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Che la 'ntricata foresta

Creato il 23 giugno 2013 da Unostudioingiallo @1StudioInGiallo

dintra alla quali lui e Livia si erano venuti ad attrovari, senza sapiri né pircome né pirchì, fosse virgini non c'era nisciun dubbio pirchì 'na decina di metri narrè avivano viduto un cartello di ligno 'nchiovato al tronco di un àrbolo supra il quali ci stava scrivuto con littre marchiate a foco: foresta vergine. Parivano Adamo ed Eva in quanto erano tutti e dù completamenti nudi e si cummigliavano le cosiddette vrigogne, le quali, a pinsarici bono, non avivano nenti di vrigognoso, con le classiche foglie di fico che si erano accattate da 'na bancarella all'entrata a un euro l'una ed erano fatte di plastica. Siccome erano rigide, davano tanticchia di fastidio. Ma quello che più fastidiava era il caminare a pedi nudi.
A mano a mano che Montalbano procidiva, sempri cchiù si faciva pirsuaso che in quel posto c'era già stato 'na vota. Ma quanno? La testa di un lioni 'ntravista 'n mezzo all'àrboli, che non erano àrboli ma felci gigantesche, gli fornì la spiegazioni.

Andrea Camilleri, Un covo di vipere (Sellerio, 2013)

Che la 'ntricata foresta

Henri Rousseau: Il sogno (1910). Olio su tela. Museum of Modern Art, New York.


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