa crescita.
Alessandra Lanzoni, Roma, 23 settembre 2009
- See more at: http://www.giovannipelosini.com/2009/11/che-cosa-e-lastrologia-esperienziale-di-alessandra-lanzoni/#sthash.KTmoLZKs.dC0VW1rP.dpufParafrasando Jung, l’astrologia esperienziale promuove “il conflitto aperto e l’aperta collaborazione” tra conscio e inconscio.
Secondo la visione junghiana, la mente ha un livello inconscio che contiene i contenuti repressi della nostra storia personale, ma, discostandosi da Freud, Jung aggiunge che l’inconscio personale poggia su uno strato più profondo, che non trae origine dall’esperienza personale e non è un’acquisizione personale, ma è innato. Jung chiama questo strato “inconscio collettivo“, perché questa parte dell’inconscio non è individuale ma universale. Di contro alla psiche personale, esso ha contenuti e modalità di comportamento che sono più o meno gli stessi ovunque e in tutti gli individui.
Abbiamo pertanto tutti un livello della mente che è identico in tutti gli uomini e che quindi costituisce un sostrato psichico comune di natura sovrapersonale. Tra i contenuti più importanti dell’inconscio collettivo ci sono gli archetipi, le immagini universali primordiali esistite fin dai tempi più remoti, che predeterminano la forma ma non il contenuto, come il sistema assiale di un cristallo predetermina la forma di una struttura cristallina pur non avendo un’esistenza materiale propria.
Gli archetipi possono emergere in qualunque coscienza individuale, come per risonanza, e venire elaborati in miti, rituali e credenze culturali. Essi sono alla base anche della nostra comprensione condivisa dei simboli planetari dell’astrologia, e l’astrologia esperienziale si propone appunto di elaborare dei metodi per evocare gli archetipi astrologici allo scopo di promuovere una maggiore integrazione e consapevolezza di sé.
Contrariamente al tradizionale approccio cognitivo, astratto e distaccato, per poter fare un’esperienza attiva del simbolo bisogna essere emotivamente sintonizzati con noi stessi. In questo modo rendiamo esplicito ciò che è implicito nel nostro inconscio, consentendo ai contenuti inconsci di assumere una forma e di essere percepiti a livello emotivo attraverso l’esperienza corporea, grazie a modalità espressive quali la scrittura creativa, il disegno, il movimento, la danza, il canto e il tocco. Ciò significa anche riappropriarsi del ruolo centrale di protagonisti nell’interpretazione del copione della propria vita.
Ad esempio, chiunque può capire intuitivamente l’effetto di una quadratura Mercurio/Nettuno nel momento in cui lo si invita a leggere il giornale dopo avergli fatto infilare un paio di occhiali della gradazione sbagliata, o la frustrazione di una congiunzione Marte/Saturno, facendogli dare un pugno contro al muro. È questo riconoscimento viscerale, che non passa per la mente a legittimare l’esperienza.
L’astrologia esperienziale nasce verso la fine degli anni ’70, e molte delle sue tecniche e della sua filosofia sono un prodotto della rivoluzione psicologica degli anni ’60 e ’70, e in particolare del Movimento per il Potenziale Umano, che si autodefiniva la “terza forza in psicologia” dopo la psicoanalisi e il comportamentismo. L’orientamento umanistico fornisce l’essenziale ambito teorico per l’uso esperienziale dell’astrologia, che tramite l’utilizzo della fantasia, del linguaggio del corpo e lo sviluppo delle capacità intuitive si propone di sbloccare il potenziale nascosto in ognuno di noi.
Un approccio di questo tipo mette in grado fin da subito la persona di dialogare con il proprio inconscio, e realizza una reale condivisione del potere dell’interpretazione tra l’astrologo e il cliente o l’allievo.
L’astrologia esperienziale o creativa risveglia dunque le nostre capacità intuitive e interpretative, e le mantiene vive proprio grazie ad un’attribuzione di senso che è sempre assolutamente personale.
Essendo uno dei frutti della congiunzione Urano/Plutone formatasi negli anni ’60 in Vergine (segno che governa l’intestino, che oggi viene definito come il nostro secondo cervello), non è un caso che faccia la sua ricomparsa proprio oggi che siamo in procinto di sperimentare la prima quadratura crescente del ciclo tra questi due pianeti. I semi schiusisi negli anni ’60 si sono trasformati, quasi senza che ce ne accorgessimo, in pianticelle, che nei prossimi anni, e soprattutto tra il 2011 e il 2015, rivendicheranno con forza il proprio diritto all’esistenza. Personalmente faccio loro i miei migliori auguri di una rigogliosa crescita.
Alessandra Lanzoni, Roma, 23 settembre 2009
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